di Pina D’Alatri
La poesia consiste nella facoltà , concessa agli esseri umani particolarmente sensibili, di riuscire a vedere il mondo circostante, arricchito di significati profondi, speciali ed aggiuntivi. La silloge di MariaPia L. Crisafulli (“La vita là fuori”, Casa Editrice MACABOR, Francavilla Marittima(CS),2021 pg 87) ha proprio questa caratteristica: è una sorta di parlar poetando, avulso da regole e da rime ma caratterizzato da una intensa musicalità e da una profonda sensibilità. Mariapia allarga lo squadro sulla complessità del reale e nel contempo lo indirizza verso la propria interiorità: il verso libero evidenzia solo qualche rima imperfetta e un uso sapiente di consonanze e assonanze che la poetessa padroneggia con molta abilità. I temi che connotano le varie sezioni del testo rivelano la grande umanità della poetessa, la sua profonda sensibilità ed una conoscenza letteraria consolidata. E’ un parlar poetando che seduce il lettore, conducendolo negli ampi e profondi sacelli della poesia, guidato da una sacerdotessa che lo induce a ritrovare gli aspetti non solo più elevati e poetici ma anche quelli più semplici ed umili, da cui parte l’esperienza umana . Il linguaggio poetico non si banalizza, non abbassa i propri toni, solamente risulta semplificato, proprio, perché la Crisafulli invita tutti a partecipare ad un simposio in cui la poesia diviene insieme cibo raffinato ed inebriante bevanda. Il testo è affollato da personaggi che vivono intensamente la loro vita e che ,pur appartenenti a mondi socialmente diversi, riescono ad intersecarsi, contaminandosi: personaggi, in cui predominante è il desiderio d’amore che difficilmente risulta esaustivo ed anzi tende a sottolineare la fragilità umana che, proprio, in tale affannosa ricerca, misura la propria debolezza. Essi si scontrano spesso con un’amara realtà: quella di un mondo “in itinere” in cui tutti sono in attesa di un ritorno mentre danno un addio. Nella prima sezione, contraddistinta dal titolo”La misura delle cose”, è evidente il passaggio dall’universale al particolare, con una forte climax discendente che conduce dall’immensa grandezza della storia alla limitatezza della quotidianità che come” la poesia si conta per fogli sparsi”. La poetessa si scosta dalla massa frenetica che la circonda, ballando ed accalcandosi attorno e si ritrae in una dimensione intima , addirittura sdoppiandosi in vari personaggi come Edward, abitudinario bevitore di caffè o Giorgio che si rispecchia nel nitore opaco della città o Renè, sornione fumatore di pipa. Il ritmico ripetersi della vita nella monotonia quotidiana si concretizza nell’immagine ricorrente del treno che diviene un punto focale del testo. Il mondo di MariaPia è convulso, agitato da mille turbamenti, spesso sconvolto da ansie esistenziali gravose. Un luogo non luogo che non consente alcuna comunicazione, poiché “Ciascuno esercita/ la solitudine/come un diritto”. In realtà, la vita urge all’intorno”passa, spinge, agita”, ma spesso il fremito vitale non viene colto, l’attesa si trasforma in una sorta di”arrendevolezza alla vita”. La casa della nonna diviene invece un mondo dove trovare un rifugio al sicuro, dove fermare il tempo nelle vecchie e consolidate abitudini che faranno da baluardo alla morte. Solo il poeta, perché è ispirato dalla Musa, è in grado di connettere ogni cosa concreta o astratta che sia, divenendo un abile “sutore”d’immagini e la sua poesia, libera da regole restrittive e da canoni, gli consente di indagare sull’uomo. La poesia di Mariapia dà rilievo alle parole, non abbonda di segni interpuntivi ma si affida allo spazio bianco, con l’effetto di un’icasticità straordinari che veicola un messaggio universale che vale per ogni epoca e per ogni individuo. La lirica ragionata , argomentativa ed intuitiva di Mariapia trova la sua massima espressione nella poesia “L’ora d’aria”,posta a chiusa della raccolta. L’accostamento degli elementi analogici è molto soggettivo,non dà luogo ad una comparazione vera e propria ma nasce dall’intuizione dell’autrice e dalla sua fertile fantasia:”Siamo poeti il tempo di una sigaretta/Poesia è inalarne tutto il fumo/Contaminare l’aria circostante/Poi ognuno a casa propria.”