di Redazione
Immagine: L’intervento di Renzi al vertice del PSE all’Eliseo
"L'Austerity in Europa non funziona, occorre crescita". Così il premier Matteo Renzi si è rivolto ai leader socialisti e progressisti riuniti sabato 12 marzo a Parigi all’Eliseo. Nel corso del suo intervento Renzi ha elencato i governi "rigoristi" che sono caduti, Grecia, Portogallo, Spagna, Irlanda, sottolineando "l'ingovernabilità su questa linea, mentre monta il populismo". Ha anche insistito su investimenti in cultura, istruzione e periferie per "rispondere al terrorismo non limitandosi alla sicurezza".
Lasciando il vertice e incontrando i giornalisti ha commentato: "Mi sembra che il clima stia cambiando in Europa. Per troppo tempo – ha detto Renzi – l'Europa è stata percepita soltanto come luogo di austerity priva di speranza, priva di sviluppo, priva di occasioni di crescita. Ecco perché – ha aggiunto – mi sembra che sia stato importante l'appuntamento di oggi a Parigi. Le cose che interessano ai cittadini sono che ci siano più posti di lavoro, infrastrutture all'altezza, un'Europa che parli di conoscenza, di ricerca e di innovazione e non soltanto di debiti, finanza e banche". Di qui anche la proposta di "una iniziativa dei socialisti e dei democratici europei, per sollecitare investimenti e flessibilità".
Nel suo intervento al summit, Renzi aveva criticato l'Ue sull'emergenza migranti. "Non è possibile fare un Consiglio europeo ogni 15 giorni, diamo l'idea che non governiamo processi epocali come quelli migratori", ha lamentato. Da parte sua il presidente francese, Francoise Hollande ha convenuto che "quella dei rifugiati è una crisi urgente" e che necessita una difesa comune delle frontiere esterne affinché i singoli Paesi non ripristino i controlli dei confini interni. "Se l'Europa non risponderà alle esigenze di sicurezza e speranza rischierà di essere cancellata", ha avvertito il titolare dell'Eliseo.
Al summit erano presenti, tra gli altri, il premier greco Alexis Tsipras (come osservatore), l’austriaco Werner Faymann, il portoghese Antonio Costa, il maltese Joseph Muscat, il tedesco Sigmar Gabriel, il lussemburghese Jean Asselborn e l’olandese Diederik Samson. C'erano pure l’alta rappresentante per la politica estera Ue Federica Mogherini, il commissario agli affari economici Pierre Moscovici e il presidente del Parlamento Ue, Martin Schulz.
"Stiamo cercando di trasformare l'Europa e di farla tornare ad essere un qualcosa che aiuta i cittadini a stare meglio", ha sottolineato Renzi. "Oggi – ha aggiunto – i socialisti e democratici di tutta Europa hanno dato un bel segnale in questa direzione, quindi sono ottimista e contento". Il premier ha spiegato che è emersa l'idea di organizzare il prossimo summit del Pse a Roma: "Credo che sia un fatto positivo ma c'è tempo per parlarne, perché sarà dopo il referendum inglese. Per cui adesso dobbiamo lavorare concretamente a creare le proposte perché finalmente l'Europa si occupi un pochino più dei giovani e dei posti di lavoro e un pochino meno delle questioni di cui l'abbiamo vista occuparsi molto, troppo spesso in quest'ultimo periodo". Renzi ha lamentato che negli anni della crisi l'Italia è passata "da 40 a 20 miliardi di investimenti, una follia". "Vi rendete conto di cosa significa, ridurre della metà gli investimenti? E' successo negli anni dell'austerity, negli anni dei governi precedenti. Ma ora – ha aggiunto – se ce la mettiamo tutta, se ci impegniamo, se sblocchiamo le opere pubbliche come la Salerno-Reggio Calabria, per fare un esempio, finalmente si rimette in moto il meccanismo dell'economia e torna a crescere anche il nostro Paese".