di Redazione
Aggiornamento del 13 luglio 2015 – I problemi per la Grecia non sono finiti. Dopo la firma dell’accordo lacrime e sangue, di Tsipras con i creditori , le reazioni del suo partito sono state immediate. L’ala più oltranzista già contraria all’accordo, non appoggerà in Parlamento le riforme, e la spaccatura di Syriza indebolirà fortemente il voto che entro il 15 luglio dovrebbe varare il piano, per il via ai finanziamenti di 86 miliardi, secondo i tempi che l’Eurosummit ha stabilito.
Il governo di Alexis Tsipras, è messo in queste ore a dura prova, forse un rimpasto è già nelle cose, e la testa del premier potrebbe cadere. Tsipras può contare sull’appoggio di Nea Demokratia, To Potami e Pasok che hanno già espresso un voto compatto in favore del piano di riforme, propedeutico alla chiusura dei negoziati, ma perde alleati, circa 35 deputati diranno No, come il ministro della Difesa Panos Kammenos che ha annunciato che il suo partito Anel – alleato di Tsipras – non sosterrà l'accordo, al quale è sempre stato contrario anche l’ex ministro greco delle Finanze, Yanis Varoufakis, grande assente in Parlamento, il giorno del voto della proposta greca , che oggi con asprezza, ha dichiarato, di “aver proposto a Tsipras un piano di attacco, ma lui ha ceduto ai creditori”.
Mercoledì un nuovo Eurogruppo dovrà riunirsi per discutere sul lavoro dei parlamentari, ma sarà solo la fase iniziale, sempre che il governo abbia i numeri che consentiranno di far passare l’accordo appena firmato in Parlamento.
L’avvio dei negoziati con il fondo salva-Stati Esm per il terzo salvataggio, non riuscirà a risolvere complessivamente le necessità finanziarie di Atene, per il pagamento di 12 miliardi, che in luglio e agosto, dovrà versare a Fmi e Bce.
Per far fronte , occorrerà un ulteriore prestito ponte, che secondo Jeroen Dijsselbloem eletto per il secondo mandato a presidente dell’Eurogruppo, non sarà semplice attivare.
Bruxelles, 12 luglio 2015 – All'Eurosummit è stato raggiunto l'accordo sulla Grecia. Il vertice è stato infinito, è durato quasi 17 ore, ma si è arrivati ad una conclusione i leader dell'Eurozona hanno trovato l'intesa per avviare il terzo piano di salvataggio alla Grecia.
Il cancelliere tedesco Angela Merkel, il presidente francese Francois Hollande, il premier greco Alexis Tsipras e il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, dopo oltre 30 ore complessive di negoziati,sono riusciti a far prevalere la loro linea e convergere in un'intesa .
Il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, parla di accordo unanime, ma le condizioni sono rigorose, comunque siamo pronti per dare il via all’ “Esm", lo European Stability Mechanism, il Fondo salva Stati e salva-banche creato per proteggere dalle insolvenze la zona dell’euro e che permetterà il sostegno finanziario del Paese ellenico. Il lavoro dell’Eurogruppo da ora sarà in sinergia con le istituzioni per giungere alle ultime decisioni .. – dichiara Tusk.
Soddisfatto del risultato raggiunto, il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, ha affermato che “ .. questo accordo ha evitato una Grexit, ed è l'obiettivo per il quale ci siamo sempre battuti… non ci sono nè vincitori nè sconfitti .. Non penso – continua Juncker – che i cittadini greci siano stati umiliati, si tratta di un accordo tipicamente europeo".
Il premier greco Tsipras durante le trattative dell’eurosummit di ieri, ha fatto il gesto di togliersi la giacca per darla ai suoi interlocutori, come per dire … prendete anche questa… ma il compromesso raggiunto gli ha fatto tirare un bel sospiro di sollievo, anche se le reazioni di Atene non sono mancate . Alla Tv di Stato ellenica Ert , il ministro greco del Lavoro, Panos Skourletis, ha dichiarato che “L'offerta di salvataggio proposta alla Grecia non è percorribile … la forza della maggioranza di governo in Grecia è in dubbio e non si possono dare colpe ai deputati che non saranno d'accordo con le condizioni dell'accordo con i creditori internazionali, e la sua approvazione richiederà il sostegno dei deputati dell'opposizione o un governo di unità nazionale e – prosegue Skourletis – in condizioni normali, se non ci fossero i problemi delle banche e i controlli dei capitali direi immediatamente che dovremmo andare alle elezioni, ma non escludo l'ipotesi di elezioni anticipate entro l’anno”.
A poche ore dall'accordo della Grecia con i creditori, i mercati finanziari hanno festeggiato aprendo stamattina positivamente.