Immagini:Il San Domenico Hotel di Taormina – Kilkenny – St. Kieran's college Kilkenny – Cattedrale di St. Canice's (S. Canizio) a Kilkenny. – Un momento del congresso AJE-AEJ a Kilkenny 3-6 novembre 2016.
La storica città di Kilkenny, famosa per la sua cattedrale di S. Canizio, un monaco irlandese del VI secolo, che lavrò soprattutto in Scozia, portandovi cultura e valori, situata al centro dell’Irlanda, fu per circa un decennio la capitale di tutta l’isola.
Nel 1641 ha avuto inizio la Ribellione irlandese contro l’amministrazione inglese in Irlanda per ottenere diritti per i cattolici indigeni irlandesi, negati dai conquistatori protestanti inglesi e scozzesi. Sostenitori del Re Carlo I, noti come i roialisti si scontrarono con i sostenitori del Parlamento, denominati Parlamentari. Il colpo fallì. Carlo I fu fatto prigioniero dai Parlamentari e morì in prigione, giustiziato. La Confederazione Cattolica comunque governò l’Irlanda de facto da Kilkenny fino all’arrivo di Cromwell nel 1650, un sostenitore del Parlamento e il Generale che mise a ferro e fuoco l’Irlanda.
In questa sorridente cittadina il Re d’Inghilterra, Giacomo II, passò nel castello che la domina i mesi invernali da novembre 1689 a gennaio 1690.
A Kilkenny nei giorni scorsi si sono riuniti in convegno circa 100 giornalisti europei, tra cui una folta delegazione italiana – ricordiamo il Segretario dell’Associazione, Carmelo Ochino, il Direttore di FiloDirettoNews, Domenico Interdonato, Mimma Cucinotta per Paese Italia Press, il ricercatore dell’Università La Sapienza, Roberto Sciarrone, tutti siciliani – per discutere le consenguenze del Brexit o dell’uscita dell’Inghilterra dall’Unione Europea.
Dal comfortevole Hotel Rivercourt, guardando il ruscello che attraversa Kilkenny, in vari momenti di pausa, abbiamo anche discusso con il gruppo siciliano punti in comune tra le due isole di Sicilia e Irlanda.
Una storia irlandese in Sicilia
A Nord di Kilkenny e ad Ovest dell’Irlanda c’è la Contea di Mayo, un territorio mozzafiato. Campi di torba si alternano a paddocks verdi sotto un cielo grigio. Raggi di sole spesso li illuminano di un raro e indescrivibile splendore dorato. Bovini e ovini vi pascolano indisturbati, senza la presenza di alcun pastore. Accanto la vita di piccoli borghi e case rurali, disseminati tra colline gentili, scorre quasi fuori dal tempo, scandito da una pigra pioggerellina. Centri più popolati si stagliano nella notte tra laghi e monti che si profilano in lontananza. Su tutti si eleva il Croagh Patrick, il monte su cui S. Patrizio:– si dice – abbia digiunato per 40 gorni e 40 notti, prima di iniziare la sua attivita’ missionaria in Irlanda.
Questo maestoso e piramidale Croagh Patrick richiama un po’ l’Etna. Un punto in comune tra le due isole d’Irlanda e Sicilia. Un simile legame lo si ritrova nei due mari: il Mediterraneo e l’Oceano Atlantico dalle cui acque nascono queste montagne.
Fu ai bordi di Lough Furnace, nel recinto dell’abazia di Burrishole, con Croagh Patrick all’orizzonte, appena 30 km lontano, che abbiamo ascoltato una storia, racchiusa oggi in un affresco del lussoso S. Domenico Palace Hotel di Taormina, protetto dalla grande piramide dell’Etna. Le rovine dell’abazia si ergono ancora accanto al ruscello che, sgorgando da Lough Furnace, forma la mistica baia di Clew, un tempo teatro di navi e commercianti, per perdersi poi nell’Atlantico. Il nobiluomo Richard ‘in iron’ de Burgo la fondò su terreno di sua proprietà per i Frati Domenicani nel 1469. Lui stesso vi si ritirò nei giorni della sua vecchia e vi morì.
Lo splendore e l’importanza di questa abazia dovevano essere particolari, a giudicare dal meraviglioso calice d’argento di cui le fecero dono Thomas de Burgo, nipote di Richard, e la moglie Grainne. Questo calice adesso lo si può ammirare nel Museo Nazionale di Dublino.
Duecento anni dopo la fondazione del sito monastico di Burrishole, due nobil donne, Honoria de Burgo ed Honoria Magaen, divennero Sorelle del Terzo Ordine di S. Domenico. E’ proprio la storia di queste due consorelle che l’hotel S. Domenico protegge e tramanda.
La cornice storica e’ quanto mai interessante. Si era allora ai tempi delle cosiddette Leggi Penali in Irlanda, quando i dominatori inglesi, durante quasi tre secoli, non permisero agli irlandesi di esercitare la propria libertà religiosa e i propri diritti fondamentali. Anzi non poteva esistere, secondo tali leggi, un irlandese cattolico con un reddito superiore alle cinque sterline, cioè 12.500 lire di un tempo o sei Euro di oggi. Chiese e conventi venivano distrutti. Clero e prelati erano perseguitati. A chi li scovava, gli inglesi davano in ricompensa £5 (sterline) per la testa di un prete o di un lupo e £10 per la testa di un vescovo. E tanti erano allora i cacciatori di teste! Nel cimitero accanto all’abazia di Ballintubber, situata a circa 11 km da Castlebar, la capitale della Contea o Provincia di Mayo, e vicina a quella di Burrishoole, esiste ancora la tomba di uno di questi procacciatori di teste.
In una gelida giornata del febbraio 1652 i soldati di Cromwell misero a ferro e fuoco questo territorio, distruggendo abazie e luoghi di culto, come avevano fatto nel resto del territorio irlandese, soprattutto a partire dal 1649.
Un anno dopo gli stessi soldati tentarono di abbattere anche l’abazia di Ballintubber nella Provincia di Mayo, a Nord-Ovest della presentge Repubblica d’Irlanda. Una descrizione di quegli eventi ce l’ha lasciata il Priore della medesima: Non e’ sfuggita neppure una singola localita’ in tutta la nazione alla loro furia. Attaccarono anche il nostro convento, ma vennero respinti per ben due volte. Al terzo attacco entrarono. Uccisero tutti i soldati che avevo con me. Dei religiosi, alcuni sono stati fatti prigionieri, altri feriti, altri sono fuggiti sulle montagne. Io stesso e un ragazzo abbiamo trovato un guscio d’albero e in quella piccola imbarcazione ci siamo lanciati nelle profondita’ dell’acqua. Ho preferivo mille volte affidarmi alle merce’ delle onde – e quelle atlantiche sono particolarmente pericolose – anziche’ alla pazza rabbiadei cromwelliani assetatai di sangue. Quando tutti pensavano che io ero certamente annegato in quella piccola canoa fatta di un solo guscio d’albero, raggiunsi Clare Island. Qui ho trovato alcuni soldati ed anche alcuni nobili ed ecclesiastici che durante molti mesi, per la loro Fede, avevano affronato i rigori delle montagne e delle foreste e gli attacchi del nemico prima di fuggire in quest’isola.
Le due suore del Terzo Ordine dei Domenicani, gia’ in eta’ avanzata, per sfuggire alla violenza dei soldati di Cromwell, cercarono rifugioinun vicino isolotto in Luogh Furnace. I soldati comunque riuscirono a scovarle, denudandole emassacrandole di santa ragione. Honoria de Burgo e’ morta sotto le percorse, ma Honoria Magaen riusci’ a sottrarsi alla loro rabbia satanica, nascondendosi dentro la cavita’ di un albero. Il giorno seguente la sua serva fedele la trovo’ stecchita per assideramento dentro il tronco dell’albero. La riporto’ in abazia e ne seppelli’ il corpo accanto alla sua amica. Ma la storia di Honoria Magaen raggiunse anche la Sicilia, dove si trovano tanti legami con l’isola d’Irlanda, illuminati dal libro: Sicilia e Irlanda: Legami culturali.
Taormina, tra le tante regine, principesse e stelle del cinema e del teatro che ha ospitato attraverso i secoli, ricorda ancora oggi questo momento tragico della storia irlandese e l’umile suora del Terz’Ordine di S. Domenico, Honoria Magaen, in due affreschi all’interno del suo piu’ prestigioso hotel.
Come sia potuto accadere tutto questo?
Sappiamo che S. Domenico fu un convento, fondato nel 1430, da una famiglia principesca per i Frati Domenicani. Rimase tale fino al 1896 quando divenne hotel, dopo la secolarizzazione che l’allora massonico Governo italiano opero’ subito dopo il 1870. Al suo interno si trova una sequenza di affreschi di Suore Domenicanee tra queste precisamente l’ovale che riproduce Beata Honoria Magaen, proveniente dall’Hibernia ossia dall’Irlanda, in un atteggiamento di preghiera. Un altro, piu’ nascosto, la ritrae nella cavita’ dell’albero in cui si era rifugiata nel tentativo di salvarsi.
Si pensa che le due Honorie del Terz’Ordine Domenicano siano state commemorate dal Capitolo Generale dell’Ordine dei Domenicani, tenutosi nel 1656 e, quindi, immortalate in affreschi di artista ignoto, a ricordo della loro triste storia nel S. Domenico Palace Hotel di Taormina. Purtroppo solo uno dei due ovali esiste oggi, quello di Suor Honoria Megaen. Il convento infatti è stato bombardato dlla forze alleate anglo-americane il 0 luglio 1943. L’ala distrutta dal bombardamento, che voleva distruggere il quartier generale del commando tedesco in Sicilia, comprendeva le celle, adesso trasformate in suite, delle due suore. Nella ricostruzione è stato rifatto solo l’affresco di Suor Megaen e nella cella o suite accanto non si trova più l’ovale di Suor Honoria de Burgo, ma quello di un Santo frate domenicano, che sembrerebbe fuor di luogo in una fila di ovali, destinati a suore.
Potrà l’ovale di Suor Honoria de Burgo essere ripristinato? Sarebbe un’altra pagina di storia nell’amicizia che regna tra Irlanda e Italia.
Cromwell in Irlanda
Oliver Cromwell, il “boia di Dio”, come gli irlandesi lo chiamarono, giunse in Irlanda nel 1649 con 20.000 soldati ben addestrati e ben equipaggiati e un efficiente corpo di artiglieria. Fiero delle sue vittorie in Inghilterra e Scozia e ubriaco di fanatismo feroce, fu un nemico acerrimo, deciso a sottomettere l’Irlanda e conquistare il suo popolo per il quale nutriva un odio intenso, perchè cattolico e istruito. Cromwell passò attraverso l’Irlanda come un uragano, uccidendo lungo la sua marcia, non lasciando via di scampo a nessuno e distruggendo chiese e conventi.
Al suo arrivo assediò Drogheda, una ridente cittadina situata tra Dublino e Belfast e oggi città gemella della siciliana Bronte. Tramite una breccia aperta nelle mura delle città, le sue truppe la conquistarono. 4.000 persone circa morirono nell’assedio di Droghda del 1649, secondo fonti degne di fede. Soldati e civili ne furono vittime. Una delle tante proprietà della Chiesa devastate e desacrate dalle forze Parlamentari di Cromwell fu la Chiesa di S. Pietro. Il suo campanile. in cui avevano trovato rifugio circa 100 persone, venne bruciato in uno dei tanti atti selvaggi, perpetrati dalle sue truppe. Poco dopo Drogheda fu la volta del massacro di Wexford e poi, nel 1650, di Kilkenny, difesa eroicamente dai Butler, tanto ammirati dal Granduca dei Medici, Cosimo III – Thomas Butler, Conte di Ossory, figlio del primo Duca di Ormond, fu uno di questi eroi, mentre la sorella Maria Butler, Lady Cavendish, fu una bella donna imponente. I loro ritratti si trovano oggi uno agli Uffizi di Firenze e l’altro nella sede dell’Ambasciata italiana a Londra. Tante altre atrocità ebbero luogo durante la campagna di Cromwell in Irlanda.
Bronte, città gemella di Drogheda.
I Prunty di Drogheda diventi i Bronte di Sicilia.
Trenta anni fà, Drogheda si è gemellata con Bronte. Come si ricorderà, nel 1799 Ferdinando III, Re di Sicilia, aveva nominato Orazio Nelson come Duca di Bronte, donandogli “graziosamente” – dirà Leonardo Sciascia -, una ducea di quasi 20.000 ettari di terra fertilissima. Tre anni dopo, nel 1802, un giovane di nome Patrick Prunty, figlio di Hugh, che era andato da Drogheda nel Nord Irlanda per cercare fortuna, cambiò il suo nome da Prunty in Brontë, firmandosi così all’Università St. John di Cambridge, per soddisfare la sua ammirazione per l’Ammiraglio Nelson. In seguito Patrick Brontë sposò l’inglese Maria Branwell e i due ebbero sei figli, un maschio e cinque femmine, tutte scrittrici di fama internazionale, pur essendo morte da giovani. Queste furono le sorelle Brontë, che hanno glorificato con la loro fama letteraria la cittadina di Bronte, appollaiata alle pendici dell’Etna. Un altro legame tra Sicilia e Irlanda.
Enzo.farinella@gmail.com