La mostra Cualquiera de nosotras di Blanca Montalvo al Cervantes di Palermo. Non sante né madonne: solo donne

Quindici opere che ritraggono donne normali, eppure straordinarie. Il percorso espositivo fa riferimento a professoresse, giornaliste, attrici... Donne realmente esistenti, colte dall’artista spagnola Blanca Montalvo, in momenti di felicità, di malinconia, di spensieratezza come a Chiunque di noi succede. All’Instituto Cervantes di Palermo la mostra Cualquiera de nosotras. Chiunque di noi sarà visitabile fino al 27 marzo. Ingresso libero

di Maria Sole Stancampiano

Palermo – Né dame, né eroine, solo donne, la cui immagine è tesa a incarnare l’ideale della quotidianità come virtù. È il tema della mostra Cualquiera de nosotras, cioè Chiunque di noi, dell’artista spagnola Blanca Montalvo, a cura di Modesta Di Paola e Giulia Ingarao, inaugurata il 14 febbraio presso la chiesa di Sant’Eulalia dei Catalani nel cuore del mercato della Vucciria a Palermo. La chiesa, oggi sconsacrata, fa parte da sempre del patrimonio dello Stato spagnolo in Sicilia. Costruita nel XV secolo per volere della comunità di mercanti catalani stabilitisi a Palermo intorno al XIII secolo, è oggi sede dell’Instituto Cervantes di Palermo, diretto da Juan Carlos Reche Cala.

Sugli altari, dunque, la rappresentazione della donna, di qualsiasi donna, senza che sia necessariamente una regina, una rockstar o un’esponente politica. Da qui il titolo dell’esposizione che fa riferimento a donne reali: professoresse, giornaliste, attrici. Donne realmente esistenti, colte in momenti di felicità, di ozio, di spensieratezza come a Chiunque di noi succede.

Cualquiera de nosotras è, appunto, il titolo della mostra che guarda in modo inusuale al rapporto tra notorietà e ruoli di potere. “Si può essere straordinarie e straordinariamente competenti pur negli abiti semplici della normalità”, dice Blanca Montalvo. E poi spiega il suo interesse per “l’estetica del potere”, che è “la conquista dello spazio maschile, in qualsiasi campo: religioso, politico, sociale”.  

Il progetto espositivo, realizzato in collaborazione con l’Universidad de Malaga, è concepito come site-specific, cioè tagliato su misura per la chiesa. Il processo creativo parte da alcuni ritratti fotografici. L’artista li osserva e li trasferisce su supporti pittorici, creando sagome grezze che si stagliano irriverenti, “una serie di icone che funzionano come specchio estetico della normalità”.

Nelle quindici opere esposte all’Instituto Cervantes di Palermo Blanca Montalvo utilizza la simbologia classica della ritrattistica diffusa dal periodo romano fino ad oggi: troni, baldacchini, corone, scettri, cornucopie o fronde, riscrivendone il rapporto tra significato e significante. Sovradimensionando le immagini in mostra, nella chiesa di Sant’Eulalia dei Catalani, Blanca Montalvo demistifica le forme tradizionali di rappresentazione dell’autorità, destruttura un lessico consolidato nei secoli. E ci spinge ad “esplorare la teatralità della nostra esistenza attraverso una giocosa rilettura dei simboli del potere”, dice. Dissipando il dubbio che questa esposizione possa essere una sequenza di ritratti tesi a dimostrare la grandezza delle donne, Blanca Montalvo rafforza il pensiero che la bellezza femminile, un tema assai caro alle corti, alla storia, alle riviste e alla televisione, sia invece capace di produrre controinformazione. Ne deriva una “nuova” ritrattistica irriverente e spiritosa, che smitizza le forme e le modalità tradizionali di espressione del potere. Le figure si liberano della retorica e della rappresentazione convenzionale per contestare qualsiasi forma possibile di stereotipo o luogo comune incorniciato. La donna, si rivela come un soggetto padrone di sé e del proprio tempo e non più l’oggetto del desiderio al servizio dello sguardo maschile.

L’artista valenziana Blanca Montalvo è anche docente e ricercatrice presso l’Università di Malaga. Il suo lavoro di creazione si sviluppa attraverso video, installazioni, disegni, sculture, fotografie e arte sonora.

Ha tenuto mostre in Spagna, Messico, Stati Uniti, Italia e Uruguay. Attualmente è membro del gruppo di ricerca DIANA, che vuol dire Diseño de Interfaces AvaNzAdos, e partecipa ai progetti di ricerca come Cuerpos Conectados. Nuevos procesos de creación y difusión de las prácticas identitarias en la no-presencialidad, Estética del poder.

La mostra Cualquiera de nosotras è fruibile fino al prossimo 27 marzo, da lunedì a giovedì dalle ore 10.00 alle 13.30 e dalle 15.00 alle 17.30; venerdì dalle ore 9.30 alle 14.00. Ingresso libero.

Stampa Articolo Stampa Articolo