Roma – Via Prenestina 913, forse è qui la luna, al MAAM Museo dell’Altro e dell’Altrove Metropoliz di Roma. In questo luogo si è svolta, sabato 11 giugno, la performance dell’artista Giuliano Macca “Ti aspetto su altri pianeti” a cura del direttore del MAAM Giorgio De Finis, della curatrice d’Arte Marilena Morabito, del critico d’Arte Roberto Sottile e con la collaborazione dell’Associazione ACAV.
Con grande presenza di pubblico l’artista Giuliano Macca ha realizzato un opera permanente facendo interagire 28 fra i numerosi visitatori presenti, ognuno dei quali ha lasciato il proprio segno tangibile ed indelebile sulla stessa. Il risultato? Un’opera unica e irripetibile che rappresenta le fasi della vita, addolcita, massacrata, deviata, sbeffeggiata da ogni soggetto e da ogni evento che interagisce e con cui si entra in contatto durante l’esistenza di ognuno. La “vita” lascia tracce continue come i solchi di un vinile ed è questo quello che Macca ha donato, un suo segno identificativo al MAAM, un segno fatto di tratti non voluti ma ricevuti da 28 persone, provenienti da ogni parte del mondo, che hanno interagito con lui con la sua stessa esistenza, con la sua opera, con la visione di sé stesso ed attraverso i suoi stessi occhi.
Il MAAM, ex stabilimento Fiorucci, è luogo dove convivono in un equilibrio “senza gravità” le opere permanenti di grandi artisti come Borondo, Cobra, Pasquale Altieri, Massimo de Giovanni, Veronica Montanino, Paolo Mesa Cappella, Gonzalo Orquin, Solo, Nicola Alessandrini e le famiglie che vivono realmente questo spazio nella periferia Romana. Qui, in un luogo non luogo, il miraggio della terra promessa, quella terra fortemente voluta e abbandonata dolorosamente nella speranza di ritrovare il proprio posto in questo mondo.