Vorrei poterti raccontare una favola, ma forse la vivo. Vorrei parlarti d’amore ma lo abito. Vorrei inventarmi una leggenda ma ci sono dentro … Comunque…
Ci sono un uomo e una donna. L’uomo è diventato adulto. Adulto per non dire che ormai ha i suoi anni duri e pesano. Li sente tutti addosso. Forse perché li ha vissuti con immensa intensità, ma è soddisfatto e riflette persino sul tramonto che lascia l’orizzonte.
La donna è matura. Ha un meraviglioso sorriso e due occhi che sono maree tra l’aurora e il crepuscolo.
Ci sono sere che si lascia accompagnare dalla malinconia anche guardando le onde. Non teme gli anni perché ha una maestosa sensualità sul filo della pelle e un dipinto illuminante sulle labbra.
L’uomo a volte è stanco, più stanco del solito. Stanco dentro. La donna ha la dolcezza della calda primavera e del mite autunno. Incisi nel sottofondo degli occhi porta la sua storia. Ha il fascino delle antiche curandere.
L’uomo ha ereditato dalla madre e dal padre l’arte dello sciamano. Ovvero della protezione e della saggezza anche se resta impavido e ribelle sempre.
L’uomo guarda la donna e le dice: “Non temere. Non temere mai. La Provvidenza arriva sempre. Arriva con gli dei che sconfiggono le tempeste e fermano i naufragi”.
Poi osserva il suo corpo, la sua vitalità, la sua carnalità e sorride…
L’uomo e la donna in un giorno di tante lune fa hanno fatto l’amore. E da quelle lune che avevano magie d’epoche non hanno smesso di amarsi.
L’uomo è invecchiato ora. La donna ha la giovinezza antica.
Non so se è leggenda favola fiaba storia. È destino! L’uomo cerca la pacatezza. La donna la serenità.
Il silenzio lascia spazia al vento. Soffia tra i capelli e sposta la sabbia. Sono passati gli anni. Ma gli anni passano sempre. A volte diventano ricordi. A volte oblio.
Non so se ho raccontato qualcosa. So però che raccontare è ricordare. Ogni racconto diventa confessione.
L’uomo si incammina lungo il sentiero seguendo i passi della sua ombra. Giunge tra scogli e massi grandi. Si ferma. Un attimo. Si gira e osserva. Trova inciso su una pietra nera queste parole: “Quando il possibile si è realizzato, ovvero è stato possibile bisognerebbe cercare l’amore pensato impossibile. Quando si raggiunge l’impossibile occorre sorridere. La vita è tua. È realtà. È sogno. È viaggio. Viviti e vivi. Sempre. Anche quando avrai la mia età pensa che ci sono tante vite ancora da vivere e abitare”.
Poi senza commentare continua a seguire le sue ombre in silenzio.
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Pierfranco Bruni è nato in Calabria e vive tra Roma e la Puglia. Scrittore, poeta, italianista e critico letterario, già direttore archeologo presso il Ministero della Cultura. Esperto di Letteratura dei Mediterranei, vive la letteratura come modello di antropologia religiosa. Ha pubblicato diversi testi sulla cristianità in letteratura. Il suo stile analitico gli permette di fornire visioni sempre inedite su tematiche letterarie, filosofiche e metafisiche. Si è dedicato al legame tra letteratura e favola, letteratura e mondo sciamanico, linguaggi e alchimia. Ha pubblicato oltre 120 libri, tra poesia saggistica e narrativa. È presidente del Centro Studi e Ricerche “Francesco Grisi”. Ricopre incarichi istituzionali inerenti la promozione della cultura e della letteratura. Quest’anno con decreto del Ministero della Cultura Mic , è stato nominato Presidente della Commissione per il conferimento del titolo di “Capitale italiana del Libro 2024“. Recente è inoltre l’incarico assegnato sempre dal Mic di Componente dellaGiunta del Comitato nazionale per il centenario della morte di Eleonora Duse (21 aprile 1914 – 21 aprile 2024) e direttore scientifico nazionale Mic del Progetto Undulna Duse 100; Componente Comitato nazionale Manlio Sgalambro Ministero della Cultura (Mic)
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