Le conseguenze degli attentati parigini purtroppo non si sono fatte attendere. È di questa mattina (16 gennaio) la notizia di scontri davanti al consolato francese a Karachi, Pakistan. Si tratta del primo caso, ufficiale, registrato dopo la strage di Parigi per le vignette pubblicate da Charlie Hebdo. I primi bollettini parlano di almeno tre feriti gravi tra cui un fotografo della France Presse, ma il bilancio pare provvisorio e non confermato da tutte le fonti istituzionali. Gli scontri sarebbero avvenuti all’esterno dell’edificio che ospita l’ambasciata francese a Karachi, uomini armati sarebbero stati fermati dalla polizia pakistana che ha usato cannoni spara acqua per disperdere i più risoluti. I manifestanti dovrebbero appartenere al partito religioso Jamaat-e-Islami che si è schierato, nei giorni precedenti, contro le nuove vignette sul profeta Maometto, pubblicate anche in Italia (dal Fatto Quotidiano), dal settimanale Charlie Hebdo dopo l’attacco alla redazione di Parigi. Una notizia simile scosse l’opinione pubblica francese ed europea già nel 2002 allorché undici dipendenti francesi morirono, a Karachi, nel corso di un attacco ad opera di terroristi. Intanto il primi ministro francese, Manuel Valls, è tornato sul tema terrorismo ai microfoni di Europe 1 “La minaccia non è mai stata così forte ed è lungi dall’essere finita. Lo stato islamico può essere in grado di fare attentati in Europa”. Alla rete Bfm-Tv ha aggiunto: “Mi congratulo con le autorità del Belgio che hanno smantellato la rete». E ancora: «Facciamo fronte alla stessa minaccia”.
Quel che mi pare certo è che siamo solo all’inizio di una lunga serie di azioni volte a riportare tranquillità nelle maggiori capitali europee, dove a quanto pare si nascondono migliaia di possibili terroristi.