Ripreso dalla Newsletter 12 Stelle in Europa – Commissione europea numero 80, 18/05/2016
(Direttamente dal blog di Federica Mogherini)
Vienna, May 17, 2016 – Scrivo alla fine di due giornate intense a Vienna, dove la comunità internazionale si è riunita per lavorare a una via d’uscita alle crisi più drammatiche del nostro tempo e a noi più vicine, quelle che stanno attraversando la Libia e la Siria. Ai nostri confini, ai confini dell’Europa, da troppi anni due popoli – e con loro i paesi vicini, noi – affrontano la violenza della guerra, la distruzione, la mancanza di qualsiasi speranza nel futuro, la minaccia del terrorismo. Fuggono dalle loro case per cercare rifugio altrove. Riportare la pace in Libia e in Siria è un dovere verso questi due popoli, e al tempo stesso è indispensabile per la sicurezza dell’Europa e dell’intera regione.
Per questo abbiamo deciso, all’incontro sulla Libia, di riconoscere il governo del primo ministro designato Fayez al Serraj come unica autorità, di sostenerlo nel compito enorme che sta affrontando di far ripartire il paese, di garantire la sicurezza delle istituzioni e dei cittadini, di combattere Daesh, di mantenere unita la Libia. È una sfida difficile, che sono i libici a dover vincere. La comunità internazionale, l’Europa, può sostenerli accogliendo le richieste di collaborazione che sono arrivate e arriveranno, ma il destino della Libia è e dovrà restare in mano ai libici.
Come Unione Europea abbiamo stanziato 100 milioni di euro e abbiamo già fatto partire i primi progetti in campo umanitario, sostenendo le amministrazioni locali e il governo centrale, ma anche la società civile. Non solo. Stiamo lavorando con le autorità libiche sulla formazione delle loro forze di polizia per la sicurezza del loro territorio e dei loro confini di terra. Abbiamo anche iniziato a pianificare l’addestramento della guardia costiera, con la missione navale europea Sophia, così che possano controllare efficacemente le proprie acque territoriali – salvare vite umane, fermare i trafficanti, garantire sicurezza alle loro coste. Qui il video con le mie dichiarazioni al termine dell’incontro di ieri.
Oggi invece si è riunito il Gruppo internazionale di sostegno alla Siria. Dopo i passi avanti degli ultimi mesi – con l’avvio del cessate il fuoco, della distribuzione degli aiuti umanitari e del negoziato a Ginevra – nelle ultime settimane la situazione è tornata ad essere molto difficile. E questo gioca a favore di Daesh. È indispensabile, e lo abbiamo ribadito insieme, procedere e velocemente su tutti questi fronti. Bisogna impedire nuove stragi, portare aiuto alle popolazioni sotto assedio. E bisogna far ripartire al più presto il dialogo politico, con la mediazione di Staffan de Mistura che sta facendo un lavoro encomiabile.
Questo abbiamo ribadito nel nostro comunicato congiunto. Non c’è soluzione militare a questo conflitto, ma solo politica. L’Unione Europea, come primo donatore per la Siria, con la sua presenza nel paese, con la sua rete di rapporti nella regione, continuerà a lavorare a fianco dell’Onu per sostenere in tutti i modi possibili questo processo che tanto faticosamente, dopo anni di guerra, può portarci a costruire la pace. Qui quello che ho detto alla fine dell’incontro di oggi.