Mimma Cucinotta
In un istante il tempo. Il tempo in un istante nella morte dissolvenza della vita. Una visione. Cornice di una esistenza dentro la coscienza tra il vero e il reale, il possibile e l’impossibile, naufragando nel mare tempestoso di orizzonti infiniti o infrangersi sugli scogli del dubbio oltre la finitezza di una verità scivolosa nell’istante del tempo.
Un enigma restituito dal pensiero di Franz Kafka. All’interno, il processo. Della vita.
Policromia di colpe mai commesse sottoposte a giudizio della non significanza di senso. Uno scavo nella notte onirica che impregna la stessa vita di Franz Kafka (Praga, 3 luglio 1883 – Kierling, 3 giugno 1924) segnata dalla finzione in rivolta con il reale. Riflesso speculare di uno specchio. Il proprio, in cui lo scrittore “circondato da una parete di vetro” riflette leggera la sua immagine inquieta proiettata nel viaggio trasgressivo della parola che riconduce all’enigma di una esistenza incompiuta tanto quanto le sue costruzioni letterarie.
Cosa c’è di più temibile in Kafka ?
Un passaggio graffiante tra i tanti scanditi da Pierfranco Bruni in “Kafka. La verità tragica”, Solfanelli Editore.
Un volume sferzante di interrogativi che l’autore pone sul piano ermeneutico in cui symbolismus et patientia penetrano l’analisi generando un’atmosfera fenomelogica comparata. Una nuova frontiera interpretativa del labirintico pensiero dello scrittore boemo. Una indagine in cui l’assenza della paura della verità dialoga con il destino entrando in comunione. La persistenza metafisica dello studio integra spiegando l’osservazione delle contraddizioni vissute da Kafka tra il vero, il doppio la maschera, il vetro, lo specchio. Il personaggio K. è emblema e simbolo dello scrittore. “Rompere le pareti di vetro è un andare oltre lo specchio che si infrange… ”
Ad emergere sottolinea Pierfranco Bruni è l’allegoria del doppio che si impossessa dell’io.
Kafka è un rivelarsi lungo il gioco della trasposizione figurata delle immagini. La metafora, struttura della visione kafkiana. Mai della dissimulazione interiore.
Kafka vive gli echi disperanti del proprio dolore nel dubbio e la certezza della tana, dove urla inserendosi la verità. Così è per Milena. ” Amore è il fatto che tu sei per me un coltello con il quale frugo dentro me stesso”.
Il disincanto, l’immaginario il sogno. Un circuito di vita tra bene e male in una intuizione che accompagnerà l’uomo e lo scrittore. Entrambi non dissolvono l’utopia nell’istante del tempo incarnando la rivolta. Camus la riprende superando come Franz il viaggio nella notte della passione in uno scenario senza applausi….nel silenzio oltre il reale.
Praga è una città tra nuvole dimenticate e luci spente.
Nella permanenza della vita in morte tra gli scogli della bellezza e dell’assurdo.
Kafka. La verità tragica.
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Pierfranco Bruni è nato in Calabria.
Archeologo direttore del Ministero Beni Culturali, presidente del Centro Studi “Grisi” e già componente della Commissione UNESCO per la diffusione della cultura italiana all’estero.
Nel 2024 Ospite d’onore per l’Italia per la poesia alla Fiera Internazionale di Francoforte e Rappresentante della cultura italiana alla Fiera del libro di Tunisi.
Per il Ministero della Cultura è attualmente:
• presidente Commissione Capitale italiana città del Libro 2024;
• presidente Comitato Nazionale Celebrazioni centenario Manlio Sgalambro;
• segretario unico comunicazione del Comitato Nazionale Celebrazioni Eleonora Duse.
È inoltre presidente nazionale del progetto “Undulna Eleonora Duse”, presidente e coordinatore scientifico del progetto “Giacomo Casanova 300”.
Ha pubblicato libri di poesia, racconti e romanzi. Si è occupato di letteratura del Novecento con libri su Pavese, Pirandello, Alvaro, Grisi, D’Annunzio, Carlo Levi, Quasimodo, Ungaretti, Cardarelli, Gatto, Penna, Vittorini e la linea narrativa e poetica novecentesca che tratteggia le eredità omeriche e le dimensioni del sacro.
Ha scritto saggi sulle problematiche relative alla cultura poetica della Magna Grecia e, tra l’altro, un libro su Fabrizio De André e il Mediterraneo (“Il cantico del sognatore mediterraneo”, giunto alla terza edizione), nel quale campeggia un percorso sulle matrici letterarie dei cantautori italiani, ovvero sul rapporto tra linguaggio poetico e musica. Un tema che costituisce un modello di ricerca sul quale Bruni lavora da molti anni.
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