Aragona (Agrigento) – Il Rotary Club Aragona Colli Sicani, ha promosso per venerdì 1 febbraio 2019 alle ore 17 in Aragona, presso l’Aula Magna dell’Istituto Petrusella , un "incontro pubblico" sul tema “Rapporto genitori/figli nell’era dei social media”.
L’incontro è rivolto più ai “genitori” che ai “figli”, posto che, dalle conversazioni avute in questo periodo, è apparso chiaro un sempre maggiore scollamento, a causa dell’uso, a volte, abuso, da parte dei ragazzi dei nuovi media. Ad aprire i lavori sarà il Presidente del Club, avvocato Vincenzo Mula che ha fortemente voluto, insieme a tutto il Direttivo ed i soci realizzare questo evento di alto profilo formativo.
Per questa ragione, accanto al professor Francesco Pira, sociologo e docente di comunicazione e giornalismo all’Università di Messina e autore di numerose pubblicazioni scientifiche sul tema, impegnato in una personale battaglia contro le devianze sulla rete (cyberbullismo, sexting, fake news),ci sarà la dottoressa Arianna Tornambè, psicologa e psicoterapeuta che illustrerà il giusto approccio a cosa e come fare per “recuperare” lo spazio e tempo che questi strumenti hanno sottratto dal rapporto genitori/figli.
Oltre agli esperti altra presenza qualificante quella dei dirigenti scolastici professoresse Elisa Casalicchio e Pina Butera, che ci racconteranno le loro esperienze a scuola con i ragazzi e i bambini, e il nuovo e spesso complicato rapporto insegnanti – genitori, altro aspetto non trascurabile che la nostra società deve affrontare. Ha assicurato la presenza l’assessore alla Pubblica Istruzione Stefania Di Giacomo Pepe, per dare un proprio contributo di genitore e politico. Modera i lavori il giornalista Alan David Scifo.
“L’incontro –ha spiegato Musa Presidente del Rotary Club Aragona Colli Sicani- ha pertanto la finalità di offrire, ai genitori, una chiave di lettura da parte di esperti, per comprendere la nuova realtà che vivono i ragazzi in modo da conoscere l’approccio adatto per imparare a gestire ed a far gestire l’uso di questi utilissimi strumenti, che, come ogni altra cosa, se non utilizzati adeguatamente, possono, alla lunga, portare, oltre a non conoscersi e/o riconoscersi più gli uni con gli altri, a fenomeni anche patologici già conosciuti in paesi tecnologicamente più avanzati del nostro”