Cosenza – Martedì 28 novembre andrà in scena, in prima nazionale, “Le notti bianche. Una storia senza tempo” spettacolo liberamente ispirato dall’omonimo racconto giovanile di Fëdor Dostoevskij [1], realizzato dalla compagnia teatrale “La strana famiglia” e l’Associazione culturale “Live”, in collaborazione con “Alleanza assicurazioni”.
L’auditorium “A. Guarasci” del Liceo Classico “Bernardino Telesio” di Cosenza ospiterà in atto unico la peculiare opera a firma di Marco Paoli, attore, regista e autore teatrale di formazione fiorentina, affiancato dall’assistente alla regia Maria La Cava.
L’opera di Dostoevskij [1] prende il nome dal periodo dell’anno in cui in alcune zone della Russia settentrionale il sole tramonta dopo le ore 22, chiamato appunti delle “notti bianche”, e trascina lo spettatore in un vero e proprio viaggio sentimentale, astratto e onirico, in cui il vagare notturno e solitario del protagonista per le strade di una realtà senza tempo accompagna lo svolgersi incalzante e imprevedibile degli eventi.
Davide Carpino, presidente della Compagnia teatrale “La strana famiglia” e con alle spalle un curriculum di tutto rispetto, che conta all’attivo la partecipazione a spettacoli importanti quali “Francesco De Paula”, “Miseria e Nobiltà” e “Va bene essere diversi”, interessante pièce che affronta tematiche delicate quali l’autismo, sarà affiancato sul palco da Erica Fuoco, in un avvincente flusso di coscienza a dialogo tra due personalità profondamente diverse, un narratore sognatore e senza nome e una giovane adolescente vivace e determinata. Strutturata in quattro notti e una mattina, la storia è ambientata a San Pietroburgo, città in cui l’autore trascorse i primi anni della sua giovinezza, e sintetizza al suo interno alcune delle tematiche fondamentali dell’opera di Dostoevskij, quali la solitudine, l’amore e l’illusione.
Una scommessa con sé stesso, rivela il presidente e protagonista Davide Carpino, che innamoratosi del racconto già alcuni anni fa, alla prima lettura, e ostacolato dagli effetti collaterali che il periodo della pandemia ha avuto sul settore artistico e culturale, ha lottato non poco affinché la sua compagnia riuscisse a realizzare l’ambizioso progetto.

Un dialogo al di là del tempo, che gioca con scenografia e costumi per cavalcare la quarta dimensione e superarla, a testimonianza di quanto l’arte, nello specifico il teatro, sia in grado varcare ogni stereotipo e confine grazie solo a sé stesso e ai suoi interpreti, poiché, come ha affermato il regista Paoli, a differenza delle altre discipline artistiche, che necessitano di appendici per compiersi, nel teatro lo strumento è l’artista.
Martedì sera sarà quindi offerto al grande pubblico “un attimo [2] di vera beatitudine”, per dirla con le parole dello stesso Dostoevskij: “È forse poco per riempire tutta la vita [3] di un uomo [4]?”
Lo scopriremo all’Auditorium “A. Guarasci” alle 20:30.