A Parigi domani, il presidente Emmanuell Macron riceverà il primo ministro della Libia Fayez al-Sarray riconosciuto come legittimo dall’Onu e il generale dell’esercito nazionale e leader della Lubia orientale, Khalifa Haftar. Per la Francia il motivo del vertice è dare "il suo contributo agli sforzi per costruire un compromesso politico sotto l’egida delle Nazioni Unite, che riunisca su una base inclusiva l’insieme dei differenti attori libici".
L’italia non riceve però l’invito ufficiale a partecipare e mostra indignazione per essere stata ufficialmente esclusa dall’incontro organizzato dalla Francia a Celle Saint Cloud, del quale peraltro Palazzo Chigi e la Farnesina vengono a conoscenza solo indirettamente. Secondo un comunicato diffuso dall’Eliseo, che solo poche ore fa ha dato notizia del summit, si legge che la Francia ‘’lavora’’ e intende proseguire nella collaborazione con l’Italia per le iniziative riguardanti la Libia. Quella di domani sulla Libia ‘’non è affatto un’iniziativa esclusiva’’, continua la nota presidenziale, nel tentativo di rimediare così nei confronti dell’Italia non invitata a sedere al tavolo francese con i rappresentanti del Paese libico.
Secondo fonti dell’Eliseo, Parigi ha con l’Italia rapporti molto stretti ed è ‘’molto rispettosa della forte relazione tra l’Italia e la Libia’’. Le fonti della presidenza francese sottolineano ancora ‘’abbiamo tenuto a informare i Paesi frontalieri sia i Paesi impegnati in Libia, l’obiettivo è associare tutti inclusa l’Italia’’.
L’incontro programmato per martedì 25 luglio prevede in agenda una serie di importanti questioni che Haftar si propone di affrontare. Secondo il quotidiano libico Al Ahram, per prima la creazione di un esercito nazionale libico che smantelli milizie per inquadrarle in un futuro esercito, un piano politico che favorisca la formazione di un governo centrale stabile che sappia rispondere alle sfide derivanti dal crollo delle istituzioni nel 2011.
L’intenzione di Macron di cooperare con l’Italia nel rapporto con la Libia non convince molto. Storicamente la Francia è accusata di ambiguità nelle relazioni internazionali con il Paese libico per averne sostenuto la caduta del regime di Gheddafi quindi aver lasciato senza intervenire che prendessero piede i gruppi islamici. Per passare poi sul fronte opposto ed appoggiare Khalifa Haftar, comandante dell’esercito nazionale libico perchè diventi il nuovo Raìs della Libia. Gli interessi francesi in Libia secondo gli osservatori anche meno attenti sono economici, per cui l’andamento delle sue strategie è mutevole quanto la mutevolezza delle vicende libiche. Si adegua agli eventi ma l’obiettivo rimane uguale, gestire futuri interessi economici in territorio libico e sostenere Haftr a divenire il capo, non può che tornare utile alla Francia.
Il summit di domani a La Celle Saint Cloud, appena fuori Parigi, potrebbe riguardare il futuro ruolo del generale Haftar, che ambizionso e privo di sensibilità politica, non incarna esattamente le esigenze del paese libico.
Il tema dei flussi migratori che partono dalla Libia non saranno certamente il tema centrale dell’incontro di domani, forse saranno sfiorati e sarà l’ennesima occasione per il presidente francese Emmanuell Macron per ribadire ancora una volta, che la migrazione economica che supera l’80 per cento del fenomeno, è esclusa dal programma di accoglienza francese e dovrà essere rispedita al mittente.
Per cui l’incontro di domani a Parigi lascerà ulteriormente nell’empasse l’esigenza dell’Italia sotto pressione dalla crisi dei migranti per lasciare il passo ad altri argomenti. In atto a Roma alla Farnesina l’annuale conferenza degli ambasciatori, alla quale il ministro degli esteri francese, Jean-Yves Le Drian è tra gli ospiti d’onore insieme al libanese Ghassem Salemè, neo rappresentante delle Nazioni Unite per la Libia.