Cosenza – Martedì 28 novembre andrà in scena, in prima nazionale, “Le notti bianche. Una storia senza tempo” spettacolo liberamente ispirato dall’omonimo racconto giovanile di Fëdor Dostoevskij, realizzato dalla compagnia teatrale “La strana famiglia” e l’Associazione culturale “Live”, in collaborazione con “Alleanza assicurazioni”.
L’auditorium “A. Guarasci” del Liceo Classico “Bernardino Telesio” di Cosenza ospiterà in atto unico la peculiare opera a firma di Marco Paoli, attore, regista e autore teatrale di formazione fiorentina, affiancato dall’assistente alla regia Maria La Cava.
L’opera di Dostoevskij prende il nome dal periodo dell’anno in cui in alcune zone della Russia settentrionale il sole tramonta dopo le ore 22, chiamato appunti delle “notti bianche”, e trascina lo spettatore in un vero e proprio viaggio sentimentale, astratto e onirico, in cui il vagare notturno e solitario del protagonista per le strade di una realtà senza tempo accompagna lo svolgersi incalzante e imprevedibile degli eventi.
Davide Carpino, presidente della Compagnia teatrale “La strana famiglia” e con alle spalle un curriculum di tutto rispetto, che conta all’attivo la partecipazione a spettacoli importanti quali “Francesco De Paula”, “Miseria e Nobiltà” e “Va bene essere diversi”, interessante pièce che affronta tematiche delicate quali l’autismo, sarà affiancato sul palco da Erica Fuoco, in un avvincente flusso di coscienza a dialogo tra due personalità profondamente diverse, un narratore sognatore e senza nome e una giovane adolescente vivace e determinata. Strutturata in quattro notti e una mattina, la storia è ambientata a San Pietroburgo, città in cui l’autore trascorse i primi anni della sua giovinezza, e sintetizza al suo interno alcune delle tematiche fondamentali dell’opera di Dostoevskij, quali la solitudine, l’amore e l’illusione.
Una scommessa con sé stesso, rivela il presidente e protagonista Davide Carpino, che innamoratosi del racconto già alcuni anni fa, alla prima lettura, e ostacolato dagli effetti collaterali che il periodo della pandemia ha avuto sul settore artistico e culturale, ha lottato non poco affinché la sua compagnia riuscisse a realizzare l’ambizioso progetto.
Un dialogo al di là del tempo, che gioca con scenografia e costumi per cavalcare la quarta dimensione e superarla, a testimonianza di quanto l’arte, nello specifico il teatro, sia in grado varcare ogni stereotipo e confine grazie solo a sé stesso e ai suoi interpreti, poiché, come ha affermato il regista Paoli, a differenza delle altre discipline artistiche, che necessitano di appendici per compiersi, nel teatro lo strumento è l’artista.
Martedì sera sarà quindi offerto al grande pubblico “un attimo di vera beatitudine”, per dirla con le parole dello stesso Dostoevskij: “È forse poco per riempire tutta la vita di un uomo?”
Lo scopriremo all’Auditorium “A. Guarasci” alle 20:30.