Roma – In vista del sessantesimo anniversario dei Trattati di Roma, firmati in Campidoglio il 25 marzo del 1957, il Movimento europeo e le organizzazioni che ne fanno parte, tra le quali l’Associazione dei Giornalisti Europei, hanno lanciato un appello con il quale si invitano istituzioni, mondo politico, comunità locali e cittadini ad adoperarsi per “far cambiare rotta all’Europa”. Una grande manifestazione popolare è prevista per il 25 marzo 2017 a Roma, mentre si invitato le realtà europeiste degli altri paesi dell’Unione a promuovere iniziative analoghe per ricordare lo spirito che ha fatto muovere i primi passi alla Co-munità europea e alimentare l’azione comune per fare dell’Europa una realtà politicamente unita.
“Un mondo di pace, solidarietà e giustizia esige più Europa di pace, di solidarietà e giustizia. Eppure l’Unione europea – sottolinea l’appello – può disgregarsi per gravi errori di strategia politica ed economica, per l’inadeguatezza delle istituzioni e la mancanza di democrazia. Sono stati costruiti muri con i mattoni degli egoismi nazionali soffo-cando l’idea d’Europa che sanciva la libertà di circolazione delle persone. Così rischia di disintegrarsi la comune casa europea, disegnata nel “Manifesto di Ventotene”, che unisce la prospettiva dello stato federale alla democrazia europea, alla pace e alla lotta alle diseguaglianze. E così si cancella-no le speranze di milioni di europei”.
Il documento continua con la constatazione che “negli ultimi dieci anni le politiche di austerità hanno frenato gli investimenti nell’economia reale, esasperato le disegua-glianze, creato precarietà e destrutturato il modello sociale europeo. L’Europa deve essere terra di diritti, di welfare, di cultura, di innovazione. Dovrebbe aver appreso dalla parte migliore della sua storia e dalle sue tragedie i valori dell’accoglienza, della pace, dell’uguaglianza e della convivenza”. A proposito delle sfide che l’Unione europea deve affrontare, i promotori dell’appello ritengono “indispensabile e urgente ridare senso alla politica per eli-minare le disuguaglianze ponendo fine alle politiche di au-sterità e agli strumenti che le hanno attuate, creare coesione sociale e territoriale, dare priorità all’ambiente come motore dello sviluppo combattendo i cambiamenti clima-tici, ridurre il divario generazionale e di genere, favorire la partecipazione e la cittadinanza attiva con un welfare eu-ropeo, ripudiare le guerre e perseguire il rispetto dei dirit-ti, garantire l’accoglienza dei rifugiati e la libertà di migra-re, impegnarsi a risolvere i problemi globali che sono cau-sa delle migrazioni”. L’appello si chiude con l’affermazio-ne che “serve una democrazia europea, dove la sovranità appartiene a uomini e donne che eleggono un governo fe-derale responsabile davanti al Parlamento europeo. Per queste ragioni, intendiamo agire – è detto – affinché si apra il 25 marzo 2017 una fase costituente che superi il principio dell’unanimità, coinvolga comunità locali, attori economici e sociali, movimenti della società civile insieme a rappresentanti dei cittadini a livello regionale, nazionale ed europeo e si concluda in occasione delle elezioni europee.