Roma, 29 gen. 2024 – “Con la scomparsa di Sandra Milo lo spettacolo italiano perde un’icona dell’immaginario collettivo, un’artista dal talento smisurato, declinato non soltanto al cinema, a cui ha regalato i momenti più lunghi della sua carriera, ma anche al teatro e alla televisione, sua grande passione”. Così il presidente del Festival Tulipani di Seta Nera, Diego Righini e il presidente del Festival delle Rose Rosse di Cascia, Franco Lattanzi ricordano la grande attrice, scomparsa oggi all’età di 90 anni nella propria casa a Roma.
“Siamo stati amici sinceri per Sandra Milo e ne conosciamo i sentimenti: è un esempio vero per tutti i giovani che desiderano intraprendere questo mestiere nel cinema come nello spettacolo, una donna che ha saputo tenere per sé le propria fragilità, regalando allo stesso momento solo gioia al suo immenso pubblico. Sandra Milo ha lavorato con i più grandi autori regalandoci interpretazioni indimenticabili, che rimarranno per sempre nel nostro cuore. Il Festival Tulipani di Seta Nera e il Festival delle Rose Rosse partecipano al vivo cordoglio per la sua scomparsa”.
Nata come Elena Salvatrice Greco a Tunisi l’11 marzo 1933 da padre siciliano e madre toscana, Sandra Milo, con il suo fisico prorompente e l’autoironia, ha saputo interpretare durante la sua carriera sia ruoli comici, drammatici, che patetici. E con i suoi quattro matrimoni, il grande amore per Fellini e la relazione con il segretario socialista Bettino Craxi ha conquistato per lungo tempo le cronache rosa. Destinata dalla morbida opulenza del suo fisico a impersonare la ragazza votata all’amore, sempre disponibile al corteggiamento, sia al cinema che in tv ha gestito con sorniona ironia la svagata consistenza dei suoi personaggi, destreggiandosi tra comicità e malizia.Famosa particolarmente nel cinema degli anni Sessanta, Sandra Milo ha recitato soprattutto in film d’autore, e ha avuto successo anche in Francia. Ha esordito sul grande schermo nel 1955 in ‘Lo scapolo’ di Antonio Pietrangeli al fianco di Alberto Sordi, ma il primo ruolo importante è arrivato quattro anni più tardi con ‘Il generale Della Rovere’ di Roberto Rossellini.
È stata ancora diretta da Pietrangeli sia in ‘Adua e le compagne’ (1960), che in ‘Fantasmi a Roma’ (1961) e in ‘La visita’ (1964). Ha vinto due volte il Nastro d’argento, nel 1964 per ‘8 e 1/2’ (1963) e nel 1966 per ‘Giulietta degli spiriti’ (1965), entrambi Fellini. Tra gli altri numerosi film da ricordare: ‘Frenesia dell’estate’ (1963), ‘Le voci bianche’ (1964), ‘Le belle famiglie’ (1964), ‘L’ombrellone’ (1965). Per un periodo ha abbandonato le scene per dedicarsi alla famiglia.Negli anni Ottanta è stata intensa la sua carriera di conduttrice televisiva, che le ha regalato popolarità grazie ai programmi ‘Mixer’ e ‘Piccoli fans’ su Rai 2. Negli anni Duemila è tornata a recitare in teatro e per il grande schermo, tra le ultime pellicole interpretate: ‘Il cuore altrove’ di Pupi Avati (2003); ‘Happy Family’ di Gabriele Salvatores (2010); ‘A casa tutti bene’ di Gabriele Muccino (2018); ‘Un nemico che ti vuole bene’ di Denis Rabaglia (2018). Nel 2020 ha ricevuto il Globo d’Oro alla carriera e nel 2021 il David Speciale alla carriera.
Cruciale fu l’incontro con Federico Fellini, che contribuì alla sua maturazione artistica e con il quale cominciò anche una relazione clandestina durata 17 anni.[8] Nei due capolavori del maestro riminese 8½ (1963) e Giulietta degli spiriti (1965), “Sandrocchia” (così veniva affettuosamente soprannominata dal regista) recita nei panni di una femme fatale, ironica e disinibita che, oltre a incarnare l’immaginario erotico del regista, viene spesso messa in contrasto con le mogli, donne dall’aspetto più dimesso e dalla mentalità più borghese. Per entrambi i film vinse il Nastro d’argento come miglior attrice non protagonista.
Dopo le importanti esperienze con Fellini venne diretta, fra i tanti, da Luigi Zampa in Frenesia dell’estate (1963), ancora una volta da Antonio Pietrangeli in La visita (1963), accanto a François Périer, ove avvenne la sua caratterizzazione più complessa e riuscita, da Pasquale Festa Campanile e Massimo Franciosa in Le voci bianche (1964), con protagonista Paolo Ferrari, e da Dino Risi in L’ombrellone (1965), ove interpretò con intensità e ironia la vivace moglie dell’ingegnere Enrico Marletti (Enrico Maria Salerno). Nel 1964 recitò accanto a Fernandel e Jean-Pierre Cassel, rispettivamente, in Ho una moglie pazza, pazza, pazza di Jean Boyer e …poi ti sposerò di Philippe de Broca. In seguito partecipò ad altri film di minore importanza, tra cui Come imparai ad amare le donne (1966) di Luciano Salce, La notte pazza del conigliaccio (1967) di Alfredo Angeli, ove affiancò nuovamente Enrico Maria Salerno, Per amore… per magia… (1967) di Duccio Tessari e T’ammazzo!… Raccomandati a Dio (1968) di Osvaldo Civirani, accanto a George Hilton e John Ireland, dopo il quale l’attrice si allontanò dal cinema per circa un decennio.
La sua burrascosa vita sentimentale, le nozze a quindici anni con il marchese Cesare Rodighiero nel 1948 (durate 21 giorni), la relazione durata undici anni con Moris Ergas (da cui nacque Deborah, giornalista televisiva) e una successiva unione con Ottavio De Lollis (con la nascita di Ciro e poi di Azzurra), misero in secondo piano un’intensa attività cinematografica, che la Milo interruppe bruscamente nel 1968 in favore della famiglia. In seguito l’attrice affermò in un’intervista di aver subito dal suo ex marito Ergas gravi violenze fisiche, ma di aver preferito non denunciarlo. Intervistata da Diva e donna, raccontò della guarigione della terzogenita Maria Azzurra, nata prematuramente al settimo mese di gestazione, che pareva morta alla nascita, ma tornò in vita. La Chiesa cattolica riconobbe l’autenticità del miracolo durante il processo di beatificazione di suor Maria Pia Mastena, fondatrice delle Suore del Santo Volto.[10][11][12] La stessa Milo, anche in seguito all’episodio, si è dichiarata credente e cattolica.
Dopo una lunga pausa, nel 1979 tornò al cinema recitando in alcune commedie di genere, come Riavanti… Marsch! di Luciano Salce e Tesoromio di Giulio Paradisi, cui seguirono Grog (1982) di Francesco Laudadio e Cenerentola ’80 (1984) di Roberto Malenotti. Intanto si delineava la sua nuova carriera televisiva.
La partecipazione come conduttrice di un ciclo di cinque puntate di Studio Uno nel 1966 e l’intervista concessa a Luigi Silori per Uomini e Libri nel 1962 esauriscono le esperienze Rai della sua giovinezza artistica.Passarono più di vent’anni prima che, aiutata dalla vicinanza con Bettino Craxi, tornasse alla conduzione televisiva su Rai 2, rete televisiva all’epoca controllata dal PSI secondo gli schemi della lottizzazione della Rai durante la Prima Repubblica. Nel 1982-1983 ha collaborato e condotto una rubrica di costume all’interno del programma d’approfondimento Mixer di Giovanni Minoli.
L’attivismo socialista e il legame con Craxi
Vicina al Partito Socialista Italiano almeno dagli anni sessanta, fu molto vicina a Pietro Nenni. Negli anni ottanta Sandra Milo fu amante di Bettino Craxi, allora leader del PSI. Vicina a quel mondo di nani e ballerine che circondava la classe dirigente politica italiana che faceva riferimento a Craxi, Claudio Martelli e Gianni De Michelis,partecipò attivamente a diverse campagne elettorali posando anche per manifesti.
Nel 1993 esce Amanti. Sandra Milo si racconta in un libro autobiografico, svelando scene e retroscena della propria vita. Tra amori proibiti e carriera.
Vicende giudiziarie
Nel 1999 Milo patteggiò una pena a tredici mesi di reclusione e a un milione e trecentomila lire di multa per aver concorso, assieme all’allora compagno Giuseppe Lo Presti, a una truffa immobiliare ai danni di tredici privati e otto banche per l’ammontare di circa 3 miliardi di lire. I due facevano firmare false procure a persone interessate a vendere immobili di ingente valore, per poi acquistarli e con essi ottenere mutui presso istituti di credito.
Gli anni 2000
Durante il Festival di Sanremo 2001 è stata opinionista fissa de La vita in diretta. Nel 2002 recitò al fianco di Giampiero Ingrassia e di Anna Mazzamauro nella fiction di Canale 5 intitolata Ma il portiere non c’è mai?. Nel 2003 tornò al cinema con il film Il cuore altrove di Pupi Avati. Nel 2005 partecipò al reality show, Ritorno al presente, classificandosi seconda. Nel 2005 partecipò all’intervista-spettacolo La mia vita uno spettacolo, diretta da Giacomo Rizzo, con la direzione artistica di Arnolfo Petri, vincendo il premio “Nike per il Teatro”. La collaborazione con Arnolfo Petri proseguì nel 2009, con un contributo video per lo spettacolo teatrale Madame B.
Su Rai 1, ha tenuto una rubrica dedicata alla posta del cuore nel programma Io e te, condotto da Pierluigi Diaco, con Valeria Graci. Nel 2020, a fianco di Paolo Ruffini, è stata opinionista e giudice nella sesta puntata del programma La pupa e il secchione – E viceversa, su Italia 1. Nell’estate del 2020 invece è tornata in Rai come inviata del programma Estate in diretta che vede la conduzione di Andrea Delogu e di Marcello Masi.Preannunciato il 28 aprile, l’11 maggio 2021 le viene assegnato il premio David di Donatello alla carriera.[23] Nel 2022 è protagonista del docu-reality Quelle brave ragazze, con Mara Maionchi ed Orietta Berti. Nel 2023 ne viene prodotta una seconda edizione, sempre con Milo affiancata ancora da Maionchi e da Marisa Laurito (in sostituzione di Orietta Berti). Il 21 dicembre 2023 è tra i protagonisti della serie comedy di Prime Video, Gigolò per caso, 6 episodi per la regia di Eros Puglielli, con, tra gli altri, Christian De Sica e Pietro Sermonti.