Sette giorni al mio paese. San Lorenzo il luogo del cuore

Dimenticare è perdere pezzi di vita. È sempre un percorso metafisico camminare tra le strade del mio paese. Nulla è dimenticabile. È qui che si racconta la lentezza, la pazienza, il silenzio. È così che ritrovo le mie radici, il mio mondo antico. Una settimana a San Lorenzo del Vallo, ho respirato la religiosità che non ho mai smarrito..."Memorie di Adriano" di Marguerite Yourcenar. In ogni momento di perplessità leggo la chiusa: Voglio entrare nella morte con gli occhi aperti...con i caffè innumerevoli e la nuvola azzurra dei miei sigari che hanno le ombre delle parole...

Ho trascorso una settimana nella mia casa di paese. Ho attraversato per una settimana le vie del mio paese. Ho visto luoghi che non vedevo da anni. I ragazzi di un tempo sono diventati adulti. Gli adulti di un tempo sono invecchiati con saggezza.
Le strade come allora hanno la solitudine cucita tra una casa e l’altra. Molte case vuote. Le assenze sono tante ormai. Ma non potrò mai dimenticare. Nulla si dimentica. Dimenticare è perdere pezzi di vita.

Ogni mattina, quasi in un albeggiare antico, sono sceso in giardino. Il fico è sempre al suo posto. In una aiula che mio padre innaffiava ogni sera con il calare della sera. Fichi neri. Accanto un albero di arance che hanno la dolcezza di mia madre.
Gli anni sono passati.

Dopo la solita doccia una passeggiata sino al bar per il mio solito doppio o triplo caffè. L’ospitalità dalle mie parti è un sorriso mistico. Non sono mai riuscito a pagare un caffè. Il mio paese è sacro! Con i miei quattro o cinque quotidiani giornalieri riprendevo la strada verso casa.
“Tu sei il figlio di Italiano?”.
Ogni persona una sosta.
“Hai la faccia di questo paese”. Strette di mano e commozioni.
È sempre un percorso metafisico camminare tra le strade del mio paese. Nulla è dimenticabile. Una breve entrata in chiesa. Uno sguardo attento ai miei santi.
È così che ritrovo le mie radici, il mio mondo antico, il mio essere di paese.
San Lorenzo del Vallo mi danza negli occhi. Vorrei poter ritornare presto.

Lunghe ore di lavoro seduto sulla poltrona sulla quale ha vissuto gli ultimi anni mia madre. Se vedesse come ho combinato le stanze chissà cosa mi direbbe. Persino la cucina è diventata una biblioteca. Il frigorifero pieno di libri.
Tutto questo ha la bellezza dell’armonia. È qui che si racconta la lentezza, la pazienza, il silenzio. Nottate intere con la luce accesa pensando leggendo scrivendo appunti.
È la mia vita. Inattaccabile.
Scrivere può essere anche un mestiere. Pensare no.

Sette giorni tra fichi, pesche, caffè. E sigari. Finalmente ho strutturato il mio nuovo libro tra le nuvole di fumo che hanno aloni di vento. Fino alle quattro del mattino. L’unica luce accesa nel vicinato veniva dalle mie stanze. Affacciarsi al balcone in un’ora antelucana è una sensazione misteriosa. Dormito come al solito. Pochissimo. Il resto è tutto bellezza.
Forse per uno scrittore. Forse per uno che ha scelto di abitare i giorni come io li abito… Per scelta. Una libertà che resta dentro di me… Indelebile.
Il resto è distante da me. Vivere il mio paese ha qualcosa di sublime. Gli altri viaggi possono attendere. Tra poco sarò nuovamente a Tunisi e poi a Francoforte. Con il paese nel cuore.

Guardo dal telefonino il biglietto del prossimo volo appena inviatomi. Non voglio restare stanco. Porto sempre con me quel romanzo che mi è stato regalato anni fa. Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar. In ogni momento di perplessità leggo la chiusa: Voglio entrare nella morte con gli occhi aperti.

Certo è un altro discorso. Ma una settimana a San Lorenzo ho respirato la religiosità che non ho mai smarrito. Con i caffè innumerevoli e la nuvola azzurra dei miei sigari che hanno le ombre delle parole.

Pierfranco Bruni è nato in Calabria e vive tra Roma e la Puglia. Scrittore, poeta, italianista e critico letterario, già direttore archeologo presso il Ministero della Cultura. Esperto di Letteratura dei Mediterranei, vive la letteratura come modello di antropologia religiosa. Ha pubblicato diversi testi sulla cristianità in letteratura. Il suo stile analitico gli permette di fornire visioni sempre inedite su tematiche letterarie, filosofiche e metafisiche. Si è dedicato al legame tra letteratura e favola, letteratura e mondo sciamanico, linguaggi e alchimia. Ha pubblicato oltre 120 libri, tra poesia saggistica e narrativa. È presidente del Centro Studi e Ricerche “Francesco Grisi”. Ricopre incarichi istituzionali inerenti la promozione della cultura e della letteratura. Quest’anno con decreto del Ministero della Cultura Mic , è stato nominato Presidente della Commissione per il conferimento del titolo di “Capitale italiana del Libro 2024“. Recente è inoltre l’incarico assegnato sempre dal Mic di Componente dellaGiunta del Comitato nazionale per il centenario della morte di Eleonora Duse (21 aprile 1914 – 21 aprile 2024)  direttore scientifico nazionale del Progetto Undulna Duse 100 e del Progetto nazionale Manlio Sgalambro a 100 anni dalla nascita. Entrambi indetti dal Mic
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