Sono passati già tredici giorni dall’assurda violenza di massa che ha visto coinvolte centinaia di donne tedesche che stavano festeggiando l’arrivo del nuovo anno in pieno centro a Colonia. La città più grande della Renania si trova nella parte sud-occidentale della regione, fondata nel 39 a.C. dalla tribù degli Ubi (antica popolazione germanica) che si accordarono con i romani per insediarsi sulla sponda sinistra del Reno. Un primo segno di civiltà si direbbe, ma anche di “scambi culturali” laddove il mondo latino accrebbe l’importanza di questo piccolo villaggio trasformandolo in breve tempo in base militare e poi elevandolo al rango di “colonia”, da cui deriva l’attuale nome. Nel “basso medioevo” la posizione strategica della città ne fece uno dei principali itinerari commerciali fra l’Europa orientale ed occidentale, ma fu anche un importante centro ecclesiastico, d’arte e cultura. Colonia fu poi distrutta – quasi completamente – durante la Seconda guerra mondiale ma vanta il secondo duomo più alto di Germania, la Chiesa gotica dei Santi Pietro e Maria. Questa, in breve, la storia di una delle città più antiche d’Europa dove da domenica scorsa è iniziata una vera e propria “caccia allo straniero”. Analizzare come si è arrivati a questo “corto circuito” sociale che, da un lato e dall’altro, sta coinvolgendo gran parte dei cittadini della città renana non è impresa facile. Dalle promesse della Merkel ai rifugiati si è passati ben presto ad un boomerang inatteso che, diciamolo, a colto a sorpresa il rigido governo tedesco. Non si placa dunque la tensione in Germania, per la polizia gli attacchi ai non tedeschi sono stati pianificati via social network, a Lipsia invece, lunedì sera, sono stati presi di mira una serie di negozi da parte di un gruppo di neonazisti in zona Connewitz. La polizia locale ha eseguito diversi fermi tra le circa 250 persone che, a volto coperto, hanno lanciato pietre contro le vetrine dei negozi, fonti ufficiali parlano di hooligan legati alle tifoserie di due squadre locali, ma sarà vero? In città, inoltre, si è svolta una manifestazione anti-immigrati di Pegida (partito anti-Islam nato nel 2014) e un lungo corteo contro quest’ultimo raduno. Anche a Colonia la strategia della tensione non si ferma, nella zona della stazione centrale sei cittadini pachistani e un siriano sono stati aggrediti, mentre un nordafricano è stato inseguito. Insomma, le aggressioni xenofobe sono l’apice di una settimana difficile per la Germania, secondo la Bild – che cita un rapporto della polizia federale riservato – ci sarebbero nuovi casi di molestie sessuali verificatesi in diverse stazioni e a bordo dei treni da parte di profughi. Un caso politico che difficilmente si risolverà in poco tempo, è caos.
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