Già uno studio del TAU (Translational Andrology and Urology) del 2010 aveva evidenziato un’impennata dell’8,1% su scala globale degli interventi di falloplastica e ligamentolisi, per arrivare ad un totale di 45mila procedure di ingrandimento del pene tra il 2013 e il 2017 (dati ISAPS), tendenza confermata negli anni a venire. Sorprenderà sapere che molti uomini che richiedono il trattamento sono normodotati ma spinti da motivazioni spesso di natura psicologica, come una delusione amorosa o dismorfofobia, altre volte da pressioni esterne, come la richiesta di un partner o metri di paragone provenienti dalla pornografia sempre più diffusa ed accessibile. Il dott. Salvatore Rao, medico estetico, racconta il caso di un paziente che, in seguito ad una delusione amorosa ed un conseguente stato depressivo, si è rivolto alla medicina estetica per correggere il diametro del suo pene. “Il mio paziente era stato ferito dalle considerazioni della ex partner riguardo alle dimensioni dei suoi genitali. In realtà, come spesso accade, non sussistevano anomalie di alcun genere. Uomini normodotati si rivolgono al medico estetico in situazioni particolari della propria vita affettiva, spinti dalla voglia di trovare un nuovo partner, spesso provati da una condizione psicologica di sofferenza” ha precisato il dottore che, nel caso del paziente, ha acconsentito ad intervenire con delle infiltrazioni di acido ialuronico. “Il trattamento consiste nell’iniettare un filler riempitivo, adatto alla zona genitale. Si tratta di un materiale riassorbibile, per cui sono necessari dei ritocchi nel corso del tempo per stabilizzare la forma”. Nel caso del paziente del dott. Rao, il risultato ha portato ad una rinnovata fiducia in sé e alla ripresa di una vita affettivo-sessuale soddisfacente. “È fondamentale rivolgersi ad un professionista che sia in grado di valutare l’intero quadro clinico del paziente. La Medicina Estetica può incidere sul benessere psicofisico a patto che a svolgerla sia un professionista” ha concluso il dottore.