Herbert Pagani. Un visionario, un poeta e un profeta. Il grande artista raccontato dalla sorella Caroline

L'intervista a Caroline Pagani sul fratello tra gli interpreti più raffinati e sensibili della tradizione neorealista francese. Cantautore artista geniale e multiforme, attivista politico morto a 44 anni nel 1988. Herbert Pagani precursore di forme artistiche e temi socio-politici ambientali, cantava con la penna e disegnava con la voce. Ideatrice protagonista dello spettacolo  "Per Amore dell'Amore " a Ferrara, Milano e Roma, Caroline attrice, autrice e cantante poliglotta, specializzata in Drammaturgia ci racconta Herbert: la sua stessa vita un aneddoto 

a cura di Maria Sole Stancampiano 

Cantautore poliedrico e attivista politico,  Herbert Pagani aveva raggiunto già grande notorietà quando morì prematuramente a Miami (Florida) il 16 agosto 1988 di leucemia fulminante. Era nato a Tripoli, 25 aprile 1944. Brani e arte anticipatori di questioni sociali ancor oggi più che mai attuali. A raccontare l’artista in uno spettacolo di successo, la sorella Caroline Pagani attrice, autrice e cantante poliglotta, specializzata in Drammaturgia.
“Per amore dell’Amore”.Tra musica, poesia e arti visive.  Di e con Caroline Pagani andato in scena a Ferrara,  Milano e a Roma il primo marzo 2025, nella Sala Borgna dell’Auditorium Parco della Musica di Roma.

Un personaggio eclettico vissuto di visioni  oltre l’arte con lo sguardo rivolto al futuro. Herbert Pagani, artista multiforme, geniale e profetico. Una densa e internazionale carriera per i brevi anni vissuti. In perfetta continuità con la tradizione neorealista francese della quale Pagani, è stato in Italia, secondo la critica, uno degli interpreti più raffinati, colti e sensibili. Per Françoise Hardy scrisse nel 1967 Voilà. Cin cin con gli occhiali e Ahi, le Haway scritte con il giovanissimo Edoardo Bennato.

Ne abbiamo parlato con la sorella Caroline, interprete assoluta della dimensione artistico- esistenziale di Herbert Pagani.

Le opere di Herbert Pagani sono ancora rilevanti nel contesto artistico e sociale di oggi. Perché?

CP. Sì, certo, lo sono, lo sono eccome. Sono attuali e rilevanti perché la maggior parte dei testi delle canzoni sembra scritta ieri, parlava di critica al potere, di inquinamento, e di temi universali come l’amicizia, l’amore, la fratellanza, poi perché non si scrivono più canzoni così, con questa attenzione tanto al contenuto poetico quanto alla forma. 

In “Megalopolis”, opera rock, concept album ispirato a “Medioevo Prossimo Venturo” di Roberto Vacca, tratta della degradazione dei grandi sistemi tecnologici. Lo spettacolo fu poi invitato al Festival dei Due Mondi di Spoleto col titolo “Pitture e Megalopolis”, parla dell’avvento della fine del mondo, di un’anticipazione apocalittica, a causa delle guerre, dei cambiamenti climatici, dell’inquinamento, delle pandemie, dell’iper tecnologia, dell’alienazione e solitudine nelle grandi città, e del fatto che ci prepariamo a morire non tanto di guerra o di rivoluzione, ma di disorganizzazione. Le grandi città cominceranno a morire trascinando nel regresso i paesi più avanzati. Di qui la necessità di progettare nuovi gruppi che sopravvivano al cataclisma e conservino le parti migliori della nostra cultura, per passare da un medioevo, ineluttabilmente preparato dalla nostra incompetenza e incapacità di programmazione a un nuovo rinascimento. E’ stato uno dei precursori dell’‘art du recyclage’, l’arte fatta con materiali di scarto, che lui stesso andava a raccogliere sulle spiagge e con cui realizzava opere d’arte non solo bellissime esteticamente ma estremamente attuali, ironiche, critiche, provocatorie, di queste opere d’arte sono state fatte due mostre postume, una a Palazzo dei Diamanti a Ferrara, l’altra all’ex Centro Internazionale di Brera, nella chiesa sconsacrata di San Carpoforo. Così come sono di un’attualità sconcertante i suoi scritti sul dialogo in Medioriente, ha previsto buon parte di ciò che poi è successo. Era un visionario, un poeta, anche un profeta. Non sono pochi poi gli artisti non solo che hanno dato svariate interpretazioni e arrangiamenti di “Albergo a ore”, ce ne sono che coverizzano anche altri brani, anche artisti non esattamente della sua generazione, come Colapesce e Di Martino, Alessandro Haber, Paolo Rossi, Patrizia Laquidara, Dargen D’Amico e altri. Il testo di “Teorema”, di cui l’autore è Herbert Pagani, è diventato un tormentone, lo ha cantato anche Mina.

Può raccontarci qualche aneddoto interessante su suo fratello Herbert? Cosa in particolare di lui desidera comunicare a coloro che non lo hanno conosciuto? Qual è il messaggio principale che lei spera di trasmettere agli spettatori, di “Per amore dell’Amore”?

CP. La sua stessa vita era un aneddoto. A quattordici anni regala la sua prima incisione al poeta Jean Rousselot che, più tardi, lo presenterà al pubblico dalla rivista Planète come “Un visionario di vent’anni”, subito dopo la sua prima mostra Les dessins fantastiques et paysages allucinatoires (I disegni fantastici e i paesaggi allucinatori) alla Galleria Pierre Picard di Cannes. Questa mostra è considerata un evento, tutti i disegni vanno venduti a privati e a collezioni importanti in Francia, Italia e Stati Uniti. Poi illustra “Brave New World” di Aldous Huxley. Partecipa a Planète e l’Encyclopédie du fantastique, di Jacques Bergier e Louis Pawels diventando il più giovane esponente della corrente detta “Réalisme fantastique”.

Federico Fellini comprò uno dei suoi disegni a china che faceva quando aveva 20 anni. Ricordo una gara che facevamo a farci i ritratti, poi a Parigi, nella sua casa di Montmartre, anch’essa, come quella di Milano, creativamente e ingegnosamente arredata con materiali di recupero, aveva un grande tavolo trasparente sotto al quale c’erano tanti scompartimenti con tanti oggetti colorati, sopra un porta croissant, chiuso, aprendolo si vedeva che era vuoto, diceva che la seconda volta lo faceva trovare agli ospiti con i croissants appena sfornati.

Come è stata l’accoglienza del pubblico durante gli spettacoli a Roma, Ferrara e Milano?

CP.  L’accoglienza è stata davvero molto positiva e calorosa, al di là delle aspettative, anche da parte dei più giovani, di chi non lo conosceva, a Ferrara, a Milano, a Roma. Molte persone fra il pubblico si sono emozionate e commosse, anche chi non ha conosciuto la sua produzione artistica. Le recensioni sono state tutte splendide, nemmeno una critica negativa. 

Caroline Pagani

A Milano, pur essendo stato pieno per una settimana, sono in molti quelli che non lo sapevano e non sono riusciti a vedere lo spettacolo e che vorrebbero vederlo, a Roma erano increduli anche se dispiaciuti per il fatto che fosse una data unica (all’Auditorium quasi tutti gli spettacoli e i concerti sono in data unica).

Potrebbe dare delle anticipazioni sui i progetti futuri, teatrali e non solo, la Sicilia e Palermo ne faranno parte? 

CP. La distribuzione di tutti gli spettacoli che ho realizzato, in Italia e nel mondo, in più lingue, inglese, francese, spagnolo, già solo questo potrebbe richiedere il resto della vita, “Shakespeare’s Lovers”, “Hamletelia”, “Mobbing Dick”, “Luxuriàs. Lost in lust”, “Teatreide”, la versione francese di questo spettacolo concerto, “Pour amour de l’Amour”, altri dischi, con altre canzoni di Herbert, perché ce ne sono ancora molte, non le ho potute inserire tutte, il disco è già un doppio album; altre cover di altri artisti, soprattutto stranieri, altri testi teatrali, “Desdemona. Amore e morte a Venezia”, “Eleonora Duse e Sarah Bernhardt”, “Maleficents. Cattive”, sui personaggi femminili perfidi, malvagi in Shakespeare, uno su Maria Callas, uno su Giovanna D’Arco, un saggio sull’Eros in Shakespeare: 

“A letto con Shakespeare. Una tragicommedia”, che tratta l’amore passionale, erotico, l’erotismo, nei suoi drammi e del modo in cui veniva rappresentato sui palcoscenici elisabettiani e non. 

La prossima sfida sarà fare un documentario su Herbert e sulla sua arte, anche se mi piacerebbe di più un docu film, ma già riuscire a fare un documentario con il materiale anche d’archivio che c’è sarà un’impresa. I progetti non teatrali, discografici, cinematografici o letterari sono privati e quindi non ne parlo. A parte il sogno di trovare uno spazio in cui fare il mio teatro e in cui accogliere spettacoli di ogni genere e artisti da ogni parte del mondo, senza alcuna dinamica ‘scambista’, o prettamente ‘commerciale’, ma solo artistica e meritocratica. 

Lo spero, perché amo molto la Sicilia, si fa un bel teatro, vivace, pieno di colori e di profumi, come questa calda e splendida terra che ha conosciuto gli incroci di molte culture.

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Biografie

Caroline Pagani

Attrice, autrice e cantante poliglotta, laureata in Filosofia con tesi Storia del Teatro Inglese, specializzata in Scienze e Tecniche del Teatro, in Drammaturgia. Si è formata come attrice allo Stella Adler Studio of Acting di New York, con borsa di studio, ha studiato e lavorato anche con Centre International de Théâtre, Teatro Stabile di Torino, Teatro Stabile del Veneto, Biennale Teatro, Teatro delle Albe, Calixto Bieito, Peter Greenaway, Giorgio Strehler, Andrew Wade, Roberto Latini, Elena Bucci, Francesca Della Monica, Gigi Dall’Aglio. Ha collaborato con attività didattica teorico-pratica e di ricerca col Dipartimento di Arti, Musica e Spettacolo dell’Università Statale di Milano e al Corso di Laurea specialistica in Scienze e Tecniche del Teatro, allo IUAV di Venezia. Ha collaborato come dramaturg col Teatro Baretti di Torino diretto da Davide Livermore. Ha pubblicato i testi teatrali: Hamletelia, Premio Fersen alla Drammaturgia (2013) e Regia (2017) e Luxuriàs. Lost in Lust. (2015) Ha tradotto, scritto, diretto, interpretato Shakespeare’s Lovers, Mobbing Dick, Premio Fersen alla Regia 2023, Hamletelia, spettacolo invitato allo Shanghai Shakespeare Festival e allo Szekspirowki Festiwal di Danzica, con cui ha vinto numerosi premi, in Italia e all’estero. Ha tradotto “The Secret Love Life of Ophelia” di Steven Berkoff. Premio Tragos Europeo per il Teatro 2017 col saggio “Shakespeare’s Lovers. Le donne di Shakespeare fra Teatro e Arti Visive”, Piccolo Teatro, Milano. Sta scrivendo i testi teatrali: Maleficents; Desdemona. Amore e Morte a Venezia; Sarah Bernhardt versus Eleonora Duse; e il libro:A letto con Shakespeare. Una tragicommedia. Ha inciso un doppio album con le più belle canzoni e testi di Herbert Pagani, “Pagani per Pagani”, in più lingue, con ospiti: Danilo Rea, Fabio Concato, Shel Shapiro, Giorgio Conte, Francesca Della Monica, Alessandro Nidi, Moni Ovadia.   

Herbert Pagani

Herbert Avraham Haggiag Pagani (Tripoli, 25 aprile 1944 – Palm Beach, 16 agosto 1988) è stato un cantautore, artista e conduttore radiofonico italiano. Artista di multiforme e poliedrica attività, si esprimeva in lingua italiana e in francese.Di famiglia ebraica tripolina, trascorse parte della sua gioventù, dopo l’espulsione degli ebrei dalla Libia nel 1952, in Italia, in Germania Ovest e in Francia.

Ricordato come una delle voci storiche dell’emittente radiofonica Radio Monte Carlo – insieme a Barbara Marchand, Gigi Salvadori, Ettore Andenna, Luisella Berrino e Roberto Arnaldi – fu anche cantante che lanciò brani di facile presa e popolarità come Cin cin con gli occhiali, Canta (che ti passa la paura), L’amicizia e Ahi… le Hawaii.

Ernesto De Pascale in un articolo per la rivista della SIAE ricorda, tra altre cose, alcuni dei maggiori successi in Italia del «cantautore africano, ma con doppia cittadinanza, francese e italiana», ha così modo di menzionare che Cin cin con gli occhiali e Ahi, le Haway sono state scritte insieme a un giovanissimo Edoardo Bennato e che ha cantato brani per il cinema, come in Vip – Mio fratello superuomo di Bruno Bozzetto e per sceneggiati televisivi, la canzone dei titoli di coda di Marco Visconti ha la sua voce.

Degne di menzione sono anche Non ti amo più (1962) / (Alberto Testa, Herbert Pagani, Christophe), Lombardia (1965), versione italiana de Le plat pays di Jacques Brel e La bonne franquette del 1974.

Quasi sempre i suoi brani furono caratterizzati da una precisa ispirazione psicologica e introspettiva, in perfetta continuità e coerenza con la tradizione neorealista francese della quale Pagani è stato, a detta dei critici, in Italia, uno degli interpreti e uno dei divulgatori più raffinati, colti e sensibili della tradizione neorealista francese della quale Pagani è stato, a detta dei critici, in Italia, uno degli interpreti e uno dei divulgatori più raffinati, colti e sensibili.

Pagani fu fondatore con Annalena Limentani della casa di produzione di programmi radiofonici Mama Records.

Ecologista e pacifista convinto, a partire dal 1970 aveva abbandonato solo in parte il mondo della canzone per fondare uno dei primi “progetti multimediali” (il “Megalopolis”), incidendo alcuni album di taglio “progressive” e dedicandosi anche all’attività politica.

Pagani apparve come attore in uno sceneggiato televisivo del 1975, Marco Visconti diretto da Anton Giulio Majano: ebbe inoltre grande popolarità in Italia grazie alla canzone Cavalli ricamati (musica del M° Beppe Moraschi), brano con cui si concludeva ciascuna puntata dello sceneggiato e che egli eseguì dal vivo al termine dell’ultimo episodio.

Morì a Palm Beach, in Florida, per una forma di leucemia. Aveva quarantaquattro anni.

Pagani è sepolto nel cimitero di Tel Aviv Kyriat Shaul.

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