“Tunisi è linea mediterranea lungo la quale i linguaggi si incontrano e si intrecciano. Qui il luogo sul mare è meditazione. In lontananza la Sicilia è un ascolto di voci” .
In occasione della Fiera Internazionale del Libro 2024, in corso fino al 27 aprile, cui l’Italia è ospite d’onore, abbiamo voluto ascoltare tra gli studiosi, presenti in rappresentanza del nostro Paese alla manifestazione letteraria, Pierfranco Bruni. Lo scrittore che racconta gli Orienti nel Mediterraneo in una contaminazione tra filosofia e letteratura, tra estetica e poesia.
Oltre ai suoi ruoli istituzionali Pierfranco Bruni, è esperto e conoscitore delle filosofie del Mediterraneo. Nei suoi incontri dedicati ai linguaggi dei Mediterranei, spesso emerge il pensiero di alcuni filosofi. Vintila Horia, Alberto Camus e l’italiano di Lentini (Sicilia) Manlio Sgalambro sono al centro degli studi epistemologici dell’antropologo.
Abbiamo chiesto al Professor Bruni di spiegare quale sia l’anello conduttore che lega letteratura, musica e filosofia nel processo ontologico delle sue analisi.
“Non credo alla separazione dei cosiddetti ‘generi’. Io lavoro con un pensiero unificante e non divisibile. Perché alla fine tutte le linee formano un cerchio”.
L’ingresso nel sistema filosofico è immediato. Le chiedo per pura visione di “sicilitudine” se e quanto Sgalambro abbia in comune con lo scrittore algerino francese Camus?
“La rivolta. In Camus diventa superamento della rivoluzione e della prassi. In Sgalambro nichilismo oltre Nietzsche. Non so se si è mai liberato del filosofo tedesco. La filosofia di Sgalambro non è comunque al di là del bene. È piuttosto la ferita del male. Non è neppure la tragedia. È la fine della tragedia ed è quindi la morte”.
Cosa univa Manlio Sgalambro a Franco Battiato che era molto legato a Tunisi?
“Sgalambro? L’attesa della pazienza. Una visione completamente orientale. In Sgalambro campeggiava la grecità. In Battiato l’Oriente degli Orienti”.
In qualità di presidente del comitato nazionale “Manlio Sgalambro”del ministero della Cultura, lei sta certamente lavorando sul filosofo siracusano. Quali le direzioni interpretative cui le sue indagini si rivolgono ?
“Nel modo che ha potuto notare. Ovvero, Sgalambro è un filosofo profondamente greco e quindi anche mediterraneo. Bisognerebbe insistere su ciò. Credo poco al gioco tra pessimo e pessimismo. Piuttosto avvia una ridiscussione sulla rinascita della tragedia. Proprio per questo supera il dramma. Tutto è nella confusione della fine. Infatti la morte è confusione senza un approdo”.
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Pierfranco Bruni è nato in Calabria e vive tra Roma e la Puglia. Scrittore, poeta, italianista e critico letterario, già direttore archeologo presso il Ministero della Cultura. Esperto di Letteratura dei Mediterranei, vive la letteratura come modello di antropologia religiosa. Ha pubblicato diversi testi sulla cristianità in letteratura. Il suo stile analitico gli permette di fornire visioni sempre inedite su tematiche letterarie, filosofiche e metafisiche. Si è dedicato al legame tra letteratura e favola, letteratura e mondo sciamanico, linguaggi e alchimia. Ha pubblicato oltre 120 libri, tra poesia saggistica e narrativa. È presidente del Centro Studi e Ricerche “Francesco Grisi”. Ricopre incarichi istituzionali inerenti la promozione della cultura e della letteratura. Quest’anno con decreto del Ministero della Cultura Mic , è stato nominato Presidente della Commissione per il conferimento del titolo di “Capitale italiana del Libro 2024“. Recente è inoltre l’incarico assegnato sempre dal Mic di Componente della Giunta del Comitato nazionale per il centenario della morte di Eleonora Duse (21 aprile 1914 – 21 aprile 2024) e direttore scientifico nazionale del Progetto Undulna Duse.@riproduzione riservata