Bruxelles, 17 dicembre 2015 – Il vertice dell’Unione europea si è avviato ieri in acque agitate da temi difficili. In primo luogo la procedura d’infranzione contro l’Italia sulla quale il premier Matteo Renzi ha protestato definendo la questione delle impronte digitali “surreale”,accusando l’Ue di utilizzare due pesi e due misure. Berlino infatti ha disposto prima gli ingressi e in seguito le identificazioni .. un modus ha aggiunto Renzi “che non sembra valere anche per l’Italia”.
Pur senza attaccare apertamente la Merkel, il premier italiano, sottolinea che non è piu’ tollerabile un’Europa a guida tedesca, non può esserci un solo paese a dare le direttive politiche, si deve seguire un’altra strada che possa aprire ad una maggiore crescita e sviluppo.
Sul piano dei migranti, è stato fatto notare, non senza sbotti e accuse, che la politica europea, ha numerose falle, peraltro evidenziate dalla documentazione che la presidenza lussemburghese ha messo sul tavolo al Consiglio europeo di ieri. Un punto di accordo è emerso nell’ambito del rafforzamento delle frontiere esterne, sull’onda delle misure adottate dalle Commissione europea ieri l’altro (16 dicembre), circa l’istituzione di una guardia costiera e di frontiera europea per proteggere le frontiere esterne dell’Europa.
Un altro tema di scontro che ha acceso ulteriormente il clima del Vertice europeo è la Brexit, che David Cameron, pone quasi come una minaccia sul tavolo dei lavori. Ma le proposte del premier britannico non sono facilmente percorribili, soprattutto per quel che riguarda, il blocco per quattro anni dei benefici del welfare britannico per i cittadini europei che si trasferiscono a lavorare nel Regno Unito, che secondo il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk e i 27 Paesi consultanti risulta inaccettabile. Una misura discriminante, che i trattati dell’Unione europea escludono. Un confronto sulle esigenze poste dalla Gran Bretagna potrà essere ripreso al vertice di febbraio, secondo la cancelliera Angela Merkel, che si augura che il Regno Unito rimanga nell’Ue.
Il Consiglio europeo che ieri ha fatto emergere allarmanti posizioni di divisione all’interno dei 28 Paesi membri partecipanti, è in corso anche oggi e la conclusione è prevista per il primo pomeriggio.