Franco Ferrarotti. Un maestro che pubblicò con Solfanelli libri di grande spessore è scomparso

Un maestro delle Culture. Dalla sociologia alla filosofia la cui formazione nasceva proprio dalla funzione del "fenomeno". Inventore di un modello umanistico della sociologia nello scavo filosofico delle civiltà che noi chiamiamo società in una visione in cui l'antropologia ha sempre avuto una funzione basilare. Franco Ferrarotti si è spento oggi a Roma. Aveva 98 anni

da sx Marco Solfanelli Editore e Franco Ferrarotti

di Pierfranco Bruni *

Roma, 13 novembre 2024 – Ha lavorato sino all’ultimo. Soprattutto nei suoi ultimi scritti il ricordo era un immaginario che ha raccontato vite.
“Adesso lo so. Lo so con certezza assoluta. So che morirò con un libro in mano. Sarà la mia estrema unzione”. Così è stato. Per Franco Ferrarotti. Scomparso, oggi a Roma all’età di 98 anni.

Un maestro delle Culture. Dalla sociologia alla filosofia la cui formazione nasceva proprio dalla funzione del “fenomeno”.
Uno scavo nella filosofia delle civiltà che noi chiamiamo società in una visione in cui l’antropologia ha sempre avuto una funzione basilare. Ma è stato realmente il costruttore di una sociologia che non partiva da sovrastrutture o da una logica della prassi. Bensì dalla centralità dell’uomo che ha bisogno di confrontarsi con il religioso che i popoli esprimono.
Inventore di un modello umanistico della sociologia e mai da formule ideologiche che si spiegano ancora sotto le leggi delle economie. Una sociologia dell’umanesimo che voleva dare importanza al soggetto e a una fenomenologia dell’umano. Le società sono eredità di civiltà che scavano nel tempo per comprendere il presente.
Gli ultimi suoi libri pubblicati dal prestigioso editore Solfanelli hanno posto in evidenza la conoscenza delle appartenenze. Si pensi proprio al suo libro dialogante con Cesare Pavese con il quale intrattenne un singolare legame. Lesse Pavese non solo con la passione dell’affetto ma anche con la capacità di interpretare l’opera letteraria. Fondamentale il suo libro in cui parla della sua famiglia come essenza antropologica dell’amore.
Certo, usò un pensare sperimentale in sociologia ma negli anni Cinquanta ebbe il coraggio di introdurre la lettura delle società non attraverso l’oggetto ma attraverso una griglia in cui il soggetto occupava un campo anche metafisico. Si pensi ai suoi lavori in cui si sottolinea senza alcun cattedratico: “L’equazione personale tocca e può influenzare il processo vivo della ricerca e le sue risultanze.
Il fatto è che, quando il sociologo studia la società, egli studia in realtà se stesso perché è parte della società”. I suoi scritti su Max Weber pongono all’attenzione il concetto di ragione nella storia la cui vera essenza però si trova nel tempo. O ai sui scritti sul sacro come “Paradossi del sacro” con la precisa differenza tra religioso e sacro. Come pure ai suoi scritti sulla verità tra società e utopia. In ciò si interezza “L’arte nella società”, Chieti, Solfanelli, 2005.
Testo fondamentale in più edizioni che lo proietta proprio nella dialettica moderna del valore dell’arte tra finzione, fantasia e mistero. Sino a cinque anni dopo con il lavoro: “L’immaginario collettivo americano”, Chieti, Solfanelli, 2010. Così come un altro punto di riferimento che è ancora: “La religione dissacrante. Coscienza e utopia nell’epoca della crisi”, Chieti, Solfanelli, 2013. Questo resta uno dei testi basilari dei suoi ultimi anni. Intreccia filosofia e decadenza dell’uomo moderno. E per tale sì identificano le società della modernità. L’annientamento delle società sono nei feticci che producono tra la parola e l’immagine le macerie e le rovine. Scrisse su Olivetti e su Puccini tra musica e società. Il catalogo Solfanelli editore è un monumento dei suoi libri e ha ben fatto la casa editrice a pubblicare la sua ricca e articolata missione di scrittore a tutto tondo. Franco Ferrarotti era nato a Palazzolo Vercellese il 7 aprile 1926. Ci lascia un maestro che ha scavato nell’anima dell’uomo e del nostro tempo partendo da radici profonde.

Franco Ferrarotti. Professore di sociologia all’università La Sapienza di Roma fino al 2002, è stato anche deputato nel Parlamento per la terza legislatura, eletto per il Movimento di Comunità. Nel 2005 è stato nominato Cavaliere di gran croce.
Ferrarotti è stato fra i fondatori del Consiglio dei Comuni d’Europa a Ginevra nel 1949; direttore dei progetti di ricerca sociologica presso l’Oece (ora OCSE) a Parigi nel 1958-59. Fra le sue opere principali, Sindacati e potere (1954); La protesta operaia (1955); La sociologia come partecipazione (1961); Max Weber e il destino della ragione (1965); Trattato di sociologia (1968); Roma da capitale a periferia (1970); La sociologia del potere (1972); Vite di baraccati (1974); Studenti, scuola, sistema (1976); Giovani e droga (1977). Fondatore, con Nicola Abbagnano, dei Quaderni di sociologia, ha diretto anche la rivista La critica sociologica.
    Ferrarotti era nato a Palazzolo Vercellese il 7 aprile del 1926. Si è spento a Roma, oggi 13 novembre 2024. Aveva 98 anni.

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Pierfranco Bruni è nato in Calabria.
Archeologo direttore del Ministero Beni Culturali, presidente del Centro Studi “Grisi” e già componente della Commissione UNESCO per la diffusione della cultura italiana all’estero.
Nel 2024 Ospite d’onore per l’Italia per la poesia alla Fiera Internazionale di Francoforte e Rappresentante della cultura italiana alla Fiera del libro di Tunisi.
Per il Ministero della Cultura è attualmente:

• presidente Commissione Capitale italiana città del Libro 2024;

• presidente Comitato Nazionale Celebrazioni centenario Manlio Sgalambro;

• segretario unico comunicazione del Comitato Nazionale Celebrazioni Eleonora Duse.
È inoltre presidente nazionale del progetto “Undulna Eleonora Duse”, presidente e coordinatore scientifico del progetto “Giacomo Casanova 300”.

Ha pubblicato libri di poesia, racconti e romanzi. Si è occupato di letteratura del Novecento con libri su Pavese, Pirandello, Alvaro, Grisi, D’Annunzio, Carlo Levi, Quasimodo, Ungaretti, Cardarelli, Gatto, Penna, Vittorini e la linea narrativa e poetica novecentesca che tratteggia le eredità omeriche e le dimensioni del sacro.
Ha scritto saggi sulle problematiche relative alla cultura poetica della Magna Grecia e, tra l’altro, un libro su Fabrizio De André e il Mediterraneo (“Il cantico del sognatore mediterraneo”, giunto alla terza edizione), nel quale campeggia un percorso sulle matrici letterarie dei cantautori italiani, ovvero sul rapporto tra linguaggio poetico e musica. Un tema che costituisce un modello di ricerca sul quale Bruni lavora da molti anni.

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