La Germania in questo momento non è disponibile a trattare con la Grecia. Rinvia tutto a dopo il referendum, perchè, dice la cancelliera Merkel, che per lungo tempo ha dimostrato ampia apertura verso il governo greco, la decisione di uscire dal negoziato è stata unilaterale, e parlare adesso di aiuti prima del referendum, non ha senso. La Grecia ha tutto il diritto di fare il suo referendum sull’accordo con l’Europa, ugualmente le istituzioni europee hanno il diritto di decidere e rispondere a quello che sarà l’esito del voto”
Su toni altrettanto duri, anche il ministro delle Finanze tedesco, Wolgang Schaeuble, secondo cui le trattative non possono tornare allo status quo, la situazione è cambiata,il documento trasmesso stanotte da Tsipras, non è una buona base per parlare di misure serie”.
Il ripensamento del premier greco Alexis Tsipras, sta trovando comunque le porte di Bruxelles semiaperte, tolta la Germania, il presidente della Commisione europea Jean –Claude Juncker, continua ad ascoltarlo, ed anche a consigliarlo a rimanere al tavolo negoziale.
Il documento elaborato da Atene nelle ultime ore, e giunto in nottata a Bruxelles, è probabilmente il frutto di queste riflessioni indotte, da tavoli mai chiusi completamente, e forse dalla consapevolezza di un rischio altissimo, che il governo greco correrebbe se vincessero i Si.
Tsipras, in questa evenienza ha sottinteso la possibilità di sue dimissioni e l’avvio di un governo di unità nazionale, e in un discorso televisivo alla Nazione, ha comunque ribadito con forza “che il voto di domenica non è contro l’euro, ma contro l’austerity, votate No, contro i ricatti dei creditori, questa situazione non durerà per molto.. sicurezza su pensioni e salari …”
Comunque l’ultima mossa di Tsipras, in extremis, viene letta come il segno di una resa, anche pur non incondizionata, i giorni che lo separano dal referendum, sono come uno spazio che passando le ore rischia di stargli troppo stretto, per quella parte sempre più vasta del popolo greco che voterà per il Si, quindi ’incertezza dell’esito del referendum, e per l’aspetto finanziario degli ultimi giorni, legato ai controlli dei capitali, che se dovesse durare per molto, strozzerà completamente l’economia del paese.
ll riavvio del negoziato in extremis, per mettere il Paese al riparo dai rischi eventuali di un referendum, che potrebbe riservare brutte sorprese, non è però sintomo, di una resa incondizionata, come detto. Il documento notturno del premier greco Alexis Tsipras, mantiene nonostante tutto, punti molto fermi sul no all’aumento dell’Iva nelle isole dell’Egeo, area di grande attrazione turistica, che rappresenta per lo stato greco un grande gettito fiscale, che verrebbe a mancare se l’Iva non godesse più delle aliquote agevolate applicate al momento, il che alzerebbe notevolmente i costi dei pacchetti vacanza, penalizzando economicamente il Paese.
Un altro punto quasi intoccabile del documento sono le pensioni.
In cambio Atene otterrebbe il finanziamento iniziale di 15 miliardi di euro, che le occorrono necessariamente per ripianare parte dei debiti a Bce e Fmi, e far ripartire l’economia giunta ormai al collasso, anche col colpo finale della chiusura delle banche.