Foto : il premier greco Alexis tsipras
Atene – Giorno cruciale per la Grecia, in attesa che il Parlamento dica la sua sull’accordo firmato dal governo Tsipras con i creditori europei, all’alba di lunedì scorso.
Questa estenuante e dolorosa intesa ha ridotto in pezzi il partito di Syriza, di cui molti esponenti politici dissentono fortemente l’approvazione delle nuove riforme che condurrebbero il Paese al fallimento totale.
Contrari all’accordo 109 membri del comitato centrale di Syriza su 20, oltre alle dimissioni del vice ministro greco delle Finanze Nantia Valavani, che in una lettera indirizzata a Tsipras ha sostenuto “con il compromesso la Germania intende "umiliare completamente il governo e il paese”, e che non vi sono per niente le prospettive di ripresa e si tratta solo di una capitolazione , che viene eseguita in modo così deprimente, e non è una soluzione sostenibile". Anche il Segretario Generale del Ministero dell'Economia, delle Infrastrutture, Marina e Turismo Manos Manousakis, si dimette dichiarando: "la politica del governo espressa nel disegno di legge 'Disposizioni urgenti per il negoziato e la conclusione di un accordo con l'Esm' rende impossibile la mia permanenza in questa posizione".Fortemente contrario anche l'ex titolare delle Finanze, Varoufakis, che da giorni sul suo blog affonda sull’Eurogruppo, per aver compiuto domenica , un colpo di Stato come quello del 1967, che usa le banche e poi critica Tsipras di aver ceduto ai creditori, e che "L'accordo è un nuovo trattato di Versailles", sostiene durante il dibattito nell’aula del parlamento greco, sul pacchetto di riforme.
"Se qualcuno ha una soluzione alternativa, me la dica" ha gridato Tsipras ai dissidenti del suo partito che non voteranno le riforme, per le quali invece si sono dichiarati favorevoli i centristi di To Potami, del Pasok e di Nea Demokratia, che formano una nuova maggioranza su cui il premier potrà contare.
Entro la mezzanotte di oggi, il verdetto finale del Parlamento, che sta lavorando in un clima di durezza e incertezza, i segnali sono duri, e l’ombra del rimpasto sembra sempre piu’ avvicinarsi , comunque vada .
Il Fondo monetario internazionale, Fmi, secondo un rapporto riservato inviato all'Ue, i creditori dovranno rinunciare a parte dei fondi dati alla Grecia in questi anni, ed avviare un un nuovo haircut (taglio) del debito che Atene ha con i partner , oppure seguire la seconda strada, cioè consentire al governo di Atene di non pagare nulla per almeno 30 anni.
Fuori dal Parlamento anche il Paese sta vivendo momenti di panico ed empasse totale, per i servizi a singhiozzo dei trasporti pubblici dalle 6 di stamattina, la previsione di un blocco della metropolitana per le 21 di stasera, e l’out dei collegamenti ferroviari con l’aeroporto di Atene, per tutto il tempo dello sciopero di 24 ore del sindacato Adedy, oltre alle farmacie chiuse e manifestanti in numerosi piazze contro il governo di Atene.