di Pierfranco Bruni
Cosa è stato il castello di Dux in Boemia per Giacomo Casanova? L’attesa? La solitudine? Le Memorie? È certo che le tre finestre sono fondamentali.
La ricerca di Henriette è alla base del suo essere e della sua ricerca di un ricordare costante tra una affacciata alla finestra e un sonno tormentato sulla poltrona dove lasciò il suo ultimo respiro.
Di Henriette scriverà: “Ogni volta che penso a lei mi scende un balsamo nel cuore”. Così nelle sue Memorie. Si incontreranno alcuni anni dopo. Lei lo riconoscerà subito. Lei era irriconoscibile proprio nel fisico.
Casanova era terribilmente attratto da quella donna giovane e magra che aveva conosciuto. Stringerà un patto d’amore tanto da fargli scrivere: “Non accrescere il tuo dolore pensando al mio. Mai sogno tanto bello durò tanto a lungo. Cantiamoci di essere stati capaci di renderci completamente felici per tre mesi interi. Non dimentichiamoci mai e ricordiamo il nostro amore per rinnovarlo nel nostri cuori che, anche separati, ne godranno con maggiore intensità”.
Un sentimento intenso che non smetterà mai di accompagnare Casanova. Diventerà più profondo proprio a Dux. La solitudine accentuerà i ricordi delle belle storie anche se tutta la sua vita sarà il filtro della sua scrittura.
Dalla nascita e dalla sua infanzia durante la quale sarà abbandonato dalla madre ai Piombi e da qui a tutti i suoi viaggi e alle sue donne. Tutto diventerà una ragnatela dalla quale nulla sfugge. Henriette diventerà il perno centrale dei suoi ultimi anni e degli ultimi mesi soprattutto.
Resterà un mito nella vita di Casanova. Nulla verrà mitizzato tranne lei. Casanova: “Chi non crede che una donna sia in grado di rendere un uomo felice per tutte le ventiquattro ore di un giorno non ha mai conosciuto Henriette”. Casanova felice con Henriette diventerà il malinconico Casanova senza Henriette.
Ancora: “…mai nemmeno un petalo di rosa si è insinuato tra noi a turbare la nostra felicità”. La vita sarà devastante senza di lei. Resterà tale alla sua morte anche se non dimenticherà mai che “La realtà dipende dall’immaginazione”. Ma quanta immaginazione ci sarà nell’amore tra Giacomo e Henriette? Nella sua solitudine tra le stanze del castello di Dux tutto ciò sarà chiosato tra memorie e vita.
Photocover : Alain Delon nel Film “Il ritorno di Casanova (Le retour de Casanova)” 1992 diretto da Édouard Niermans – Il Castello di Duchcov (in tedesco Dux) nella omonima Città della Repubblica Ceca, dove Giacomo Casanova visse dal 1785 fino alla sua morte, avvenuta il 4 giugno 1798.
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Pierfranco Bruni è nato in Calabria e vive tra Roma e la Puglia. Scrittore, poeta, italianista e critico letterario, già direttore archeologo presso il Ministero della Cultura. Esperto di Letteratura dei Mediterranei, vive la letteratura come modello di antropologia religiosa. Ha pubblicato diversi testi sulla cristianità in letteratura. Il suo stile analitico gli permette di fornire visioni sempre inedite su tematiche letterarie, filosofiche e metafisiche. Si è dedicato al legame tra letteratura e favola, letteratura e mondo sciamanico, linguaggi e alchimia. Ha pubblicato oltre 120 libri, tra poesia saggistica e narrativa. È presidente del Centro Studi e Ricerche “Francesco Grisi”. Ricopre incarichi istituzionali inerenti la promozione della cultura e della letteratura. Quest’anno con decreto del Ministero della Cultura Mic , è stato nominato Presidente della Commissione per il conferimento del titolo di “Capitale italiana del Libro 2024“. Recente è inoltre l’incarico assegnato sempre dal Mic di Componente della Giunta del Comitato nazionale per il centenario della morte di Eleonora Duse (21 aprile 1914 – 21 aprile 2024) direttore scientifico nazionale del Progetto Undulna Duse 100 e del Progetto nazionale Manlio Sgalambro a 100 anni dalla nascita. Entrambi indetti dal Ministero della Cultura (MiC)
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