Un migliaio tra migranti e profughi salvati da Frontex nel Mediterraneo

In prevalenza sono siriani che continuano ad affluire in Grecia, seguiti da pachistani, afghani e iracheni

Immagine: Unità di Frontex durante un’operazione di salvataggio

 

In aprile il numero degli arrivi di migranti in Italia ha superato per la prima volta dal giugno del 2015 quello degli arrivi in Grecia. Lo ha reso noto Frontex. Gli arrivi in Grecia sono stati, secondo l’Agenzia per il controllo delle frontiere esterne dell’Ue, circa 2.700 (il 90% in meno rispetto al mese precedente) mentre quelli registrati nel Mediterraneo centrale sono stati 8.370. L’inversione di tendenza tra Grecia e Italia, precisa Frontex, si è verificata nonostante il fatto che gli 8370 arrivi registrati nel Mediterraneo centrale rappresentino riduzioni del 13% rispetto al dato di marzo e del 50% rispetto a un anno fa.

 

Un migliaio tra migranti e profughi – nuclei familiarie minori non accompagnati –   sono stati tratti in salvo nel Mediterraneo il 12 maggio in operazioni coordinate da Frontex e fatti sbarcare a Catania, Palermo, Augusta e Crotone: ad accoglierli ai moli, unità della Croce Rossa.

 

Secondo le ultime stime di Frontex“non ci sono segnali di un significato spostamento di migranti dalla rotta del Mediterraneo orientale”, cioè quella passante per la Grecia. “C’è stata una drastica riduzione degli arrivi sulle isole greche”, commenta Fabrice Leggeri direttore di Frontex. Gli arrivi di aprile “sono ben al di sotto al numero di persone che spesso abbiamo visto arrivare quotidianamente sull’isola di Lesbo durante i mesi di picco dell’ultimo anno”, ha precisato. A determinare questo calo sono stati diversi fattori, in primo luogo l’accordo Ue-Turchia ma anche i maggiori controlli messi in atto dalla Macedonia lungo le sue frontiere con la Grecia. I siriani sono la maggior parte di coloro che continuano ad arrivare in Grecia seguiti da pachistani, afghani e iracheni.

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