Immagine: Angela Merkel e Paolo Gentiloni al vertice di Berlino il 29 giugno 2017.
Berlino – E' necessario distinguere i piani, non fare confusione tra i due mettendoli insieme. ''C’è un problema di rifugiati politici, e poi c’è il tema dei migranti economici'' è quello che ha detto il presidente francese Emmannuel Macron ieri a margine del mini vertice di Berlino preparatorio del G20 di Amburgo del 7 e 8 luglio, frenando la richiesta di intervento in tempi brevi,pronunciata dal premier Paolo Gentiloni agli altri leader europei presenti all'incontro. "L'Italia non si è mai sottratta ai propri impegni per soccorso in mare e accoglienza umanitaria e non intende farlo, ma chiede di discutere del ruolo delle ong, della missione di Frontex, delle risorse a disposizione per lavorare in Libia e negli altri Paesi africani, della possibilità di allargare i nostri programmi" ''Abbiamo internazionalizzato le operazioni di salvataggio, ma l’accoglienza resta di un Paese solo'' – ha lamentato il presidente del Consiglio, aggiungendo di aver ''utilizzato anche questa occasione per rappresentare ai colleghi europei l'estrema preoccupazione per il rischio dell'accentuarsi dei flussi migratori negli ultimi giorni".
Il piccolo summit di giovedì 29 giugno ha riunito, su invito della cancelliera tedesca Angela Merkel, oltre al premier italiano Gentiloni, il presidente francese Macron, il primo ministro inglese May, e i vertici delle istituzioni Ue, Juncker e Tusk, per discutere e fare il punto della situazione, in vista del vertice di Amburgo, sui clima, terrorismo, commercio e migranti. Ed è su questo scottante tema e soprattutto del rischio di chiusura dei porti italiani alle navi di ong straniere, lanciato dall' Italia alla Commissione europea per la non tollerabile e ormai ingestibile ondata di flussi migratori che incalza sempre più sulle coste del meridione, che si è particolarmente acceso il dibattito.
Gentiloni ha chiesto una collaborazione concreta di Francia e Spagna che ''come noi si affacciano sul Mar Mediterraneo''. ''Perché si facciano carico di accogliere nei propri porti una parte delle navi delle ong''. A quest'appello il governo spagnolo di Rajoy, è apparso praticamente sordo e Macron che nei giorni precedenti invece aveva mostrato maggiore sensibilità, alla conferenza stampa di Berlino, imbastisce un ragionamento di poco senso sulla divisione dei piani di accoglimento tra rifugiati e migranti economici, specificando : "Noi sosteniamo l'Italia e la Francia deve fare la sua parte sull'asilo di persone che vogliono rifugio. Poi c'è il problema di rifugiati economici, e questo non e' un tema nuovo: l'80 per cento dei migranti che arrivano in Italia sono migranti economici. Non dobbiamo confondere". Come dire, raggiungeteli e sciegkiete, questi o quelli durante il viaggio della speranza, in base ai requisiti di priorità.
L'Italia ci sta a cuore e la aiuteremo in questa necessità '' così la Merkel che con il presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker si sono mostrati allineati e solidali con l'Italia sotto pressione ed allo stremo per gli sforzi che sta compiendo, parlando ieri con la stampa al termine del vertice preparatorio del G20. "Da molto tempo come Commissione siamo convinti che non possiamo abbandonare né l'Italia né la Grecia. Insieme dobbiamo compiere sforzi per sostenere queste due nazioni che sono eroiche" – ha detto Juncker.
L'Europa deve ripartire dall'Africa. Lo ha sostenuto il ministro dell'Interno, Marco Minniti, in un incontro a Milano dedicato al tema "Governare l'immigrazione". ''Nei prossimi 20 anni l'Europa si gioca il suo destino in Africa. Che sarà sempre di più lo specchio dell'Europa, non dell'Italia". Quella dell'immigrazione "non è una questione da dibattito politico quotidiano, la si può affrontare solo con un disegno complessivo, ma un dato è certo: su questa partita si gioca un pezzo fondamentale della democrazia, l'Europa lo gioca''. "Guardatevi da coloro che sul tema immigrazione esprimono ricette molto semplici, guardatevi da chi dice 'arrivo io e risolvo per tutti. Non è così''. E Minniti fautore della linea dura, sostenendo di averci messo la faccia, ha aggiunto – ''Il modo migliore per affrontare la questione è non subirla, ma tentare di governarla''.