Bologna : Dal 31 gennaio – 1 maggio 2018, la Fondazione MAST presenta la mostra dei finalisti del concorso GD4PhotoArt che dal 2018 diventa MAST FOUNDATION FOR PHOTOGRAPHY GRANT ON INDUSTRY AND WORK. La selezione biennale di giovani fotografi, promossa dalla Fondazione MAST, ha lo scopo di documentare e sostenere l’attività di ricerca sull’immagine dell’industria, le trasformazioni che questa induce nella società e nel territorio, il ruolo del lavoro per lo sviluppo economico e produttivo.
Il premio della Fondazione Mast per la fotografia giunge alla sua quinta edizione. Presentato negli anni precedenti con il nome “GD4Photo Art”, da quest’anno si chiamerà “Mast Foundation for Photography Grant”.
A ogni edizione, un gruppo internazionale di esperti seleziona circa 40 fotografi e fotografe. In un secondo tempo, una giuria sceglie i quattro progetti più interessanti. I candidati prescelti hanno a disposizione sei mesi di tempo per portare a termine il loro progetto, che sarà infine presentato nella PhotoGallery della Fondazione MAST. Con questo concorso, la Fondazione MAST intende sostenere l’indagine di giovani artisti e fotografi sui temi dell’industria, della tecnologia, del territorio e del lavoro. Dobbiamo continuamente prendere atto di quanto siano scarse le nostre conoscenze sul mondo dell’invenzione e della scoperta scientifica, la progettazione, la produzione, il marketing e la vendita di macchine e prodotti, di quanto siano limitate la diffusione e la circolazione di immagini provenienti da questi settori. Tanto più importante ed essenziale diventa allora visualizzare queste realtà: solo restituendole attraverso le immagini possiamo tentare di seguirne i percorsi, di comprendere le novità e il futuro della ricerca, dello sviluppo e della produzione.
La mostra espone i progetti realizzati appositamente per il concorso dai quattro finalisti: Mari Bastashevski (Russia), Sara Cwynar (Canada), Sohei Nishino (Giappone) e Cristobal Olivares (Cile).
In occasione dell’inaugurazione dell’esposizione, curata da Urs Stahel, nominati ieri i vincitori ex aequo della quinta edizione del concorso:
Sara Cwynar, Canada e Sohei Nishino, Giappone.
Sara Cwynar (Canada), in Colour Factory, che comprende un cortometraggio e diversi lavori fotografici, si serve di vari artefatti per esaminare in dettaglio i sistemi profondamente radicati che inconsciamente guidano i nostri comportamenti come consumatori di immagini e prodotti commerciali. Il suo maggior interesse è “il modo in cui le immagini con il tempo si trasformano, si accumulano, perdurano e cambiano di significato e valore”. Il suo lavoro riguarda le ingrate tradizioni della bellezza nei confronti delle donne e dei loro sforzi per migliorare o manipolare il proprio aspetto.
Sohei Nishino (Giappone) reduce da diversi viaggi in tutto il mondo di cui individua il fulcro nell’acqua, presenta un reportage sul fiume Po. Partendo dal Monviso, è sceso a Torino e ha viaggiato verso l’Adriatico, incontrando sul lungofiume gente e paesaggi molto vari: pescatori, bambini, donne, sì è confuso tra di loro ascoltandone le storie e scattando moltissime fotografie. Tornato in Giappone ha sviluppato centinaia di rullini, tagliandoli e incollandoli su una gigantesca tela. Ne ricava un paesaggio deformato, dove il Po serpeggia come se fosse vivo.
Il vincitore sarà annunciato
MAST. via Speranza 42, Bologna 31 gennaio – 1 maggio 2018 www.mast.org
BIOGRAFIE FINALISTI V EDIZIONE DEL CONCORSO MAST FOUNDATION FOR PHOTOGRAPHY GRANT
Mari Bastashevski (San Pietroburgo, Russia, 1980) è un’artista, scrittrice e ricercatrice. Nata in un paese che non esiste più, l’Unione Sovietica, vive attualmente in Svizzera, ma è spesso in giro per il mondo. Il suo lavoro – frutto in genere di ampie ricerche on line e sul campo – combina documenti a fotografie e testi, ed esplora l’intersezione tra individui, aziende private e amministrazioni pubbliche. In ordine di tempo, ha appena concluso il progetto 10,000 Things Out of China, un lavoro in cui si spinge nei meandri del mondo della logistica, spesso violenta, complessa e politicamente ambigua, grazie alla quale i prodotti realizzati in Cina raggiungono l’Europa e gli Stati Uniti. Tra gli altri suoi progetti figurano: It’s Nothing Personal, un’installazione che coniuga il linguaggio tecnocratico e lo spazio neutrale delle società di sorveglianza con le testimonianze di individui influenzati da questo genere di tecnologie. Quindi, ZimTm, una critica di autoriflessione sul conflitto inconciliabile tra sponsorizzazione aziendale e pratica critica, con un robot come controfigura dell’artista, dotato persino di un proprio account twitter, twitter.com/ZimTm. L’opera di Maria Bastashevski è stata presentata in Francia, Paesi Bassi, Stati Uniti, Italia, Svizzera, Australia, e pubblicata sul New Yorker, Le Monde, New York Times, Vice, solo per citarne alcuni. Nel 2016 l’artista ha usufruito di un assegno di ricerca presso il World e l’ISP di Yale, mentre per il 2018 collaborerà sempre in veste di ricercatrice con l’istituto Data and Society di New York. Nel 2011 ha beneficiato di una residenza d’artista alla Cité des Art di Parigi e nel 2017 allo IASPIS di Stoccolma. Ha inoltre ottenuto due borse di studio Magnum Emergency messe a disposizione dalla Magnum Foundation.
Sara Cwynar (Vancouver, Canada, 1985) Gli oggetti ready-made e le immagini che appaiono nei video e nelle fotografie di Sara Cwynar hanno il sapore del tempo che svanisce. Utilizzando molteplici strumenti, set di studio, collage, e tecniche di ri-fotografia, l’artista realizza scene composite a partire da annunci pubblicitari di riviste, da cartoline o cataloghi. Il suo principale interesse speculativo è indagare come le immagini popolari e le costruzioni grafiche lavorano nella psiche di ciascuno di noi e come le loro strategie visive invadono la nostra coscienza. Nel libro Kitsch Encyclopedia (2013), Sara Cwynar riflette su quanto le immagini familiari, sentimentali, tendano ad appianare le realtà spiacevoli, a coprire “i sistemi di controllo incardinati nella nostra vita sociale, economica, e politica”. Cwynar propone immagini pubblicitarie ormai datate che mostrano il fallimento dei loro trucchi visivi e il declino del loro potere di seduzione, inesorabilmente rivelati dal tempo. Nelle sue opere l’artista mette in luce come ciò che una volta era familiare possa diventare estraneo; come l’oggetto feticizzato perda il suo splendore; come il suo fascino svanisca. Sara Cwynar attualmente vive e lavora a Brooklyn, New York. Nel suo curriculum di studio annovera un MFA conseguito presso la Yale University di New Haven, USA, e un Bachelor of Design presso la York University di Toronto, Canada; ha inoltre studiato letteratura inglese alla University of British Columbia di Vancouver, Canada. Tra le mostre internazionali di maggior rilievo, figurano: “Hard to Picture: A Tribute to Ad Reinhardt”, Mudam, Lussemburgo, Granducato di Lussemburgo; “Subjektiv”, Malmö Konsthall, Malmö, Svezia; “You Are Looking at Something That Never Occurred”, Zabludowicz Collection, Londra, Gran Bretagna (per tutto il 2017); “L’Image Volée”, Fondazione Prada, Milano, Italia (2016); “Greater New York”, MoMA PS1, Queens, New York (2015-16); “Under Construction – New Positions in American Photography, Pioneer Works”, Brooklyn, New York (2015).
Sohei Nishino (Hyogo, Giappone, 1982) realizza opera basate sulle sue esperienze personali, legate a viaggi e peregrinazioni. Nelle sue “mappe dioramiche” unisce fotografia, collage, cartografia e psicogeografia per creare paesaggi urbani stampati in grande formato. L’artista percorre le vie di una città per circa tre mesi, cercando le prospettive più interessanti e accumulando centinaia di rullini. Poi stampa manualmente le immagini e le dispone minuziosamente in grandi tableaux. A prima vista le mappe sono quasi astratte, ma quando le si esamina in dettaglio si delinea un intero diorama – il teatro in miniatura delle sue personali esplorazioni urbane. Nishino si è laureate nel 2005 all’Accademia di Belle Arti di Osaka. Ha esposto le sue opere in molti paesi, ottenendo numerosi riconoscimenti, tra cui il “President Award”, Accademia di Belle Arti di Osaka (2004), “Young Eye Japanese Photographer Association Award” (2005), il “Canon New Cosmos Photography Award” (2005) e il “Canon Excellence Award” (2005). Il suo lavoro è stato presentato in mostre collettive e personali e ad alcuni festival: Daegu Photo Biennale, Corea (2010); “Out of Focus,” Saatchi Gallery, Londra (2012); “Contemporary Japanese Photography vol.10,” Tokyo, Metropolitan Museum of Photography (2012); “A Different Kind of Order: ICP Triennial,” New York (2013); KYOTOGRAPHY festival, Kyoto (2014); Tokyo International Photography Festival, Tokyo (2015); “Sohei Nishino CITIES,” Polka Gallery, Parigi (2015). Nel 2016 il San Francisco Museum of Modern Art (SFMOMA) gli ha dedicato una mostra personale. Nel 2017 è stato selezionato dal Prix Pictet per il tema Spazio.
Cristóbal Olivares (Santiago, Cile, 1988) è un fotografo documentarista, con un profondo interesse per le questioni sociali. È co-fondatore di Buen Lugar Ediciones, una casa editrice indipendente specializzata in riviste e libri di fotografia. Nel novembre 2015 ha pubblicato il libro A-MOR sul femminicidio e la violenza domestica in Cile, premiato come miglior libro fotografico dell’anno da POY Iberoamerica. Dal 2014 alla metà del 2016 Cristóbal ha preso parte al VII Photo Agency Mentor Program. Numerosi sono i premi, le residenze e le borse di studio che gli sono stati concessi da diverse organizzazioni, quali l’Open Society Foundations (USA), Photographic Museum of Humanity, FotoVisura (USA), PhotoEspaña, ENS (Colombia), Consiglio nazionale per la cultura e le arti (Cile), Images Singulières Festival (Francia), Querétaro Photofest (Messico), FIFV (Chile), Premio Rodrigo Rojas Denegri (Cile). Per dodici volte è stato insignito con il National Press Photo Awards (FotoPrensa) in Cile, incluso il premio per la Foto dell’anno. Attualmente lavora per diversi mezzi di informazione e ONG, sia in Cile che all’estero. Le sue fotografie sono state pubblicate ed esposte in Cile, Argentina, Colombia, Messico, USA, Canada, Francia, Italia, Spagna, Gran Bretagna, Germania, Cina e India.
Ingresso gratuito
Orari di apertura
Martedì – Domenica 10.00 – 19.00
In occasione di Arte Fiera: giovedì 1 febbraio > 10.00 – 20.00
venerdì 2 febbraio > 10.00 – 20.00
sabato 3 febbraio > 10.00 – 24.00
domenica 4 febbraio > 10.00 – 20.00
lunedì 5 febbraio > 10.00 – 20.00