Crisi ucraina, il Cremlino attacca: “Se gli Stati Uniti decideranno di armare l’esercito di [b]Kiev[/b], nel sud-est ucraino ci sarà un’ulteriore escalation del conflitto”. Parole dure, queste, pronunciate ieri dal segretario del Consiglio di sicurezza russo, Nikolai Patrushev, che ha affermato anche che “inviare armi in Ucraina punta a destabilizzare la situazione”.
Intanto il presidente Obama a margine dell’incontro con la Merkel è tornato sulla crisi: “La Russia invece di ritirare i suoi soldati dalle regioni orientali ucraine ne ha inviati altri e inviato nuove forze di artiglieria”. Chiaro il concetto che tendenzialmente potrebbe portare all’isolamento internazionale – o quanto meno occidentale – la Russia di Putin.
La cancelliera tedesca sembra però aver convinto l’alleato statunitense a non usare la forza, tentando fino a ieri un’opera di mediazione per “salvare” la pace nel vecchio continente. Queste le sue parole: “Il principio della sovranità territoriale è essenziale.
Se rinunciamo a quel principio allora l’ordine e la pace che abbiamo raggiunto nell’Europa non può essere mantenuto”.
All’incontro di ieri alla Casa Bianca dovrebbe seguire domani un’altra riunione proprio a Minsk, i leader di Germania, Francia, Russia e Ucraina continuano a non escludere l’invio di armi all’esercito di Kiev per fermare le milizie separatiste appoggiate da Mosca. Oggi un consigliere del Cremlino dovrebbe intervenire alla riunione del Gruppo di contatto sull’Ucraina che si svolgerà a Minsk, l’obiettivo dichiarato è quello di preparare il vertice di domani. L’Europa è a un bivio.