Giardini Naxos (Messina) – Il Comune di Giardini Naxos ha aderito all’avviso pubblico per la concessione di un contributo da parte dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) del Ministero degli Affari Esteri e la Cooperazione Internazionale in tema di Partenariati Territoriali ed implementazione territoriale che fanno capo all’Agenda 2030.
L’avviso pubblico intitolato “Il decentramento amministrativo per lo sviluppo, sostenibile, agricolo, Turistico. La valorizzazione delle risorse naturalistiche” riguarda la realizzazione di un progetto da realizzare nel Continente Africano in Tanzania nella regione di Tanga. Attualmente il progetto presentato è in fase di esame da parte delle autorità statali e, se verrà finanziato, avrà una durata di 36 mesi ed un costo totale di € 1.400.000,00, ricavato da un cofinaziamento monetario di € 1.120.000,00 da parte dell’AICS, pari all’80 % del totale ed un contributo erogato da parte dell’Ente capofila che è Giardini Naxos e dei suoi patner di € 280.000,00 pari al 20 % del costo totale.
I promotori-patner del progetto sono, il Comune di Giardini Naxos (Ente Capofila), il Comune di Montalbano Elicona, il Comune di Roccella Valdemone ed il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Catania.
Il Sindaco del Comune capofila ha nominato un responsabile delegato per il progetto nella persona di Alessandro Maria Veroux il quale ritiene che, il progetto, si propone in futuro di coinvolgere anche altri comuni dell’area Jonico-Etnea e della Valle dell’Alcantara per una migliore efficacia.
Volendo fare una descrizione sintetica dell’iniziativa possiamo dire che, buona parte del finanziamento servirà per la realizzazione di un’azienda agricola pilota H120 nella regione di Tanga (Tanzania), municipalità di Tanga. L’iniziativa dovrà servire alla diffusione dell’agricoltura tradizionale africana in zone difficilmente raggiungibili dall’azione di governo. Per questo motivo è stata scelta, in accordo con il Ministero dell’Agricoltura tanzano, l’area geografica di Tanga, in quanto al centro del nord-est Tanzano, facilmente raggiungibile dai diversi soggetti che saranno coinvolti (Governo, centri di ricerca in agricoltura ecc.).
L’area scelta si trova in una posizione strategica poichè non solo è limitrofa ad aree turistiche conosciute in tutto Mondo come il Parco Nazionale del Kilimangiaro e l’Arcipelago di Zanzibar ma, darà la possibilità di coinvolgere attraverso seminari ed incontri anche l’università dell’east-Africa (Kenya, Uganda, Tanzania) che effettua ricerche avanzate in ambito di agricoltura tradizionale attraverso operatori professionali che possono, a loro volta, beneficiare di un significativo punto di riferimento nelle strutture territoriali, come ad esempio, nell’ospedale di Tanga il quale ha un padiglione dedicato alla preparazione, informazione e vendita di preparati di medicina tradizionale.
Il progetto servirà anche alla formazione ed informazione di piccoli contadini. Inoltre, attraverso il finanziamento, si cercherà di recuperare vaste aree sottraendoli all’abbandono ed alla desertificazione ad esempio, ricostruendo il sistema forestale in funzione agricola.
L’idea principale del progetto, è quella di avviare anche un turismo rurale, in quanto l’azienda agricola che verrà realizzata è al centro di un area geografica tra le più interessanti da un punto di vista naturalistico costellata da una miriade di parchi e di risorse naturalistiche come la rifty-valley compresa tra, le falde del Kilimangiaro e l’arcipelago di Zanzibar nella quale si trova Stone Town che è un antico centro di commerci con moschee e vicoli virtuosi.
I benefici prospettati nel progetto non ricadranno solo sullo Stato africano ma anche sui patner italiani promotori del progetto. Infatti, di riflesso, come si legge nelle motivazioni elencate nella relazione progettuale, “tutto ciò fa si che una tale cooperazione crea una sinergia tra l’area coinvolta del continente africano e il territorio della zona ionico-etnea promotore del progetto”.
L’area turistica dell’arcipelago di Zanzibar
In parole povere l’idea progettuale è potenzialmente strategica perchè può diventare un volano non solo per il turismo di entrambe le aree coinvolte (Tanzania e l’area Jonico Etnea) ma anche per uno sviluppo agricolo sostenibile e, perfino, per un confronto legislativo (ad esempio la legislazione che regola il funzionamento dei parchi in Tanzania che è molto avanzata può essere un aiuto per il nostro legislatore quando deve regolamentare i nostri parchi, mentre viceversa la Tanzania può avere un concreto aiuto prendendo spunto dalla nostra legislazione per la regolamentazione del turismo rurale).
Il progetto, in primo luogo, ha una sua importanza per il patner africano perchè creare un azienda pilota risponde all’esigenza di creare nel territorio un luogo dove rendere operative le soluzioni individuate dagli attori coinvolti nel progetto. Nelle previsioni progettuali i beneficiari diretti saranno circa 100 addetti da impiegare nell’azienda che saranno scelti dai patner tanzaniani. Inoltre sarà impiegato anche un professionista per la costruzione di moduli abitativi (secondo gli standard dello bioarchitettura) per il personale dell’azienda. Sono previsti anche spazi per il ricovero di animali e spazi per la produzione apiaria che sarà una delle attività di punta dell’azienda rurale.
I lavoratori impegnati nel progetto saranno presi dalla popolazione locale nel raggio massimo di 10 km, prevalentemente tra gli abitanti di Tanga e Dar es Salaam mentre l’azienda potrà beneficiare dei turisti provenienti da note località limitrofe come l’isola di Zanzibar.
Visto che abbiamo accennato all’attività di apicoltura possiamo dire che, per quanto riguarda la produzione di miele, questa, potrà dare ottimi risultati di vendita visto che l’azienda si trova vicino a centri importanti turistici come l’arcipelago di Zanzibar (a mezzora di navigazione dall’azienda). In questo caso specifico, i patner europei dell’area siciliana etnea (stakeholders) potranno essere anch’essi protagonisti perchè, nella produzione-vendita di miele dell’azienda in Tanzania, potranno avere una funzione tecnica importante. Aziende etnee storiche come ad esempio la Cooperativa Agrijonica di Giarre diretta dal responsabile Nino Pistorio che ha un allevamento apistico, potranno essere coinvolte per la produzione di miele in quei processi che non potranno essere realizzati nell’azienda africana per motivi tecnici o per mancanza di apicoltori e che serviranno a produrre cera, pappa reale, mettendo a disposizione anche le proprie attrezzature.
In parole povere questi sono i termini della cooperazione che, prevalentemente servirà a creare un azienda di lavoro in una area a rischio dell’Africa ma di riflesso, il progetto servirà anche a promuovere le aziende locali dei patner europei, nel nostro caso i paesi aderenti della fascia jonico-etnea.
Nei prossimi giorni intanto è prevista una visita nei territori della fascia Jonico-etnea dell’Ambasciatore di Tanzania George K. Mafada.
Prima di concludere vediamo un breve commento di Alessandro Maria Veroux sul progetto in questione il quale ha detto: “E’ un progetto strategico al quale crediamo molto poichè coinvolge due aree, quella siciliana Jonico-etnea e quella africana tanzaniana molto conosciuta del Kilimangiaro e dell’arcipelago di Zanzibar che possono cooperare alla grande per lo sviluppo dei loro territori sia dal punto di vista turistico sia dal punto di vista economico-agricolo perchè hanno molti punti di forza in comune. Per entrambi i territori il turismo è un volano per sviluppare l’agricoltura. Con questo progetto si intende valorizzare le risorse del territorio sia naturalistiche che storico artistiche, migliorare l’agricoltura in senso ambientale attraverso la produzione di prodotti tradizionali di questa regione africana ma anche far conoscere i nostri prodotti unici, frutto di un agricoltura biologica che, attraverso questa cooperazione potranno essere apprezzati anche dai flussi turistici attraverso le attività dell’azienda che si andrà a realizzare nella regione del Tanga.
Ad esempio il maiale tipico dei Nebrodi, il finocchietto selvatico, la verdura tipica, il fico d’india eccetera. Di sicuro la cooperazione con l’azienda tanzaniana di riflesso consentirà di far conoscere anche i nostri prodotti e non solo ma anche le nostre bellezze naturalistiche pilastri e gioielli di questo territorio come ad esempio la baia di Giardini-Naxos-Taormina, l’Etna, la Valle dell’Alcantara. Penso ancora al triangolo che si chiude nei Nebrodi che trova la punta estrema a Montalbano Elicona conosciuta nel mondo per i megaliti dell’altopiano dell’Argimusco dal fascino quasi esoterico oltre al quale è possibile ammirare anche un altro panorama mozzafiato quello delle Isole Eolie.
Vorrei concludere ricordando che in Sicilia grazie al cambiamento climatico si sta sviluppando una produzione agricola tropicale sempre di più di prodotti tipici africani come il Mango, i Kiwy, la Papaya, banane e tanto altro possibile. Una consulenza dei ricercatori africani in questo senso attraverso la cooperazione dovuta a questo progetto non potrà che essere di grande beneficio per le nostre aziende locali della fascia Jonico etnea che producono questi frutti esotici. In buona sostanza ci sono vantaggi per entrambi i patner.”