Papa Francesco a Strasburgo “Dignità sia la parola chiave per la ripresa”

“L’essere umano rischia di essere ridotto a un semplice ingranaggio”. Il pontefice lancia un messaggio chiaro e critica il prevalere dell’economia sui valori della persona

IL viaggio del 25 novembre a Strasburgo è stato per [blue]Papa Francesco [/blue]un tour de force senza precedenti con due impegnativi appuntamenti: la visita al Parlamento Europeo e quella al Consiglio d’Europa per pronunciare, in ciascuno dei due emicicli, un importante discorso.

Il Pontefice ha voluto lanciare all’assemblea Ue un forte richiamo: “Un’Europa che sia in grado di fare tesoro delle proprie radici religiose, sapendone cogliere la ricchezza e le potenzialità”, può essere “più facilmente immune dai tanti estremismi che dilagano nel mondo odierno, anche per il grande vuoto ideale a cui assistiamo nel cosiddetto Occidente, perché è proprio l’oblio di Dio, e non la sua glorificazione, a generare la violenza”. E ha ammonito: “Un’Europa che non è più capace di aprirsi alla dimensione trascendente della vita è un’Europa che lentamente rischia di perdere la propria anima e anche quello ‘spirito umanistico’ che pure ama e difende”. Bergoglio ha toccato alcuni dei temi che gli stanno più a cuore e che allo stesso tempo sono al centro dell’agenda comunitaria.

Così il Pontefice ha parlato, in un discorso ‘alto’ e per certi versi storico, di lavoro, ambiente, temi eticamente sensibili, migranti, difesa della famiglia, esortando gli eurodeputati “a operare perché l’Europa riscopra la sua anima buona”, a “ridare dignità al lavoro”.

Il Papa non ha risparmiato critiche alle istituzioni europee, sempre più in crisi di popolarità: negli ultimi anni “è andata crescendo la sfiducia da parte dei cittadini nei confronti di istituzioni ritenute distanti, impegnate a stabilire regole percepite come lontane dalla sensibilità dei singoli popoli, se non addirittura dannose. Da più parti si ricava un’impressione generale di stanchezza e d’invecchiamento, di un’Europa nonna e non più fertile e vivace”.
Non si può tollerare che il Mar Mediterraneo diventi un grande cimitero. Ci sono uomini e donne che necessitano di un aiuto”, è stata la denuncia del Pontefice. Un tema che, fin dal viaggio a Lampedusa è nel cuore di papa Francesco. “L’assenza di un sostegno reciproco all’interno dell’Ue – ha aggiunto – rischia di incentivare soluzioni particolaristiche al problema, che non tengono conto della dignità umana degli immigrati, favorendo il lavoro schiavo e continue tensioni sociali”.

Ecco perché ”bisogna proporre con chiarezza la propria identità culturale e mettere in atto legislazioni adeguate che sappiano allo stesso tempo tutelare i diritti dei cittadini europei e garantire l’accoglienza dei migranti”.

E ancora: “I grandi ideali che hanno ispirato l’Europa sembrano aver perso forza attrattiva, in favore dei tecnicismi burocratici delle sue istituzioni”. La soluzione per il Papa può essere una sola: “L’Europa non deve ruotare intorno all’economia, ma intorno alla sacralità della persona umana” La sfida per l’Europa è quella di “mantenere viva la realtà delle democrazie” evitando che “la loro forza reale sia rimossa davanti alla pressione di interessi multinazionali non universali, che le indeboliscano e le trasformino in sistemi uniformanti di potere finanziario al servizio di imperi sconosciuti”. La fine del discorso è stata salutata dall’Assemblea con una prolungata standing ovation.

Le parole di Papa Francesco hanno voluto soprattutto ‘scuotere’ gli eurodeputati, spronarli a cambiare le istituzioni europee, percepite come sempre più distanti dai cittadini, e tornare allo “spirito dei padri fondatori” e a far sì che “l’Europa ruoti intorno alla sacralità della persona umana e non all’economia”.

Al Parlamento europeo, Bergoglio ha firmato l’albo d’onore degli ospiti illustri: “Auguro che il Parlamento Europeo sia sempre più la Sede dove ogni membro conosca e faccia sì che l’Europa, consapevole del suo passato, guardi con fiducia al futuro, per vivere con speranza il presente. Franciscus 25.11.2014?. La sua visita è giunta a 26 anni di distanza da quella effettuata da Giovanni Paolo II, che finora era stato l’unico Papa a parlare all’assemblea Ue nel 1988.

Il Pontefice ha poi incontrato i presidenti del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, della Commissione, Jean-Claude Juncker, e il premier Matteo Renzi presidente di turno del Consiglio dell’Ue. Successivamente è andato alla sede del Consiglio d’Europa, seconda tappa del suo viaggio a Strasburgo.

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