Tra la magia e la seduzione Casanova e d’Annunzio recitano l’arte della vita

...l'amore e il piacere sono, in entrambi, le voci del destino. Destini: Casanova e d'Annunzio. Sul filo degli anni il tempo scorre tra le parole e gli amori

Se dovessi pensare a uno scrittore moderno del Novecento non potrei non individuare in Gabriele d’Annunzio l’immaginario che ha costruito Giacomo Casanova. Visioni indelebile nella magia dei linguaggi che hanno fatto del pensare una esistenza. La storia come idea storiografia o dimensione storicistica è distante. La magia e l’incanto di dare alla vita un’opera d’arte è centrale. Cosa resta la storia riscrivibile o il mito? Il mito è fondamentalmente un canto che resta.
Giacomo Casanova ha raccontato un’epoca che è la sua. Sfatiamo tutti i presupposti che finora si sono costruito intorno alla sua vita. Un uomo inquieto in un tempo fatto di contraddizioni e di paradossi.
Non fu un rivoluzionario. Non fu neppure un illuminista nonostante la sua temperie. Non fu Don Giovanni. Byron ha trascritto il Don Giovanni come anche Kierkegaard.
Di Kierkegaard però ha la “malattia mortale”. Di Byron la maledizione romantica. Ma non fu un Don Giovanni. Casanova si innamorò. Fu un eretico. Questo sì. Non accettò alcuna visione ideologica e tanto meno può essere collocato in età post ideologica.
La sua inquietante vita non furono dettate dalla spasmodica ricerca della sensualità. Della seduzione forse. Come Andrea Sperelli, appunto, di d’Annunzio.
Quanti legami con Gabriele? Il piacere e il trionfo della morte. Ma c’è anche una componente in cui il personaggio ha la trasversalità dell’innocente. D’Annunzio conosceva bene la tristezza e l’ironia di Casanova. Due uomini diversi. Due storie completamente diverse.
C’è Venezia in mezzo. La Venezia dell’incontro amoroso con Eleonora Duse soprattutto in Gabriele. La Venezia di Henriette in Giacomo. La ricchezza e i debiti. La ricerca affannosa della nobiltà. Il piacere comunque è una costante che d’Annunzio impresse in tutti i suoi scritti. Così in Casanova e non solo nelle pagine del suo diario – memorie.
Se dovessimo comprarli fisicamente c’è una diversità di fondo. Eppure la seduzione è in un modello di vita che intreccia le loro attese. Ci sarà altro. Ci sarà di più. L’età. Entrambi si sono persi nella malinconia del tempo. D’Annunzio che spazia nelle sue stanze del Vittoriale sembra un’anima in pena e malinconica. Casanova è aggredito dalla tristezza nel castello nel quale ha solo due stanze.
Lo spazio come misura della libertà fisica è immensa in Gabriele. In Casanova è un’angoscia la ristrettezza del luogo.
Ma cosa è il piacere?
D’Annunzio dirà: “Ci sono certi sguardi di donna che l’uomo amante non scambierebbe con l’intero possesso del corpo di lei. Chi non ha veduto accendersi in un occhio limpido il fulgore della prima tenerezza, non sa la più alta delle felicità umane…”.
Andrea Sperelli e Elena.
Casanova dira di Henriette: “Che donna Henriette, che ho tanto amato! Quanto mi ha reso felice così felice! L’amore languido sembra che diventi due volte più forte, ma non è affatto vero. L’amore è un folletto che vuole essere nutrito di risa e di giochi; ogni diverso alimento ne causa la consunzione”.
Insomma l’amore e il piacere sono, in entrambi, le voci del destino. Destini: Casanova e d’Annunzio. Sul filo degli anni il tempo scorre tra le parole e gli amori.
D’Annunzio recita il notturno e il libro segreto. Casanova nelle sue memorie rivela l’amore e i segreti. Casanova muore aspettando Henriette. Gabriele pensando ancora alla sua Ghisola.
Tra la magia e la seduzione Casanova e d’Annunzio recitano l’arte della vita. Quel tempo immortale non intaccato dalla fisicità.

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Pierfranco Bruni è nato in Calabria e vive tra Roma e la Puglia. Scrittore, poeta, italianista e critico letterario, già direttore archeologo presso il Ministero della Cultura. Esperto di Letteratura dei Mediterranei, vive la letteratura come modello di antropologia religiosa. Ha pubblicato diversi testi sulla cristianità in letteratura. Il suo stile analitico gli permette di fornire visioni sempre inedite su tematiche letterarie, filosofiche e metafisiche. Si è dedicato al legame tra letteratura e favola, letteratura e mondo sciamanico, linguaggi e alchimia. Ha pubblicato oltre 120 libri, tra poesia saggistica e narrativa. È presidente del Centro Studi e Ricerche “Francesco Grisi”. Ricopre incarichi istituzionali inerenti la promozione della cultura e della letteratura. Quest’anno con decreto del Ministero della Cultura Mic , è stato nominato Presidente della Commissione per il conferimento del titolo di “Capitale italiana del Libro 2024“. Recente è inoltre l’incarico assegnato sempre dal Mic di Componente dellaGiunta del Comitato nazionale per il centenario della morte di Eleonora Duse (21 aprile 1914 – 21 aprile 2024)  direttore scientifico nazionale del Progetto Undulna Duse 100 e del Progetto nazionale Manlio Sgalambro a 100 anni dalla nascita. Entrambi indetti dal Mic
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