Messina 11 gennaio – “Mi ero persa, ma adesso sono qui con Te! Non lasciarmi più …”.
Con queste parole, scritte nell’anonimato su un foglietto di carta, in occasione della missione territoriale di sabato 11 gennaio presso la chiesa “SS. Annunziata dei Catalani”, al centro della “movida” messinese, una ragazza parla con Dio e Gli esprime semplicemente, ma con grande intensità di sentimenti ed emozioni, la gioia di averlo ritrovato. Una profonda riconoscenza, una gratitudine vera che diventa supplica, affidamento, professione di fede, testimonianza di conversione. Che bello quando Dio è vivo e palpitante nei nostri cuori e non lo releghiamo in una pisside, quando lo comunichiamo agli altri attraverso il nostro essere, i nostri volti, i nostri desideri, il nostro andare controcorrente in una società sempre più laica o atea, attraverso le nostre mani protese verso gli altri, verso chi ha più bisogno delle nostre attenzioni e delle nostre cure! Come questa, tante altre richieste innalzate al Padre perché conceda pace, serenità, salute, unità, lavoro, felicità … Dinanzi a tali moti dell’anima si prova felicità perché ancora oggi Dio si rivela, si fa cercare, si fa trovare, suggerisce, incoraggia, sostiene i cuori che a Lui si rivolgono; certo, tanti giovani e meno giovani ancora non vogliono saperne, preferiscono illudersi che il mondo sia solo frutto della scienza e che si possa essere autosufficienti, ritrovando la felicità nelle cose materiali e contingenti. E allora, anche quando ci si confronta con modi di pensare differenti dai propri, bisogna accogliere, pregare perché la Luce vera possa entrare nel cuore di quel fratello o di quella sorella. A questo servono le missioni territoriali notturne che da anni si vivono con continuità attraverso il progetto pastorale “Sentinelle nella notte”: a proporre un incontro con Dio, con un approccio più vicino al linguaggio e alle abitudini dei giovani, adeguandosi, per quanto possibile, ai loro orari, avvicinandosi ai loro luoghi, alle esigenze della loro età. Al termine di ogni nottata si torna a casa stanchi, ma felici per i prodigi che il buon Padre compie, attraverso una parola, uno sguardo, una preghiera, una riflessione condivisa, un messaggio, un canto, la confessione, il dialogo, l’esegesi sul brano biblico letto, attraverso tante realtà
(Uffici Diocesani, gruppi, parrocchie) che insieme cercano di creare nuove opportunità e varie modalità di evangelizzazione che abbiano come unico denominatore l’Amore speciale e unico di Dio Padre verso ogni Suo figlio.