Pierfranco Bruni
C’era una volta una favola che trasformò tutto in mito. Poi il mito si espresse con gli archetipi. Ricordare di aver sorseggiato una tazza di caffè con mia madre e mio padre in un tempo distante è un archetipo.
Ci sono racconti che si ascoltano con le voci che hanno del vento il sottile fruscio delle foglie. Si è sempre oltre la notte delle parole perché in ogni segno di sibilo sottile il tempo ha la misura della maschera. Siamo esilio o solitudine? Cerco la terra che cammino anche se so che si abita soltanto ciò che si è già abitato. Non bisogna mai restare nel bosco. Faccio in modo di non fare a meno dell’ironia. Anche l’ora segna il suo viaggio nello specchio che ho di fronte.
È un fatto certo. Ogni lavoro apre ad un altro. Kafka Sgalambro Camus Zambrano. Un pellegrinaggio che conduce, tra l’oblio e il tutto, a un desiderio d’amore e in cui la conoscenza e la memoria sono pilastri indispensabili.
La storia degli uomini non è soltanto cronaca. Non è mai la storia a fare gli uomini. È l’uomo in rivolta che ricompone le storie e cammina a passo di viaggio nel tempo. Bisogna essere estranei alla forza della storia attraverso la verità del tempo. Il reale non è mai ciò che appare. Il vero è ciò che si abita nel cuore.
Forse anche per questo abbiamo bisogno di un’isola che superi la nausea. La storia è al di fuori di noi. Il tempo è dentro di noi con l’esilio la solitudine l’amore il dritto e il rovescio. Per questo ho scritto in libro in cui Camus è mio compagno di destini negli orizzonti dei Mediterranei.
Siamo orizzonti. Dentro il filo del cammino si incontrano i silenzi che potrebbero diventare urlo. Se il silenzio diventa urlo ogni sensazione diventa passione e ogni passione ha la sensualità del tragico. In tutto questo il ricordare diventa un urto con il voler dimenticare. Si dimentica ciò che non c’è più nel cuore.
Le contraddizioni?
Se non vivessimo di contraddizioni saremmo uomini inutili. Giacomo Casanova ha tracciato la sua vita proprio nelle contraddizioni delle sue memorie. La filosofia è vita quando smette di costruirsi sulla citazione di altri filosofi.
Il filosofo deve reinventarsi senza ricostruire e rileggere annotando. Casanova filosofo? Ma certamente sì. Sgalambro filosofo? Ma certamente sì. Cioran filosofo del crepuscolo. Ma certamente sì. È implicito che ci sono eredità. Questo non significa importare un pensiero sulla sfilza di note e rimandi. È rileggere altri autori così.
Crearsi creando un pensiero che va oltre il detto il fatto il pensato. Riusciamo a raccontare le stelle senza il cielo stellato? Kant e Hegel vivono il sonno delle parole. Anzi vivono nel sonno del già detto. Riusciamo a inventarci una stella senza la presenza della stella? Mi perdo nel tempo della mia memoria.
Ogni memoria è personale. Perché ogni uomo è uno. Quando tempo occorrerà affinché ciò possa accadere?
Io sono la contraddizione tra il presente e il passato. Non ho la necessità di farmi capire. Ho il bisogno di capirmi. Si scrive per comprendersi. Sono un uomo d’isola.
Scrivimi Henriette. Senza le tue lettere non sono nessuno anche se posso rappresentare centomila persone. Ma devo essere io a uscire dal nessuno per capire l’uno.
Il tempo è contraddizione perché è inconciliabile con il presente che è dentro di me. Se mi racconto in fondo vuol dire che ci sono stato.
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Pierfranco Bruni è nato in Calabria e vive tra Roma e la Puglia. Scrittore, poeta, italianista e critico letterario, già direttore archeologo presso il Ministero della Cultura. Esperto di Letteratura dei Mediterranei, vive la letteratura come modello di antropologia religiosa. Ha pubblicato diversi testi sulla cristianità in letteratura. Il suo stile analitico gli permette di fornire visioni sempre inedite su tematiche letterarie, filosofiche e metafisiche. Si è dedicato al legame tra letteratura e favola, letteratura e mondo sciamanico, linguaggi e alchimia. Ha pubblicato oltre 120 libri, tra poesia saggistica e narrativa. È presidente del Centro Studi e Ricerche “Francesco Grisi”. Ricopre incarichi istituzionali inerenti la promozione della cultura e della letteratura. Quest’anno con decreto del Ministero della Cultura Mic , è stato nominato Presidente della Commissione per il conferimento del titolo di “Capitale italiana del Libro 2024“. Recente l’incarico assegnato sempre dal Mic di Componente della Giunta del Comitato nazionale per il centenario della morte di Eleonora Duse (21 aprile 1914 – 21 aprile 2024) direttore scientifico nazionale del Progetto Undulna Duse 100 e del Progetto nazionale Manlio Sgalambro a 100 anni dalla nascita. Entrambi indetti dal Ministero della Cultura (MiC)
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