L’Europa dei muri non fa sconti. Dopo i proclami volti all’accoglienza dei maggiori governi europei stanotte è entrata in vigore la nuova legge sui clandestini in Ungheria: arresto e detenzione fino a tre anni per chiunque e a qualsiasi titolo tenti di entrare illegalmente nel paese. Una mattanza. Dopo la mezzanotte di lunedì la polizia ungherese ha arrestato 9.380 migranti entrati dalla Serbia, in centinaia hanno invece passato la notte all’aperto, lungo il confine, mentre a Bruxelles sfumava l’accordo sulle quote di redistribuzione dei profughi. Caos politico e dramma umanitario. Al momento quindi, riassumendo il groviglio di eventi degli ultimi giorni, per passare in Ungheria sono aperti solo i due varchi ufficiali, la polizia di confine lascerà passare solo coloro i quali hanno fatto espressa richiesta di asilo in Serbia, pochi ovviamente.
E gli altri? Ricacciati indietro. Giovedì prossimo intanto (tra due giorni) l’Ungheria si è detta pronta a dichiarare lo stato d’emergenza per l’arrivo costante dei profughi. Questa notte quindi il dramma si è palesato in tutta la sua forza, in Ungheria i migranti continuano ad arrivare, a piedi, molte famiglie con bambini senza certezze a questo punto. La polizia magiara ha avvertito che ogni 35 metri lungo la frontiera blindata dalla barriera di filo spinato ci sarà un poliziotto o un militare, mentre la polizia a cavallo sorveglia tratti del confine. Intanto in mare è emergenza continua, ieri a Kos sono annegati 13 migranti, di cui 4 bambini, a causa del naufragio di un’imbarcazione partita dalla Turchia alla volta della Grecia