Madrid – Il nuovo premier della Spagna, Mariano Rajoy ha giurato stamattina davanti al re Felipe VI a Madrid, che il 25 ottobre scorso lo ha incaricato di formare il nuovo governo, dopo aver ricevuto dal leader del Psoe, Javier Fernandez assicurazioni precise sull'astensione dei socialisti al secondo turno sul nome di Rajoy, e chiudere così una crisi lunga 315 giorni, evitando ennesime elezioni, le terze in un anno. La fiducia ottenuta dal Congresso dei deputati il 29 ottobre, ha fatto uscire il Paese dall'empasse politica durata appunto dieci lunghi mesi. Ma la stabilità alla quale la Spagna si avvia con la formazione del nuovo governo non dà comunque certezze sullo svolgimento del programma politico di Rajoy, che diversamente al suo primo mandato, non gode di una maggiornaza parlamentare, essendo stato eletto solo con 170 voti a favore su 350, 111 contrari e 68 astenuti. Questi ultimi, rappresentati dai socialisti, che se da un lato optando per l'astensione hanno reso possibile l'elezione di Rajoy , dall'altro non consentiranno al premier di passare facilmente le sue politiche. Rajoy, infatti, essendo alla guida di un governo di minoranza, formato con l’appoggio dei deputati del PP, di Ciudadanos, della Coalizione Canaria con l'astensione di 68 su 84 deputati socialisti del Psoe, in Parlamento può contare solo di 137 seggi su 350. Dunque avrà bisogno volta per volta, del sostegno di altre forze politiche per l'approvazione al congresso, di leggi, articoli ed emendamenti. Inoltre secondo molti politologi, il suo governo non sarà di lungo periodo. Le lotte intestine al Psoe gli saranno certamente da ostacolo. Secondo l'analista, Antonio Barroso, il governo Rajoy ‘’di sicuro non durerà quattro anni’’. Questa opinione si scontra però con le dichiarazioni del presidente del Consiglio spagnolo, che si dice convinto di poter restare alla guida della Spagna fino al 2020, ovvero fino alla scadenza naturale della legislatura. Con il giuramento di oggi, Mariano Rajoy, si avvia ad ufficializzare la costituzione del suo governo, prevista per il prossimo giovedì 3 novembre,con la presentazione alle cortes del suo esecutivo. Dopo di che si metterà in marcia per affrontare le difficili sfide del nuovo mandato. In primis sono in agguato quelle europee, dalle quali Rajoy dovrà difendersi, con un piano finanziario sostenibile per l'Ue. Nonostante negli ultimi mesi si sia registrata una discreta ripresa economica, il premier dovrà fare i conti con la riduzione del defit per il 2017, secondo i parametri stabiliti dall'Europa, e non è escluso che Bruxelles possa pretendere un impegno di 5 miliardi di euro in tagli di spesa ed entrate. Un'altra difficile sfida con cui Rajoy dovrà confrontarsi subito, è la politica indipendentista che la Catalogna porta avanti da tempo. Per il premier che si è sempre battuto a difesa dell'Unità della Spagna, sarà un banco di ulteriore prova da sostenere con il suo governo, nella considerazione delle mire referendarie degli indipendentisti in programma forse nel primo semestre del 2017.