La Provincia nel sentiero della letteratura del Novecento

Tutta la letteratura, del sensibile e del simbolo, è letteratura della provincia. Un dibattito che interessa diversi ambiti. Per la visione che dà alla memoria anche Marcel Proust se letto con il metro critico dell’abbandono della realtà, diventa uno scrittore che racconta il sentimento della provincia. Una analisi aperta a chiavi interpretative nel rapporto tra storia, metafora e memoria. Elementi decodificatori della provincia come struttura, non solo letteraria, ma sociologica… La Calabria (o il Sud) in questo caso è poetica del mito nella trasformazione dei luoghi reali in luoghi dell’anima...

Pierfranco Bruni
 
 
La letteratura si apre ad una diversità di chiavi interpretative che hanno, comunque, alla base un rapporto tra storia, metafora e memoria. Il dibattito che si è sviluppato interessa diversi ambiti. Ci sono comparazioni che vanno analizzati e applicate soprattutto nel campo delle letterature e delle nuove discipline letterarie.
      La letteratura italiana contemporanea presenta le sue caratteristiche di fondo grazie a due coordinate che hanno una loro valenza critico – letteraria da una parte e storico – estetica  per un altro versante. Lo storicismo cosiddetto dialettico anche in letteratura è fallito sia nella sua forma teorica sia in un confronto diretto con le linee letterarie che con gli stessi autori. La letteratura del Novecento italiano ha una sua valenza storica che andrebbe riscritta e riletta  sia sul piano metodologico che su piano pedagogico. Gli autori hanno bisogno di essere riletti sulla base dei testi, delle opere che hanno lasciato e sulle loro testimonianze.
      Ma c’è una letteratura nazionale che vive dentro quella letteratura cosiddetta della “provincia” che diventa espressione di una tesi nazional – popolare. Come c’è una letteratura che ha contenuti tematici riferiti alla provincia che vive dentro una dimensione europeista del linguaggio e dell’essere. ma è proprio la provincia che ha una sua identità ben specifica. Vediamo come. Sono recenti i testi di Piero Cudini sulla letteratura italiana del ‘900 (Bompiani) e di Giuseppe Petronio dedicato alla poesia come vita (Mondadori). In tutto questo il sentimento della provincia ha una sua identità ben delineata.
      La “provincia” nella letteratura assume una contestualizzazione che può leggersi attraverso diverse chiavi di lettura che possono essere sia di ordine puramente letterario sia di ordine sociologico sia di ordine estetico, sia di ordine etico. Ma è l’aspetto letterario che assume una sua valenza di fondo che poi, alla fine, riesce ad inglobare tutti quegli elementi che diventano modello culturale.
      Ma la letteratura nel sentiero della provincia vi trova la realtà e il sentimento di appartenenza, il quotidiano e l’affermazione di una identità, l’ambiente e quel gioco delle immagini che è la poesia della crisi che si avverte nei personaggi. Il più delle volte il romanzo che viene definito come romanzo che racconta la provincia o che vive nel sentire la provincia come luogo di una realtà ha una duplice interpretazione. Una che si richiama fondamentalmente alla conformazione del neorealismo o del formalismo della descrizione della realtà. L’altra come trasposizione della storia in metafora.
      Da questo punto di vista ci sono scrittori che hanno fatto del raccontare la provincia come se fosse soltanto un luogo della realtà e non un luogo anche della memoria. Ci sono scrittori che si sono definiti nell’ascoltare il passaggio appunto di quel quotidiano senza fissare l’obiettivo sul quel tempo che non passa perché lo si respira e lo si cattura nella memoria. La memoria come simbolo. La memoria che non è l’altra faccia della realtà ma è soltanto il saper raccogliere i pezzi dei ricordi di una vita e distribuirli sulla pagina bianca.

Infatti anche Marcel Proust se letto con il metro critico dell’abbandono della realtà o del superamento dell’itinerario del quotidiano diventa, per la sua visione che dà alla memoria, uno scrittore che racconta il sentimento della provincia. Ma tutta la letteratura, quella letteratura del sensibile e del simbolo, è letteratura della provincia. Con un solo punto fermo comunque. Ed è quello di non considerare la rappresentazione dei fatti come elementi decodificatori della provincia come struttura, non solo letteraria, ma sociologica, del provincialismo.
      Dobbiamo partire da un presupposto preciso che è quello della differenza tra provincialismo e sentimento della provincia in letteratura perché il dato centrale non è il sociologico ma il letterario. O meglio è il poetico che trova un senso specifico nel rapporto tra scrittore e provincia. E’ un discorso abbastanza vasta ma che potrebbe essere circoscritto immediatamente proprio attraverso alcuni scrittori. Corrado Alvaro è scrittore della provincia quando ci racconta il sentimento dell’uomo e il labirinto. Di una provincia che diventa non regionalismo ma universalismo che però trova appunto nella Calabria non solo un sentire storico quando un sentire estetico.
      La Calabria (o il Sud) in questo caso si fa tradizione e facendosi tale resiste agli urti della realtà grazie ad un presupposto forte che è dettato dal mito. La Calabria è il mito nella riscoperta di una identità che si fa interpretazione simbolica. La poetica del mito non è la poetica del localismo che ha pure la sua importanza ma è soprattutto la trasformazione dei luoghi reali in luoghi dell’anima.

Pierfranco Bruni è nato in Calabria.
Archeologo direttore del Ministero Beni Culturali, presidente del Centro Studi “Grisi” e già componente della Commissione UNESCO per la diffusione della cultura italiana all’estero.
Nel 2024 Ospite d’onore per l’Italia per la poesia alla Fiera Internazionale di Francoforte e Rappresentante della cultura italiana alla Fiera del libro di Tunisi.
Per il Ministero della Cultura è attualmente:

• presidente Commissione Capitale italiana città del Libro 2024;

• presidente Comitato Nazionale Celebrazioni centenario Manlio Sgalambro;

• segretario unico comunicazione del Comitato Nazionale Celebrazioni Eleonora Duse.
È inoltre presidente nazionale del progetto “Undulna Eleonora Duse”, presidente e coordinatore scientifico del progetto “Giacomo Casanova 300”.

Ha pubblicato libri di poesia, racconti e romanzi. Si è occupato di letteratura del Novecento con libri su Pavese, Pirandello, Alvaro, Grisi, D’Annunzio, Carlo Levi, Quasimodo, Ungaretti, Cardarelli, Gatto, Penna, Vittorini e la linea narrativa e poetica novecentesca che tratteggia le eredità omeriche e le dimensioni del sacro.
Ha scritto saggi sulle problematiche relative alla cultura poetica della Magna Grecia e, tra l’altro, un libro su Fabrizio De André e il Mediterraneo (“Il cantico del sognatore mediterraneo”, giunto alla terza edizione), nel quale campeggia un percorso sulle matrici letterarie dei cantautori italiani, ovvero sul rapporto tra linguaggio poetico e musica. Un tema che costituisce un modello di ricerca sul quale Bruni lavora da molti anni.

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