Immagine : il ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis
di Redazione
La Grecia alla vigilia del referendum di domani, è come si può immaginare spaccata in due, come hanno dimostrato i due cortei di manifestanti in piazza ieri sera ad Atene, rappresentanti del No e del Si. I sondaggi che subito dopo annuncio del voto di domenica 5 luglio, davano più forti i Si, adesso sembrano rilevare un testa a testa tra i No e i Si.
La diversa espressione del voto di domani dipenderebbe dallo status sociale ed economico del cittadino greco. Il pensionato e l’operaio intervistati, hanno risposto di essere stanchi di anni di incessante austerity, non ne possono più, sperano che votando No, qualcosa cambi.
Nelle ultimi ore i cittadini greci, da una settimana in fila ai bancomat per ritirare fino a 60 euro al giorno, da ieri sono ancora più allarmati, per la probabile fine di fine di liquidità nelle banche già da lunedì sera, per mancanza di intervento della Bce , a cui si è aggiunta la paura di prelievi forzati del 30% da parte del governo di Atene, sui conti superiori a 8mila euro. Notizia diffusa, sembrerebbe, dal Finacial Time ,che ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis, ha definito “maliziosa e calunniosa” e prontamente smentito.
Inoltre Varoufakis, in una intervista a El Mundo, ha accusato i accusato i creditori internazionali (Fmi, Bce,Commissione Ue) di aver svolto un’azione di terrorismo .