Bruxelles – Il reverse charge, una misura sull’applicazione dell’Iva, introdotto dalla legge di Stabilità 2015, è stato bocciato dalla Commissione europea al cui parere era vincolato per la verifica di compatibilità con l’articolo 395 della direttiva Ue sull’Iva.
Gli imprenditori hanno tirato un respiro di sollievo.
Il reverse Charge avrebbe dovuto ridurre il rischio di evasione fiscale, ma Bruxelles non la pensa così e non ha autorizzato la misura del Governo italiano, perché non garantirebbe alcuna protezione rispetto alle frodi fiscali . Anzi produrrebbe un buco di quasi 800 milioni di euro. Secondo quanto ha messo in evidenza Vanessa Mock, portavoce della Commissione Ue per i servizi finanziari, per la Commissione non ci sono “prove sufficienti che l’inversione contabile contribuirebbe a contrastare le frodi. L’Esecutivo ritiene anzi che questa misura implicherebbe seri rischi di frode a scapito del settore delle vendite al dettaglio e a scapito di altri stati membri”.
Un’altra bocciatura sembrerebbe in arrivo dalla Commissione europea, che ha sotto la lente di ingrandimento anche lo split payment, un’altra misura partorita dalla legge di stabilità 2015, non gradita e molto contestata dalle imprese negli ultimi mesi, perché nei rapporti di lavoro con le pubbliche amministrazioni, non incassano l’Iva , che è versata direttamente dal committente pubblico allo Stato.
Anche lo split payment è stato pensato dal Governo come uno strumento anti-evasione, invece per la Commissione europea non solo non avrebbe un impatto positivo nella limitazione della evasione fiscale ma mette a rischio la sopravvivenza stessa delle imprese, ed è uno strumento dannoso alle casse dello Stato.
Si presume quindi dalle voci che girano presso le istituzioni europee, che per gli stessi motivi che hanno portato alla bocciatura del reverse charge, con molta probabilità Bruxelles casserà lo split payment, che produce grossi problemi di liquidità alle imprese, che non rientrando nei costi Iva, vanno incontro a contorti meccanismi di compensazione e ritardi considerevoli nei rimborsi dell’Iva.
L’anomalia rilevata porterebbe ad un buco di quasi un miliardo di euro per il Paese.