L'Olanda vince con il liberale Mark Rutte e il populismo xenofobo antieuropeo di Geert Wilders arretra. Una sfida all'ultimo sangue tra i due leader olandesi giocata sotto i riflettori europei. Ha vinto la democrazia. ''Un voto per l'Europa contro gli estremismi''- ha detto il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, seguito dal coro di congratulazioni delle cancellerie europee. L'Ue liberata dall'ansia esulta alla battuta di arresto del Partito Liberale (Pvv) di Wilders. A fermare la travolgente corsa maleodorante di intolleranza razziale e populista hanno contribuito i liberali di sinistra (D66), i Verdi e non ultimi i cristiano-democratici.
La vicenda di Ankara ha favorito nel dare maggiore equilibrio all'andamento della sfida elettorale. L'idea di bloccare i comizi del ministro turco Cavusoglu a Rotterdam per promuovere la riforma costituzionale, nonostante il divieto posto dall'Aja a tali iniziative, era targata Rutte, anche se Wilders ha abilmente provato ad approfittarne facendola passare come sua. Gli olandesi hanno realizzato che di Rutte, malgrado le sue misure finanziarie abbiano negli ultimi anni piegato il paese raggiunto dalla crisi, avrebbero dovuto continuare a fidarsi. D'altro canto il premier ha dato prova di agire da statista, schierandosi a difesa dell'identità nazionale dando la tranquillità sufficiente agli olandesi che lucidamente hanno detto No alla corsa del leader xenofobo e antiUe del Pvv. Abbiamo superato i ''quarti di finale'' ha detto Rutte, per la terza volta premier, definendo così la vittoria di ieri sera, resta ancora da giocare l'impegnativa partita delle presidenziali ''semifinali'' di primavera francesi del 23 aprile e quella delle ''finali'' che culminerà il 24 settembre in Germania.
Con le ossa ammaccate esce pure il partito laburista a cui Rutte ha dovuto presentare il conto. Alleato del partito del premier si è rivelato in caduta libera con una perdita di circa 30 deputati in parlamento, da 38 della scorsa legislatura secondo gli ultimi risultati saranno soltanto 9 a sedere sugli scranni istituzionali. '' E' stato un durissimo colpo, un graffio sulla nostra anima'' così ha commentato Il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, per il crollo del suo partito.
Dopo la sua vittoria e la sconfitta del capo del partito anti-islam (Pvv), Mark Rutte ha alzato in segno di ringraziamento le braccia al cielo dicendo ''Una festa per la democrazia''.