![Pierfranco Bruni arte nella bellezza](https://www.paeseitaliapress.it/wp-content/uploads/2025/02/Pierfranco-Bruni-arte-nella-bellezza--678x381.jpg)
Pierfranco Bruni
L’uomo che non ama la leggerezza è quell’uomo che ha sempre fatto della vita un piacere e del piacere la profondità penetrante della seduzione. Mi pare che davanti a questo immaginario si possa innalzare una visione di bellezza. Da dove nasce la bellezza? Come viene percepita? Nell’arte? Nella quotidianità? Nel linguaggio? In un corpo di donna?
La bellezza non è una comparazione con la perfezione. Il corpo di una donna non sempre ha una perfezione completa per suscitare il senso della bellezza. Entra in gioco l’attrazione che è una componente particolare e suggestiva della bellezza. La bellezza nella assolutezza dell’universale non esiste. Esiste invece il bello nei dettagli di chi considera un oggetto o una persona. Li vede belli perché il suo sguardo è stato colpito da un magico luccichio del mistero che non può essere definito.
L’esempio più emblematico è proprio il corpo di una donna anche se giocano, in questo caso, altri fattori. Si può considerare una donna fortemente sensuale anche bella? O viceversa? Ecco che sopraggiungono appunto altri fattori. Ciò che io vedo e mi colpisce a primo acchitto è qualcosa che rende lo bello ai miei occhi? Altrimenti perché vengo colpito e affascinato? Certo le distinzioni sono tante: mistero, fascino, seduzione, eros, attrazione e così via. Ma ognuna di questi è reso in bellezza attraverso il mio guardare ed essere colpito da una alchimia inconscia. Mi si dirà che anche il brutto può essere seducente. Non è la stessa cosa. Perché tutto diventa soggettivo.
La oggettività della bellezza non può esistere. Ancora una volta subentra il piacere. Non è un dato di poco conto. Il piacere è tutto. La bellezza statuale è bellezza da statua. Certo è anche bellezza. Io non vengo attratto da questo desiderio. Certo la bellezza è anche ciò che emana emozioni. Giusto, un quadro può suscitare emozioni. Ma basta per elevarlo a bellezza? Forse in parte o forse sì o forse no. Certo tutto può essere messo in discussione. Il vecchio detto del “è bello ciò che piace” non dovrebbe essere trascurato.
È bello ciò che seduce un altri termini? Il tutto per dire che la bellezza perfetta può anche non dirmi nulla. Ovvero ognuno di noi ha dentro di sé una misura che legge spontaneamente l’oggetto e l’essere. Io mi fido dunque dei miei occhi, della mia percezione di ciò che crea piacere di ciò che affascina e tutto ciò mi diventa magico e crea in me non un sentimento bensì una potenza spirituale e fisica che si realizza come bellezza e avvolge travolge incuriosisce.
L’uomo che cerca la bellezza nella seduzione non ama la leggerezza. Infatti io non amo la bellezza della statua. Amo la seduzione e la bellezza del piacere che ha una sua carnalità, ovvero che ha il linguaggio della vita.
“Apprezzare la bellezza per la sua intelligenza e l’intelligenza per la sua bellezza” Giacomo Casanova).
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Pierfranco Bruni è nato in Calabria.
Archeologo direttore del Ministero Beni Culturali, presidente del Centro Studi “Francesco Grisi” e già componente della Commissione UNESCO per la diffusione della cultura italiana all’estero.
Nel 2024 Ospite d’onore per l’Italia per la poesia alla Fiera Internazionale di Francoforte e Rappresentante della cultura italiana alla Fiera del libro di Tunisi.
Per il Ministero della Cultura è attualmente:
• presidente Commissione Capitale italiana città del Libro 2024;
• presidente Comitato Nazionale Celebrazioni centenario Manlio Sgalambro;
• segretario unico comunicazione del Comitato Nazionale Celebrazioni Eleonora Duse.
È inoltre presidente nazionale del progetto “Undulna Eleonora Duse”, presidente e coordinatore scientifico del progetto “Giacomo Casanova 300”.
Ha pubblicato libri di poesia, racconti e romanzi. Si è occupato di letteratura del Novecento con libri su Pavese, Pirandello, Alvaro, Grisi, D’Annunzio, Carlo Levi, Quasimodo, Ungaretti, Cardarelli, Gatto, Penna, Vittorini e la linea narrativa e poetica novecentesca che tratteggia le eredità omeriche e le dimensioni del sacro.
Ha scritto saggi sulle problematiche relative alla cultura poetica della Magna Grecia e, tra l’altro, un libro su Fabrizio De André e il Mediterraneo (“Il cantico del sognatore mediterraneo”, giunto alla terza edizione), nel quale campeggia un percorso sulle matrici letterarie dei cantautori italiani, ovvero sul rapporto tra linguaggio poetico e musica. Un tema che costituisce un modello di ricerca sul quale Bruni lavora da molti anni.
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