Musiche per film. Il meraviglioso mondo degli autori

Sempre in cerca di ispirazioni e mai uguali a sé stessi. La decima edizione di "Suggestioni dal set" ci regala un incontro con i più importanti autori italiani di musiche per film, un piccolo gotha riunito in occasione della Festa del Cinema di Roma. Aneddoti, curiosità e le difficoltà della professione. Ed un unico intento: mai perdere la propria unicità.
Suggestioni dal set - da sinistra alcuni tra i più importanti autori italiani di musiche per film: Maurizio Filardo, Paolo Buonvino, Michele Braga, Marco Bonardelli (giornalista), Andrea Guerra, Giuliano Taviani e Roberto Pischiutta

Roma, 23 ottobre 2023 – Scorrono le immagini di Diabolik, L’ultimo bacio, Figli, Tutta colpa di Freud, La Stranezza opere che hanno segnato la storia del cinema italiano di cui tutti ricordano i registi. E gli autori musicali? I loro nomi sono meno familiari al grande pubblico, ma quelle immagini non sarebbero mai state le stesse se a sottolinearle o ad accompagnarle non ci fossero stati quei temi musicali così particolari che fissano il ricordo alle emozioni. Non si tratta solo di colonne sonore, ma di quell’aspetto impalpabile del film che ne garantisce autenticità, figlio della riflessione e dell’ispirazione dell’artista che mal si coniugano con le esigenze di velocità o con le richieste di ripetizione.

E’ stata un’occasione più unica che rara quella che ci ha offerto la decima edizione di “Suggestioni dal set”, il format ideato e condotto dal giornalista Marco Bonardelli che si svolge a Roma in occasione della Festa del Cinema.

Riuniti attorno ad un tavolo alcuni tra i più importanti autori di musiche per film hanno raccontato la propria professione e ciò che la caratterizza.

Apre la tavola rotonda Roberto Pischiuta, Presidente dell’ACMF – Associazione Compositori Musica per Film – autore delle musiche di Diabolik, la trilogia dei fratelli Manetti che porta sullo schermo una versione molto fedele allo stile originario del fumetto senza il timore di non essere sufficientemente contemporaneo per il pubblico più giovane. “Per il primo film avevamo pensato ad una musica d’orchestra con 60 elementi ma il Covid ha cambiato i nostri piani e abbiamo dovuto parcellizzarla per piccoli gruppi; per il secondo film abbiamo scelto una direzione prog anni settanta e per la terza ci siamo avvicinati alle sonorità proposte per “L’ispettore Coliandro”, quindi più R&B, funky ma con elementi tradizionali che ci riportano ai noir degli anni Cinquanta”. Il filo conduttore? Pischiutta svela che il tema è sempre presente in tutta la trilogia, talvolta nascosto o rovesciato.

Paolo Buonvino, autore delle musiche di tutti i film di Gabriele Muccino, ci regala un aneddoto che è anche la misura del proprio lavoro: il titolo originale della sceneggiatura de “L’ultimo bacio” era “Non sono pensieri carini” e Buonvino aveva iniziato a scrivere la musica prima del girato. In quel periodo Buonvino curava anche gli arrangiamenti di Carmen Consoli e rimase colpito dal brano che si intitolava “L’ultimo bacio”. “Certe volte accade che una canzone debba essere appiccicata ad un film ancor prima che questo venga girato – racconta Buonvino – ed in genere questa scelta si rivela un disastro. Altre volte invece una melodia viene in modo naturale, si prende spunto dal copione e soprattutto dal regista che è la vera anima della sceneggiatura. Mi ero reso conto che il brano di Carmen Consoli era in sintonia perfetta con il film di Gabriele e ho deciso di proporglielo”. Il resto è storia: L’ultimo bacio sarà anche il titolo del film che segna il passaggio alla maturità artistica di Gabriele Muccino. Prossimi impegni? “Ho firmato la colonna sonora de “Il Gattopardo” per Netflix, ma nessun timore di essere confrontato al Maestro Nino Rota che ha scritto le musiche per la trasposizione cinematografica di Luchino Visconti: ogni autore è un artista, e l’arte è composta da singole unicità che si esprimono“.

Maurizio Filardo, autore delle musiche di “Tutta colpa di Freud” di Paolo Genovese, racconta di come l’essere diventato compositore abbia coinciso con una seconda fase della propria esistenza. Nato come produttore musicale, “proprio quando avevo deciso di cambiare, sono stato chiamato da Paolo ed è iniziata una esperienza che dura tutt’ora“. Ne nasce una musica leggera, di buon umore, che chiama il sorriso, tutti tratti coerenti con la nuova fase di vita intrapresa da Filardo che continuerà a firmare altre musiche per Genovese (tra cui quelle di “Perfetti sconosciuti”, caratterizzate da un tono più intimistico) fino all’imminente “I leoni di Sicilia”, la serie basata sulla saga siciliana della famiglia Florio, diretta anche questa da Paolo Genovese, in uscita il 25 ottobre sulla piattaforma Disney+.

Parte da autodidatta e si forma con lezioni private Michele Braga, autore della colonna sonora de “La stranezza” di Roberto Andò, “Lo chiamavano Jeeg Robot” e “Freaks out” entrambi di Gabriele Mainetti. Questa in particolare è una composizione che trae spunto dagli strumenti della tradizione popolare quali la mandòla e il mandolino tipici di Roma e del Lazio. “Occorre salvaguardare l’autenticità del nostro lavoro, va protetta e curata. Le nostre ispirazioni risentono di molteplici influenze, noi stessi traiamo ispirazione da altri. Io in particolare ho deciso di fare questo mestiere grazie alle colonne sonore de “L’ultimo bacio” e de “La finestra di fronte”. Erano quelli i film che guardavo in quegli anni e mi hanno profondamente ispirato“. Anche Braga annuncia il suo lavoro per la piattaforma Sky per la quale ha curato le musiche della miniserie “Un’estate fa”.

Famiglia decisamente d’arte quella da cui proviene Giuliano Taviani, autore tra l’altro delle musiche di “Figli” di Giuseppe Bonito, film a cui è particolarmente legato per l’amicizia che lo univa a Mattia Torre, sceneggiatore morto prematuramente prima che il film venisse girato. “In questo caso Mattia mi aveva iniziato a parlare del film già tre anni prima che fosse definita la sceneggiatura – racconta Taviani- e quindi ero già dentro al mood del film. Mattia mi aveva spiazzato perché aveva chiesto “una musica tipo quella di Troy” e cioè epica e gloriosa. Il motivo era che “Figli” è una dramedy (commedia drammatica) in cui si scontrano epicamente la vittoria dell’essere diventati genitori e la sconfitta di non aver retto al secondo figlio“. Ne nasce una colonna sonora al tempo stesso malinconica e allegra, con elementi jazz.

“A dire il vero volevo diventare regista anche io – ammette Taviani- ma poi a 19 anni è scoppiato la passione per la musica e in un certo senso mi sono liberato dal fardello della regia che nasce in una famiglia in cui praticamente tutti sono registi“.

Figlio d’arte anche Andrea Guerra, autore delle musiche dei film di Ferzan Özpetek, che racconta di come abbia iniziato con la produzione di musiche per documentari sottomarini aprendo di fatto un nuovo genere in Italia e in Rai. Nel 2001 arriva la collaborazione con il regista Özpetek con “Le fate ignoranti”: “Ferzan è un regista che non ha paura di sconvolgere il film. Noi autori siamo un po’ la consolazione del regista perché lui dirige qualcosa che non vede. Sarà durante la fase del montaggio che saranno fatti alcuni esperimenti di abbinamento delle musiche e non sempre sono buoni; in quel momento il regista deve essere “consolato” rispetto alla sua idea di film, alcuni rimangono attaccati all’idea originaria della sceneggiatura altri invece come Ferzan colgono il momento e sconvolgono tutto“. E nasce un capolavoro.

Riproduzione riservata. Foto: Marta Tersigni

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