Una folla di amici, colleghi ed ex studenti ha partecipato venerdì, presso l’Auditorium del Seminario “Giovanni Paolo II” di Caltanissetta, all’incontro di presentazione del volume dal titolo “Ricordando Francesca”, edito dal Rotary Club di Caltanissetta presieduto dall’avv. Salvatore Mancuso in collaborazione con le Edizioni Lussografica di Salvatore Granata.
Un evento fuori dagli schemi, semplice e sobrio come era Francesca. Un breve ricordo del presidente del Rotary e poi la proiezione di una selezione di immagini curata da Lillo Miccichè e le parole di Francesca e su Francesca raccontate da Aldo Rapè accompagnato dal maestro Giovanni D’Aquila al pianoforte.
Tanta commozione a risentire gli scritti di Francesca e, soprattutto, in conclusione quando Rapè ha messo in scena un’immaginaria ultima lezione di Francesca ai suoi studenti prima della pensione. Il volume è stato curato da Angela Giunta, Giovanni Virone e Valerio Cimino.
Francesca Fiandaca Riggi è stata docente di lettere nel Liceo Classico “Ruggero Settimo”, direttore del Museo Diocesano di Caltanissetta, intellettuale impegnata per la propria città, un punto di riferimento importante per il Rotary Club Caltanissetta: è stata la prima donna presidente del club, nel 2004 ha fondato e diretto la rivista “Incontri” del Rotary nisseno facendola diventare un punto di riferimento culturale per l’intera Sicilia.
“Dopo l’anno di intenso impegno come presidente – scrive nella prefazione Valerio Cimino, governatore entrante del Distretto Rotary Sicilia e Malta – ha continuato a lavorare per il Club, sostenendo gli amici che l’hanno succeduta nella presidenza e ricoprendo, con grande spirito di servizio, altri incarichi.
Il Rotary ha nei suoi confronti un debito di profonda gratitudine per la grande dedizione nella pubblicazione di Incontri: la rivista per noi significa e continuerà a significare Francesca. Francesca mi manca e mi mancherà perché è un’Amica ma è anche parte della storia del nostro club e della nostra città”. Il volume racconta Francesca attraverso il ricordo dei figli e di alcuni amici, una selezione dei suoi scritti e una rassegna fotografica.
La prima sezione, dal titolo “Il Ricordo”, raccoglie gli scritti di Angela Giunta che traccia una biografia, dei figli Simona e Daniele Riggi, dell’ex studente Salvatore Falzone, dei colleghi Francesco Augello e Fiorella Falci, del Governatore emerito del Rotary Arcangelo Lacagnina, dello staff del Museo diocesano, del magistrato Giovambattista Tona, dello psicologo Piero Cavaleri e del vescovo.
La seconda sezione riporta un’antologia degli scritti di Francesca Fiandaca, la terza è una raccolta di fotografie che raccontano i momenti salienti della sua vita, dall’infanzia, al matrimonio, al battesimo dei figli, alla presidenza del Rotary e alla rivista Incontri, alla scuola e all’impegno di direttore del Museo Diocesano “Giovanni Speciale”.
“Volle – scrive Angela Giunta – che il Museo fosse non un luogo austero dove recarsi per godere individualmente della bellezza in esso custodita, ma un luogo di incontro, mostre, conferenze, concerti, presentazioni, laboratori”.
“Francesca – scrive il vescovo di Caltanissetta, mons. Mario Russotto – era molto gelosa della sua interiorità, non amava parlare volentieri di sé stessa ma viveva la sua professione e il suo ruolo di docente, sposa e madre come un servizio: la sua persona era al servizio di tutti”.
“Severa, comprensiva, irreprensibile – così la descrive l’ex alunno Salvatore Falzone – pretendeva regolarità, sacrificio, tenacia, diligenza. In tempi di degrado ha saputo tenere alto il prestigio dell’insegnamento. Ancora sorprende la forza emanante dalla figura sottile che una folata di vento invernale ha sradicato per sempre”.
“La morte di Francesca – afferma il prof. Francesco Augello – ha lasciato un vuoto nella cultura nissena che non sarà facile colmare nell’arco di pochi anni”.
“Molti hanno raccontato – afferma Giovanbattista Tona – di quel suo entusiasmo appassionato verso tutto ciò che poteva consentire la valorizzazione delle persone e la promozione della comunità, che poi questo è il vero modo di essere di chi è autenticamente umanista, questo significa davvero fare cultura”.
“Francesca – scrive Arcangelo Lacagnina – era l’impegno nel sociale, nella ricerca. Era la semplicità, l’empatia, la partecipazione attiva ai nostri progetti, era la creatività, la fucina di tante idee e di mille proposte”.
“È la capacità di adattarsi – scrive Piero Cavaleri – in modo positivo e creativo al dolore, alla sofferenza, ponendosi al di là del limite, anziché farsi soggiogare da esso. È questa l’eredità che custodirò per sempre”.
Le foto sono di Lillo Miccichè