Si è svolto ieri il primo dibattito televisivo fra i candidati alle presidenziali francesi, una maratona di tre ore seguita da circa dieci milioni di telespettatori.
Secondo un sondaggio realizzato dall'istituto Elabe per BFM-TV, Emmanuel Macron candidato del partito centrista indipendente “En Marche!” è stato quello più convincente per il 29% degli spettatori intervistati. Lo segue il leader della sinistra alternativa Jean-Luc Mélenchon con il 20% mentre guadagnano il terzo posto Francois Fillon, candidato dei Républicains e Marine Le Pen per il Front National, entrambi con il 19%. Chiude la classifica il socialista Benoit Hamon con l’11%.
Si è discusso molto dei programmi e poco delle inchieste giudiziarie che coinvolgono alcuni dei candidati e i loro partiti. Si è parlato inizialmente di tematiche sociali come l’istruzione per poi passare a quelli riguardanti l’economia e infine alla politica internazionale.
I toni sono stati per lo più pacati, ogni candidato è rimasto fedele al proprio programma, ribadendo i propri slogan ma senza scendere troppo nei particolari.
Una certa animazione si è avvertita in studio quando si è parlato di immigrazione e laicità.
Marine Le Pen ha affermato di voler completamente abolire l’immigrazione (senza però specificare come) mentre Macron le ha risposto che un pensiero del genere mina la coesione sociale ed è semplicemente utopistico se si considera che ci sono quattro milioni di francesi di religione islamica in tutto il paese.
Il bersaglio principale dei candidati è stato comunque Macron, soprattutto quando Hamon ha parlato di “lobby industriali” che farebbero sentire la loro voce nel caso di una vittoria di Macron, alludendo alle polemiche suscitate nelle ultime settimane circa alcune donazioni effettuate al partito “En Marche!”. Le Pen ha colto la palla al balzo accusando il candidato centrista di fare gli interessi delle banche piuttosto che dei cittadini.
Macron ha replicato che ogni donazione è stata fatta nel rispetto della legge e che allo stesso modo viene regolato il conflitto di interessi, quindi ha invitato Le Pen a essere più specifica e rivolgersi a un tribunale oppure a evitare ulteriori diffamazioni.
Di politica estera si è parlato poco, solo negli ultimi venti minuti del dibattito, tutti i candidati eccetto Mélenchon hanno affermato di voler aumentare il budget per la difesa entro il 2025.
I candidati alle presidenziali francesi sono undici in totale ma i cinque che sono stati scelti per partecipare al dibattito televisivo ieri sera sono quelli considerati favoriti dai sondaggi.
I presenti non hanno mancato di criticare questa scelta durante i loro discorsi di apertura definendola “poco democratica”.
Le elezioni presidenziali si svolgeranno il prossimo 23 aprile e il ballottaggio si terrà il 7 maggio, sono previsti altri due dibattiti prima del primo turno.