“ABRUZZESI IN TRASFERTA A GOZO“

Incontro sulle tradizioni e devozioni per Sant’Antonio Abate La chiesa di Xaghra un punto di riferimento devozionale nel Mediterraneo

Nel quadro delle attività culturali, alcuni soci della Libera Associazione Abruzzesi Trentino Alto Adige, guidati dal presidente Sergio Paolo Sciullo della Rocca Ambasciatore d’Abruzzo nel Mondo si sono recati in trasferta a Xaghra presso l’isola di Gozo della Repubblica di Malta per visitare l’antica Chiesa di Sant’Antonio Abate luogo di culto e di preghiera già dal XIV secolo, nonché per uno scambio informativo reciproco sulle tradizioni devozionali inerenti al Santo. All’incontro hanno preso parte il canonico monsignore Antonio Refalo della Cattedrale di Santa Maria Assunta di Rabat, il parroco Don Carmelo Refalo, il rettore della chiesa Don Michele Galea, l’esperto di storia patria Noel Camilleri e il segretario generale dell’Accademia Culturale San Venceslao di Bolzano Franco Leasi. Il presidente Sciullo della Rocca, nel suo intervento ha ricordato che questo luogo di culto venne eretto a sede parrocchiale dal Vescovo abruzzese Davide Cocco Palmeri che sin da bambino venne educato a questa devozione da sua madre nella chiesa del castello di Pescocostanzo suo paese di origine e che a Gozo poi volle meglio evidenziare trattandosi di un Santo della chiesa primitiva, venerato in Abruzzo dagli eremiti del Morrone e della Maiella che ne seguirono la regola di vita monastica in luoghi impervi ed isolati secondo il modello della Tebaide. Ha inoltre partecipato che da numerosi anni viene effettuato dagli abruzzesi e da molti pellegrini un cammino di fede nei luoghi di preghiera realizzati dal Vescovo Davide, auspicando anche che a Xaghara, l’amministrazione comunale vorrà presto prendere in esame di dedicare una via cittadina a giusta memoria, all’illustre prelato che ebbe molta attenzione per questo luogo e per la sua gente. A questo intervento, è seguito quello di Mons. Antonio Refalo strettamente religioso inerente alla vita di S. Antonio il Grande, alla sua regola monastica ed alla sua efficacia nella vita cenobitica, come alla sua rispondenza educativa nel nostro tempo. Mentre il parroco Don Carmelo ha partecipato la fervente devozione e la frequentazione giornaliera della popolazione locale a questa chiesa che rappresenta una vera clinica dello spirito. Noel Camilleri ha poi presentato il valore del luogo noto un tempo come “tal-Quacca”, ricordando la figura del primo parroco Don Bernard Formosa, il periodo della peste, i vari significati della pala dell’altare che mostra il Santo in preghiera in una grotta, opera di Salvatore Bondi e i successivi lavori di ampliamento e di miglioramento della struttura. Mentre il rettore Don Michele Galea ha spiegato come viene effettuata la solennità di Sant’Antonio che si celebra qui nel mese di gennaio e che include la benedizione di tutti gli animali domestici. L’incontro è terminato con la consegna della sintesi storico-fotografica delle testimonianze del luogo al presidente visitante, con l’impegno comune di sempre nuove e maggiori sinergie per la promozione spirituale di questo grande santo che facendo suoi i precetti evangelici distribuì tutti i suoi beni ai poveri ritirandosi nel deserto della Tebaide in Egitto. Molti furono poi i suoi discepoli tanto da meritare l’appellativo di “padre dei monaci”.

Foto di Foto Arte Asmodeo Rennes.

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