La Traviata al Teatro Antico di Taormina. Successo anche nella lingua dei segni

La Traviata a Taormina ultima di un "trittico d'eccezione". Oltre 8 mila spettatori nella càvea della città del centauro per il grande Festival Lirico dei Teatri di Pietra a cura del Coro Lirico Siciliano. Due mesi per 40 spettacolo in ogni angolo della Sicilia e della Calabria, ovunque ci sia una pietra d'epoca Greca o romana. Dopo Siracusa, anche Taormina ha ospitato un settore per le persone con disabilità uditiva. Per la prima volta dal vivo le persone non udenti hanno potuto godere di un caposaldo del melodramma italiano. Prossimo evento Andrea Bocelli in concerto.Taormina 1 e 2 settembre in collaborazione con la Filarmonica della Calabria

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Anche a Taormina, il 24 Agosto, un Teatro Antico gremito in ogni ordine di posto ha decretato un successo senza precedenti per La Traviata di Giuseppe Verdi. Un innovativo e moderno allestimento, rispettoso della tradizione; ma non è tutto!

Se è giusto rendere giustizia ai produttori e agli artisti, che hanno avuto continue standing ovation da parte del foltissimo pubblico intervenuto, sfoggiando interpretazioni interrotte da applausi a scena aperta, con 15 minuti di applausi tributati a tutti gli artisti alla fine della rappresentazione, alla qualità degli interpreti sulla scena, alla mise en espace, che si è trasformata in una regia molto elegante e attuale, la cosa straordinaria della serata sono stati loro: le quasi cento persone sorde che hanno chiesto di intervenire alla rappresentazione.

E’ partito con enorme successo dal Teatro Greco di Siracusa il progetto esclusivo – e inclusivo – dell’opera lirica nel linguaggio dei segni, per un progetto che non ha precedenti: mai, infatti, era stata eseguita dal vivo in presenza una interpretazione in LIS di uno spettacolo d’opera lirica. Ma a Siracusa non si è fermato, proseguendo verso Taormina in un viaggio che parla di bellezza e null’altro, un viaggio che ha fatto si che a fine rappresentazione scoppiassero lacrime di commozione da parte degli artisti e da parte di questo pubblico speciale che ha dimostrato di gradire – e non poco – lo spettacolo.

Il Festival ha operato una vera e propria rivoluzione culturale e sociale, in quanto per la prima volta dal vivo anche le persone sorde hanno potuto godere di un caposaldo del melodramma italiano attraverso un inedito progetto che nasce dalla collaborazione tra il Coro Lirico Siciliano, ideatore e produttore della manifestazione, e l’Associazione “Sicilia, turismo per Tutti” di Siracusa, nella persona di Bernadette Lo Bianco.

Il capolavoro del Cigno di Busseto è stato realizzato in maniera completa e innovativa con una particolare mise en espace firmata dal talento registico di Salvo Dolce, ripresa, a Taormina, da Dario Castro, con effetti che hanno regalato agli spettatori un vero e proprio intimo coinvolgimento nel dramma in tre atti ispirato a “La Dame aux camelias” di Alexandre Dumas figlio. Tutto impreziosito dalle magnifiche luci di Gabriele Circo, che è stato capace di creare una perfetta ambientazione quasi esclusivamente attraverso un sapiente disegno luci. E cosa dire delle splendide acconciature e il trucco curati da Alfredo Danese, che hanno creato un colpo d’occhio sul palcoscenico davvero emozionante.

Assoluti protagonisti due tra i complessi di maggiore rilievo, il Coro Lirico Siciliano e l’Orchestra Filarmonica della Calabria, diretti ottimamente da Filippo Arlia, che, dopo Siracusa, anche a Taormina è riuscito in una impresa davvero prodigiosa: dirigere coro e solisti avendo il palcoscenico alle spalle, in quanto la regia prevedeva che l’orchestra fosse sul palcoscenico dietro alla scena, che si svolgeva, invece, nella zona dove, solitamente, sta l’orchestra.

Splendida la prestazione del Coro Lirico Siciliano, che, anno dopo anno, riesce a sorprendere per la qualità vocale, la dinamica, l’agogica, la fusione tra le voci, la potenza e la dolcezza allo stesso tempo, tutte cose che rimandano a una vera e propria “scuola all’antica” sull’imposto vocale antico sulla “U”, come professava, da ultimo, la signora Raina Kabaivanska, che certamente è un merito del Maestro del Coro, Francesco Costa.

Cosa dire del Balletto originale flamenco di Murcia (Spagna) diretto da Matilde Rubio? Stupendo. Ha ricevuto numerose ovazioni e incantato il pubblico attraverso il corpo, lo sguardo, il ritmo delle mani, dei piedi, delle castanuelas, le nacchere originali della Spagna e ha partecipato sensibilmente al successo della serata.

Quanto al cast si segnala il soprano italo – francese Chrystelle Di Marco, una attrice sulla scena e una gran bella voce – forse anche troppa per il ruolo di Violetta – ma grazie alla tecnica, la brava artista è riuscita a smorzare e rendere giustizia a tutte le sfumature previste dalla partitura, ricevendo una vera e propria ovazione finale con tanto di standing ovation.

Bella anche la prova del tenore Francesco Castoro, che ha offerto una interpretazione sentita e dolce, dotato di una voce di tenore lirico leggero con timbro chiaro e pulito.

Il baritono Mario Cassi ha dato voce e presenza scenica autorevole a Giorgio Germont, ricevendo applausi convinti per una prestazione notevole sia sotto l’aspetto scenico che vocale.

Completavano il cast un gruppo di giovani e validi
artisti lirici, alcuni dei quali membri del Coro Lirico Siciliano, che si sono distinti come ottimi comprimari: Licia Toscano (Flora Bervoix); Mariagrazia Tringale (Annina); Davide Benigno (Gastone); Alex Franzò (Barone Douphol); Marco Tinnirello (Marchese d’Obigny); Riccardo Bosco (Dottor Grenvil); Pietro Di Paola (Giuseppe) e nei ruoli di fianco Sezer Akkaya (Commissionario); Sergio Rao (Domestico di Flora).

La Traviata è arrivata a Taormina come ultima di tre serate che, opportunamente, sono state indicate come “trittico d’eccezione”, che ha visto la partecipazione di oltre 8 mila persone nella càvea della città del centauro: si è passati, senza soluzione di continuità, dal rock dell’omaggio ai Pink Floyd, alle musiche di Ennio Morricone e, infine, alla Traviata, appunto, dimostrando una duttilità davvero senza precedenti.

Un grande festival, anche per l’edizione 2023, dunque, della durata di oltre due mesi, con la produzione di oltre 40 serate di spettacolo in ogni angolo della Sicilia e della Calabria, dovunque ci sia una pietra d’epoca Greca o romana che meriti di essere valorizzata da splendide serate di spettacolo e di cultura, secondo la regola molto cara al complesso artistico siciliano che “la cultura è un bene primario” e che bisogna lottare per averlo, per una crescita culturale, sociale e per vivere meglio, circondati di bellezza in un mondo che – sempre di più – di bellezza è ogni giorno più carente, impegnato com’è a badare all’apparenza priva di contenuti.

Ma non finisce quì! Fino a metà settembre il Coro Lirico Siciliano sarà impegnato ancora in numerosi eventi, tra i quali spicca la partecipazione, assieme alla Filarmonica della Calabria, ai due concerti-evento di Andrea Bocelli a Taormina l’1 e 2 Settembre prossimi.

Il tenore liric pop toscano, infatti, per il secondo anno ha scelto il complesso siciliano per accompagnarlo in un viaggio straordinario tra musica pop e lirica, che è già tutto esaurito da tempo.

Festival Lirico dei Teatri di Pietra: potete girare il mondo, o venire a visitarlo, in Sicilia!

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