Il tempo è confusamente variabile. Dai vetri della finestra del soggiorno la pioggia smette e poi riprende. Ci sono giorni in cui le parole superano il pensiero. Il linguaggio del pensiero è altro rispetto alle parole come linguaggio. Restano le macerie nel pensiero che marcisce. Resta la malinconia nel silenzio delle rovine in frammenti.
La metafisica si perde. Si è persa. È distante. Ma cos’è la metafisica. Entrano in gioco le orbite dell’essere.
Schopenhauer parla della metafisica in questi termini: ““Le religioni si sono impadronite della disposizione metafisica dell’uomo, in parte delimitandola e paralizzandola tempestivamente con i loro dogmi, in parte mettendo un assoluto divieto su tutte le sue libere e naturali espressioni. Così, all’uomo la libera ricerca sulle questioni più importanti e interessanti, anzi sulla sua stessa esistenza, viene in parte proibita direttamente, in parte ostacolata indirettamente, in parte resa soggettivamente impossibile mediante quella paralisi; e dunque la più elevata delle sue disposizioni giace in catene”.
Intreccio di catene nel pensiero che delimita la ragione. Sarà vero? Il vero cosa è? Con Kant ci addentriamo: “La ragione umana, anche senza il pungolo della semplice vanità dell’onniscienza, è perpetuamente sospinta da un proprio bisogno verso quei problemi che non possono in nessun modo esser risolti da un uso empirico della ragione… e così in tutti gli uomini una qualche metafisica è sempre esistita e sempre esisterà, appena che la ragione s’innalzi alla speculazione”.
Speculare si intrappola nel destino. La metafisica si definisce in una fenomenologia? Pessoa forse ha torto? Ma dove sta la ragione? Dove sta la metafisica? Pessoa: “La metafisica mi è sempre sembrata una forma comune di pazzia latente. Se conoscessimo la verità la vedremmo; tutto il resto è sistema e periferia. Ci basta, se riflettiamo, l’incomprensibilità dell’universo; volerlo capire è essere meno che uomini, perché essere uomo è sapere che non si capisce”.
L’essere umano è altro rispetto a “essere umano”? Siamo dentro tutto ciò che il labirinto ci offre. Sono dentro il labirinto ma cerco il viaggio per ritornare in porto? Ma Voltaire come fa a dire che: “La metafisica è il romanzo dello spirito”? È quello che si attende?
Vico suggerisce: “La metafisica è fonte d’ogni vero”. Mentre Jünger: “Nonostante la loro consunzione moderna, i miti restano, al pari della metafisica, un ponte gettato verso la trascendenza”.
Forse ci sono ombre dai vetri della finestra. Forse sì. È certo con Ionesco che: “Una fraternità fondata sulla metafisica è più sicura di una fraternità o di un cameratismo fondati sulla politica”.
In tutto questo cosa direbbe Sgalambro? Ciò che ha scritto: “Il bello è nell’attimo stesso in cui si avverte che un bello non è più. Per sempre ormai, possibile”.
Il bello non è più? È metafisico? Certo. La metafisica della nostalgia. E il canto imprigiona la filosofia e si chiude nello stesso modo in cui l’essere umano finisce.
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Pierfranco Bruni è nato in Calabria e vive tra Roma e la Puglia. Scrittore, poeta, italianista e critico letterario, già direttore archeologo presso il Ministero della Cultura. Esperto di Letteratura dei Mediterranei, vive la letteratura come modello di antropologia religiosa. Ha pubblicato diversi testi sulla cristianità in letteratura. Il suo stile analitico gli permette di fornire visioni sempre inedite su tematiche letterarie, filosofiche e metafisiche. Si è dedicato al legame tra letteratura e favola, letteratura e mondo sciamanico, linguaggi e alchimia. Ha pubblicato oltre 120 libri, tra poesia saggistica e narrativa. È presidente del Centro Studi e Ricerche “Francesco Grisi”. Ricopre incarichi istituzionali inerenti la promozione della cultura e della letteratura. Quest’anno con decreto del Ministero della Cultura Mic , è stato nominato Presidente della Commissione per il conferimento del titolo di “Capitale italiana del Libro 2024“. Recente è inoltre l’incarico assegnato sempre dal Mic di Componente dellaGiunta del Comitato nazionale per il centenario della morte di Eleonora Duse (21 aprile 1914 – 21 aprile 2024) e direttore scientifico nazionale del Progetto Undulna Duse 100.
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