CATANIA – «Gli Ordini etnei di Ingegneri e Architetti sono scesi in piazza a Roma, insieme ai 30mila professionisti di tutta Italia, per chiedere al Governo l’introduzione di una legge sul giusto compenso. Una straordinaria mobilitazione che ha puntato i riflettori sulla necessità, divenuta ormai inderogabile, del riconoscimento della funzione sociale delle professioni intellettuali». Con queste parole si apre la nota congiunta di Santi Maria Cascone e Giuseppe Scannella – rispettivamente presidenti degli Ordini di Ingegneri e Architetti di Catania – con la quale si propone l’istituzione di un tavolo regionale che affronti tutti gli aspetti dell’attuale contesto normativo: «L’obiettivo condiviso a livello nazionale – continua la nota – è l’adozione di una legge che introduca un sistema tariffario regolamentato con una chiara definizione delle competenze professionali, segnando il superamento della Legge 248/2006, con cui è stata sancita l’abolizione delle tariffe, e che ha innescato di fatto una corsa al ribasso e il conseguente svilimento dei servizi professionali».
«Tutto questo – precisano – anche alla luce del recente orientamento della Corte europea di Giustizia che ha ribadito la legittimità della previsione normativa di minimi tariffari e la loro compatibilità con la normativa europea. Un sistema che punta alla qualità deve avere al centro il concetto di equo compenso delle prestazioni professionali – sottolinea la nota – disciplinando in maniera omogenea il tema del lavoro autonomo e favorendo anche l’inserimento dei giovani nel mercato professionale. Ed è sulla scorta di quanto sta avvenendo a livello nazionale, con la richiesta della costituzione di un tavolo permanente per le professioni presso il ministero del Lavoro, che chiediamo l’avvio di un percorso di dialogo anche con il legislatore siciliano. Le nostre categorie professionali, nell’ambito delle proprie competenze e funzioni, sono pronte a collaborare con le istituzioni competenti per la definizione di un quadro normativo omogeneo che restituisca dignità alle nostre categorie».