Da Berlino ad Aleppo, il sangue degli innocenti

A Berlino attentato terroristico. Lo conferma la polizia tedesca con un tweet all’alba

Berlino piange i suoi morti, assieme all’Occidente tutto. Ennesima notte di sangue, stavolta in Germania, nel bel mezzo di uno dei mercatini di Natale più noti della capitale tedesca, Charlottenburg il quartiere preso di mira dall’attentato terroristico che ha spezzato la vita a 12 persone ferendone 48. Un’azione che ricorda quella di Nizza del 14 luglio. Charlottenburg, quartiere popolato di giovani, ricco di vita, negozi, cinema, locali ma soprattutto sede della Chiesa della Memoria – Kaiser-Wilhelm-Gedächtniskirche – che con i suoi resti è simbolo degli orrori della seconda guerra mondiale. La polizia tedesca – con un tweet all’alba – ha ammesso che si tratta di attentato terroristico, mentre è atteso in mattinata un discorso della cancelliera Angela Merkel che, ricordiamo, poche settimane fa si è ricandidata per la quarta volta e che adesso teme ripercussioni sulla campagna elettorale, da destra. Ma torniamo a ieri sera, quando intorno alle 20.15 un Tir con targa polacca si è schiantato a tutta velocità sui classici mercatini natalizi di Charlottenburg. L'uomo che è stato arrestato poco dopo che il mezzo si era lanciato sui passanti nel cuore della città è Naved B., un migrante pakistano di 23 anni che sarebbe entrato in Germania, seguendo la rotta balcanica, lo scorso febbraio come richiedente asilo. Lo hanno comunicato fonti dell’intelligence all'agenzia tedesca Dpa, aggiungendo che l'uomo, fermato a circa due chilometri dal luogo della tragedia, era conosciuto alla polizia per reati minori, ma non per una radicalizzazione estremista. Intanto è confermato che la persona morta trovata nella cabina del mezzo era polacca. Si tratterebbe del vero autista, un 37enne, che secondo l'emittente polacca Tvn24, sarebbe stato accoltellato. In serata, il proprietario del camion registrato in Polonia aveva riferito di non avere più contatti con il suo autista dal pomeriggio di lunedì. Neppure la moglie era riuscito a contattarlo. "Non so cosa gli sia successo. È mio cugino, lo conosco fin dall'infanzia. Garantisco per lui", aveva raccontato, Ariel Zurawski, che ha spiegato che il camion è stato dirottato e ha aggiunto che il cugino avrebbe dovuto fermarsi a Berlino fino ad oggi a causa di un ritardo nella consegna. Rimane il tragico dato statistico che l’ennesima azione terroristica aggiorna, i morti. In questo dicembre di sangue un sottile filo rosso unisce in queste ore gli innocenti di Aleppo con quelli di Berlino, mentre l’Occidente, in preda ai suoi peggiori incubi, pare accartocciarsi su se stesso.

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